Le poesie di Garcilaso de la Vega riflettono lo stile della poesia petrarchista. Nelle sue poesie predomina la sofferenza amorosa del poeta.
Garcilaso de la Vega, poeta spagnolo, nacque nella città di Toledo nel 1501 in un’illustre famiglia. Fu proprio lui insieme all’amico e poeta Juan Boscán a introdurre in Spagna le forme metriche e i temi italianizzanti come l’utilizzo del verso endecasillabo e i temi dell’amore petrarchista.
Si possono identificare due tappe nella produzione poetica di Garcilaso de la Vega, la prima, legata alla tradizione spagnola e la seconda influenzata dal periodo passato a Napoli, un tipo di poesia classica di stampo petrarchista.
Il tema principale delle poesie di Garcilaso de la Vega è l’amore cortese e spesso predomina il sentimento di sofferenza del poeta per un amore non corrisposto, la bellezza idealizzata o l’allegria e l’esaltazione del sentimento amoroso. Vediamo quali sono le 3 poesie di Garcilaso de la Vega da leggere.
Sonetto XIII: il mito di Dafne e Apollo nelle poesie di Garcilaso de la Vega
Si tratta di una delle poesie di Garcilaso de la Vega più note. Il poeta racconta il mito di Dafne e Apollo. Apollo è innamorato di Dafne, la sua è un’ossessione e finisce per perseguitarla. Dafne, terrorizzata, chiede aiuto al dio Peneo, suo padre, che salva la figlia trasformandola in un albero. Il sonetto si concentra sul momento della trasformazione di Dafne e Garcilaso descrive come ogni parte del corpo di Dafne diventi simile ad un elemento della natura. Le braccia di Dafne cominciano a crescere e diventano lunghe come rami di alberi, i capelli biondi come oro si trasformano in foglie verdi, la sua pelle diventa corteccia e i piedi radici. Davanti a quella trasformazione, Garcilaso descrive la sofferenza di Apollo che piange perché non potrà riavere indietro la sua amata.
Sonetto IX: la sofferenza amorosa nelle poesie di Garcilaso de la Vega
Il tema della sofferenza amorosa provata dal poeta nei confronti della donna amata è tipico delle poesie di Garcilaso de la Vega. In questo caso la sofferenza del poeta è dovuta all’assenza dell’amata alla quale Garcilaso si rivolge dal primo verso chiamandola «signora mia». L’assenza di questa donna è soffocante per il poeta e afferma nel sonetto di desiderare da un lato la morte così da poter mettere fine al suo dolore, ma dall’altro lato si rende conto la morte non è una soluzione poiché gli impedirebbe di rivederla un giorno.
Sonetto XXIX : Leandro e Ero
Garcilaso racconta del mito di Leandro e Ero. Nella prima parte del sonetto si racconta di Leandro che si lancia nel fiume solo per poter raggiungere Ero dall’altra parte della sponda. Nella seconda parte Leandro si rende conto del terribile destino che lo attende, Garcilaso descrive la forza della natura e le potenti e alte onde che impediscono a Leandro di raggiungere la riva sano e salvo. Stremato, nell’ultima parte del sonetto, Leandro invoca la natura e le chiede di poter raggiungere la riva. Ma i suoi sforzi saranno vani, Leandro morirà tra le braccia di Ero.
Fonte dell’immagine: Wikimedia Commons