La prova ontologica è un argomento filosofico proposto per dimostrare l’esistenza di Dio come un essere necessario, ovvero un essere che non può non esistere. Fu formulata per la prima volta da Anselmo di Canterbury, un filosofo e teologo medievale, nel suo Proslogion.
Questa teoria ha come base la definizione di Dio come “l’essere più grande che si possa pensare” implicando necessariamente l’esistenza di Dio.
Questa argomentazione è stata oggetto di critica e dibattito da molti filosofi, sia teisti che atei. Alcuni sostengono che la prova ontologica si basa su un’idea sbagliata della natura dell’esistenza, mentre altri contestano la premessa stessa che Dio debba essere definito come l’essere più grande che si possa pensare. Tuttavia, rimane un argomento importante nella storia della filosofia, e continua ad essere studiata e discussa oggi.
Dunque è un argomento filosofico che cerca di dimostrare l’esistenza di Dio attraverso la logica razionale, piuttosto che attraverso l’osservazione empirica del mondo naturale. Si basa sull’idea che l’esistenza di Dio può essere dimostrata a priori, cioè indipendentemente dall’esperienza.
La prova ontologica si basa sull’analisi concettuale di Dio, ovvero si cerca di dimostrare l’esistenza di Dio partendo dalla definizione stessa di Dio come essere perfetto e necessario. Secondo la prova ontologica, se possiamo concepire un essere perfetto e necessario, allora deve esistere in realtà un tale essere.
La forma classica della prova ontologica è stata sviluppata da Anselmo di Canterbury nel XII secolo, ma è stata oggetto di critica e dibattito da molti filosofi successivi. Alcuni filosofi ritengono che la prova ontologica sia un esempio di ragionamento circolare o che implichi una definizione incoerente di Dio, mentre altri la considerano un argomento valido e plausibile per dimostrare l’esistenza di Dio. In ogni caso, rimane uno dei più importanti argomenti teologici e filosofici della storia.
NASCITA DELLA PROVA ONTOLOGICA
La prova ontologica è stata proposta per la prima volta da Anselmo di Canterbury nel suo libro “Proslogion” nel 1078-1079. Anselmo era un vescovo e teologo medievale, che propose tale argomentazione per dimostrare l’esistenza di Dio a partire dal concetto stesso di Dio.
La prova ontologica di Anselmo si basa sulla seguente idea: “Dio è l’essere di cui non si può concepire nulla di più grande”. Anselmo sosteneva che, se si concepisce un essere come Dio, allora questo essere deve esistere realmente, perché l’esistenza è un attributo più grande dell’essenza.
In altre parole, Anselmo sosteneva che, se Dio non esistesse, allora non sarebbe l’essere più grande possibile, perché l’esistenza è un attributo più grande dell’essenza. Quindi, se si concepisce Dio come l’essere più grande possibile, allora Dio deve esistere realmente.
La prova ontologica di Anselmo è stata oggetto di critiche e dibattiti da molti filosofi successivi. Ad esempio, il filosofo Gaunilo di Marmoutiers criticò l’argomentazione di Anselmo usando l’esempio dell’isola perfetta. Gaunilo sosteneva che si potrebbe applicare lo stesso ragionamento di Anselmo per dimostrare l’esistenza di un’isola perfetta, ma ciò non significa che tale isola esista realmente.
Tuttavia, nonostante le critiche, la prova ontologica di Anselmo ha continuato a influenzare la filosofia e la teologia per secoli. Molti filosofi, tra cui Descartes, Kant, Hegel e Plantinga, hanno sviluppato variazioni della teoria di Anselmo, aggiungendo o modificando l’argomentazione originale.
Sono diversi i filosofi che hanno affrontato la questione, tra cui i principali sono:
1. Gaunilo di Marmoutiers fu uno dei primi critici di Anselmo. Egli utilizzò l’esempio di un’isola perfetta per dimostrare che la logica ontologica non può dimostrare l’esistenza di qualcosa nel mondo reale.
2. Tommaso d’Aquino fu un filosofo e teologo medievale, che criticò la prova ontologica di Anselmo, sostenendo che essa si basa su una definizione incoerente di Dio come l’essere perfetto e necessario.
3. Immanuel Kant sostenne che la prova ontologica è un esempio di ragionamento circolare, poiché essa assume implicitamente l’esistenza di Dio nella sua definizione. Kant sosteneva inoltre che la prova non può dimostrare l’esistenza di un oggetto reale, ma solo l’esistenza dell’idea di quell’oggetto.
4. Gottfried Wilhelm Leibniz sviluppò una forma di prova ontologica basata sulla nozione di “mondo possibile” o “mondo migliore”. Secondo Leibniz, Dio esiste in quanto è l’essere che garantisce l’esistenza del mondo possibile migliore.
5. Alvin Plantinga è un filosofo contemporaneo che ha sviluppato una forma moderna di prova ontologica. La sua argomentazione si basa sulla nozione di “possibilità massima”, secondo cui l’esistenza di Dio è necessaria per garantire la possibilità massima dell’esistenza di tutte le cose.
Nonostante le teorie di questi filosofi che hanno affrontato la questione della prova ontologica, essa continua ad essere oggetto di dibattito e discussione nella filosofia contemporanea.
L’IDEA DI LEIBNIZ
Gottfried Wilhelm Leibniz fu un filosofo e matematico tedesco del XVII secolo, sviluppò una forma di prova ontologica che si basava sulla nozione di “mondo possibile” o “mondo migliore”. Secondo Leibniz, Dio esiste in quanto è l’essere che garantisce l’esistenza del mondo possibile migliore.
La prova ontologica di Leibniz è basata sull’idea che esiste un insieme di tutte le possibili entità, tra cui il mondo reale e tutti i mondi possibili che potrebbero esistere. Leibniz sosteneva che solo uno di questi mondi possibili può essere il migliore, ovvero quello in cui tutte le entità che esistono sono le più perfette possibili.
Secondo Leibniz, Dio è l’essere che ha creato questo mondo possibile migliore e che lo mantiene in esistenza. In altre parole, Dio è l’essere che garantisce l’esistenza di tutte le cose perfette e quindi esiste necessariamente. Inoltre, Leibniz sosteneva che Dio è l’essere che ha scelto questo mondo possibile migliore tra tutti quelli che avrebbero potuto esistere, dimostrando così la sua onniscienza e la sua bontà.
Tuttavia, la prova ontologica di Leibniz ha suscitato diverse critiche. Alcuni filosofi hanno sostenuto che il concetto di “mondo possibile” è problematico, in quanto non è chiaro come si possa definire e comprendere questo insieme di tutte le possibili entità. Inoltre, secondo la prova ontologica di Leibniz, il mondo possibile migliore esiste necessariamente, ma non è fornita una giustificazione sufficiente di tale assunzione.
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