La qaṣīda è un componimento poetico della poesia araba e del mondo islamico, che nasce nell’epoca preislamica. In questo articolo ne scopriremo il contenuto e la forma, immergendoci nella letteratura araba.
Cosa rappresenta la qaṣīda nella letteratura araba?
Con il termine qaṣīda ( القصيدة in arabo) si intende un componimento poetico tipico della poesia araba d’epoca preislamica, simile ad un poemetto o un’ode panegirica, considerato capostipite della letteratura araba.
La società preislamica, che vede la nascita di questa poesia, era organizzata in tribù di Arabi nomadi o sedentari, in cui la qaṣīda si pone come espressione artistica delle popolazioni autoctone della Penisola araba e dei territori circostanti il fiume Eufrate e l’attuale Siria. Con il passare del tempo, questo componimento poetico fu largamente diffuso per secoli oralmente grazie ai poeti beduini che viaggiavano nel territorio che oggi circonda la Mecca, attraversando il deserto dell’Hijaz, fino ad arrivare al famoso e importante santuario islamico, la Kaa’ba , dove viveva la tribù dei Kinda e le due corti tribali dei Lakhmidi e dei Ghassanidi. Alcune delle qaṣīde vengono definite mu’allaqāt, cioè poesie appese o dorate, e fungono da riferimento per la tradizione poetica preislamica. Le più importanti sono dei poeti Imru l-Qays, Ibn Khultūm, Ibn Hilliza, Tarafa, Zuhayr, Labid, Antara Ibn Shaddād e Abī Rabī.
I temi
Andando ad approfondire la qaṣīda nella letteratura araba , vediamo nello specifico quali sono i temi maggiormente trattati e i motivi della poesia araba preislamica:
- Il preludio amoroso o nasib, che è fondamentale per questo genere di poesia e che viene scritto all’inizio del poema, prendendo spunto dal ritorno del poeta in un luogo in cui aveva incontrato la donna di cui egli parla. Vengono quindi raccontati ricordi malinconici illustrando il luogo dell’incontro, la tenda e l’accampamento nomade, ormai abbandonato.
- La seconda parte della qaṣīda è il rāhīl, quindi il racconto del viaggio, elemento fondante la poesia preislamica, che il poeta affronta con il suo compagno fedele, il cammello. Vi è quindi anche la descrizione del cammello o del dromedario e di tutti gli eventi atmosferici che caratterizzano il viaggio.
- L’ultima parte è quella del “vanto” o fakhr , in cui il poeta vanta la sua discendenza tribale oppure il madīh, un panegirico, di un re o di un capotribù, o ancora in alcuni casi la satira contro i nemici, in arabo hijā’.
Qaṣīda nella letteratura araba: la diffusione dopo l’avvento dell’Islām
Nonostante la conversione del mondo arabo all’ Islām nel 622 d. C., la qaṣīda non è scomparsa, anzi ha subito degli adattamenti alla nuova società. Nelle corti dei califfi e dei re, la qaṣīda divenne una forma poetica diversa: al posto della descrizione del deserto, c’è la descrizione delle corti, dei giardini; il cammello viene sostituito dal cavallo di corte, oppure vengono utilizzati entrambi con la differenza che presentano bardature più eleganti; al posto del cielo stellato che i viaggiatori ammiravano durante le loro soste o i loro viaggi, troviamo soffitti altamente decorati e magnificenti; e infine la lode che era rivolta al capotribù adesso è rivolta al principe o al califfo.
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