Pittori a Napoli: i 7 che hanno arricchito la città

Pittori a Napoli: i 7 che hanno arricchito la città

Un pittoresco crocevia d’ispirazioni: 7 pittori che hanno lavorato a Napoli

Da sempre la città partenopea ha rappresentato un crocevia estremamente attraente. Quanti artisti che nei secoli si sono avvicendati tra i vicoli di Napoli, tra i suoi colori, la sua musica, i suoi rumori e i suoi silenzi, tra le notti temperate e le mattine fresche. Quanti che hanno gioito della sua vitalità, che hanno tratto ispirazione dal suo panorama e del suo golfo. 
Sarà per la sua natura bella e maledetta, per la vivacità delle genti che la popolano, per l’odore di salsedine che si respira in ogni vicolo o per l’umanità primordiale che emana. Napoli si configura come un vero e proprio “spazio alternativo” – per dirla alla Pasolini -, dove è possibile accedere ancora a una certa forma di purezza, che si perde tra le forme più genuine che la sua gente sa incarnare e tra tutte le sue infinite storture.

In tutto questo andirivieni artistico, quali sono stati i pittori che hanno arricchito la città con le loro opere, e che allo stesso tempo sono stai profondamente toccati dal pittoresco spirito partenopeo?

Pittori a Napoli, i 7 che hanno arricchito la città

Simone Martini 

Pittore e miniatore senese, tra gli artisti italiani più influenti del Trecento e, probabilmente, l’unico capace di rivaleggiare con Giotto, venne chiamato a Napoli da Roberto d’Angiò, il quale dopo averlo nominato cavaliere, gli assegnò una pensione annua e gli commissionò una tavola celebrativa. Conservata ancora a Napoli, al museo di Capodimonte, il San Ludovico di Tolosa che incorona il fratello Roberto d’Angiò rappresenta un’opera unica nel suo genere. Una vera e propria icona profana, che costituisce anche il primo ritratto sicuro nella pittura italiana di un personaggio vivente. Un’opera artistica dalla pregiatissima fattura, sia per il dipinto che per la cornice e la predella, che mettono in mostra tutte le qualità artistiche di Simone Martini, abilissimo pittore e raffinatissimo orafo.

Salvator Rosa 

Nato all’Arenella (ora un celebre quartiere di Napoli), Salvator Rosa fa parte della nutrita schiera di pittori che lavorò a Napoli nel XVII secolo. Dopo aver concluso l’apprendistato pittorico con lo zio materno, fu preso sotto l’ala protettiva di due altri incredibili artisti, Aniello Falcone e Jusepe de Ribera, specializzandosi nella stesura di battaglie, paesaggi e scene di genere. Dopo un prolungato soggiorno a Roma, tornò a Napoli, dove si dedicò essenzialmente all’esecuzione di paesaggi, in cui vi si preannunciavano moltissimi elementi della pittura romantica. Inizialmente disprezzato per il suo rifiuto dei canoni barocchi, con l’esplosione della moda del romanticismo le sue opere ottennero un incredibile successo. Pittore dall’animo tempestoso, ribelle e anticonvenzionale che emerge spesso nei suoi dipinti, come nella Allegoria della Fortuna, quadro satirico conservato al Getty Museum di Los Angeles. 

7 Pittori che hanno lavorato a Napoli

Caravaggio

Tra taverne polverose, vasci rumorosi, risse e storie promiscue si consuma l’esperienza napoletana di Caravaggio. Giunto nel 1606 a Napoli, nei quartieri spagnoli, soggiorna in città per almeno un anno. Il pittore, visse nella capitale partenopea un periodo movimentato ed estremamente prolifico e felice. Moltissimi dei suoi più grandi capolavori furono concepiti proprio a Napoli, tra i quali vanno ricordati: la scomparsa Giuditta che decapita Oloferne, una prima versione della Flagellazione di Cristo, la Salomè con la testa del Battista, la prima versione di Davide con la testa di Golia e, infine, la meravigliosa Madonna del Rosario. L’arte del pittore, nato a Milano, si arricchì dello spirito napoletano, dei suoi vicoli e del volto suoi scugnizzi, e divenne più scura ed essenziale. Un incontro, quello tra Caravaggio e Napoli che segnò per sempre la storia dell’arte italiana e della stessa città. Tra gli unici dipinti rimasti in terra partenopea, vanno menzionati due assoluti capolavori: le Sette opere di Misericordia e una seconda versione della Flagellazione di Cristo.

Bernardo Cavallino

Fu uno dei più polivalenti pittori presenti a Napoli intorno al 1600. Pur facendo parte della schiera di pittori caravaggeschi, la sua pittura infatti era perfettamente collocabile al centro tra le influenze tenebrose del Merisi e certi elementi tipici della scultura barocca. Una tale eterogeneità di ispirazioni portò Cavallino a sviluppare un genere proprio, essenzialmente unico, capace di restituire una dimensione malinconica e profonda attraverso tagli compositivi in diagonale. Tra le sue opere merita sicuramente una menzione particolare il Mosè salvato dalle acque, conservato ancora a Napoli, città in cui trascorse la sua intera vita e in cui ancora oggi riposa.

7 Pittori che hanno lavorato a Napoli

Lo Spagnoletto

Jusepe de Ribera è un artista spagnolo che trascorse la maggior parte della sua vita a Napoli. Noto per il realismo, la drammaticità e l’uso di luci e ombre, fu tra i pittori più influenti della Napoli del 1600. Anch’egli tra i maggiori esponenti caravaggeschi, trovò fortuna come pittore di corte. Di profonda ispirazione sia per i pittori coevi che per quelli seguenti, la sua arte, in continua evoluzione, fu un insieme di diverse influenze. Dal suo modo di dipingere, crudo e realistico, derivò anche una corrente accessoria a quella caravaggesca, il tenebrismo. Tale stile indugiava sui dettagli violenti e brutali della realtà, i quali venivano resi attraverso un chiaroscuro molto forte. Ne è un esempio emblematico il Martirio di Sant’Andrea, oggi conservato a Budapest.

7 Pittori che hanno lavorato a Napoli

Luigi Rodriguez

Nato alla fine del XVI secolo, si trasferì a Napoli quando era giovanissimo. Secondo le cronache fu alle dipendenze di Belisario Coerenzio e del Cavalier d’Arpino. Dipinse soprattutto affreschi, come quelli presenti nella chiesa di Santa Maria la Nova o in quella di Sant’Anna dei Lombardi in piazza Monteoliveto. Fu uno dei pittori più prolifici presenti a Napoli in quel periodo. Lavorò anche insieme al celebre pittore Battistello Caracciolo per la decorazione dell’aula del sacro monte di Pietà. Di Luigi Rodriguez vanno ricordati sicuramente i magnifici affreschi presenti nel Refettorio e nella Sala Capitolare del complesso monumentale di San Lorenzo Maggiore.

7 Pittori che hanno lavorato a Napoli

Giotto

Giotto è sicuramente tra i pittori più celebri transitati a Napoli. Fu anch’egli chiamato da Roberto d’Angiò, il quale lo nominò “famigliare” e “primo pittore di corte” negli anni che andavano tra il 1328 e il 1333. Se della sua opera in terra partenopea rimane ben poco, il suo soggiorno invece è ben documentato, soprattutto da uno dei contratti siglato dalla sua bottega riguardo i pagamenti per le commissioni nel Castel Nuovo (Maschio Angioino). Il suo magnifico e perduto operato è, inoltre, decantato dai più grandi autori italiani, tra cui Dante, Petrarca e Boccaccio. Purtroppo del ciclo di affreschi ispirati al Nuovo e Vecchio Testamento è rimasto poco più di qualche frammento, così come alcuni interventi di dubbia paternità presenti nella chiesa di Santa Chiara. Ciò che risulta sicuro è che il passaggio e il lavoro del pittore toscano a Napoli furono accolti come qualcosa di grandioso, che influenzò tantissimi giovani pittori dell’epoca e che ha alimentato la fantasia di centinaia di artisti nei secoli a venire. Bellissima, per esempio, è la reinterpretazione di Pasolini della novella boccaccesca di Giotto all’interno del suo Decameron tutto napoletano, in cui il regista romano riprende la vicenda del mitico soggiorno giottesco a Napoli. 

 

Fonte immagine di copertina: Picryl
Fonte immagini nel testo: Wikimedia Commons, Wikipedia

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A proposito di Giuseppe Musella

Laureato in mediazione linguistica e culturale presso l'Orientale di Napoli. Amo tutto ciò che riguarda la letteratura. Appassionato di musica, anime, serie tv e storia. Visceralmente legato a Napoli.

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