Queerbaiting: cos’è, esempi e perché è dannoso per l’LGBTQIA+

Queerbaiting: cos’è e perché può essere nocivo

Queerbaiting: una definizione e un’analisi del termine

Negli ultimi anni, la conversazione attorno al queerbaiting si è intensificata. Ma cos’è il queerbaiting e in che modo è nocivo per la comunità LGBTQIA+? Il termine queerbaiting nasce dalle parole inglesi queer, termine utilizzato per riferirsi a persone non eterosessuali, e bait che significa esca. Letteralmente possiamo tradurlo con esca per persone queer. A partire dal 2010, il termine queerbaiting è stato utilizzato soprattutto per riferirsi a tecniche di marketing nei media e nell’intrattenimento. Vengono creati personaggi che sembrano appartenere alla comunità LGBTQIA+, ma in realtà il loro orientamento sessuale non viene mai esplicitato, né vengono approfondite relazioni di tipo non eterosessuale con altri personaggi. L’ambiguità di questi personaggi è creata di proposito, con l’obiettivo di attrarre un’audience queer o alleati della comunità LGBTQIA+, tenendoli, potremmo dire, “appesi all’amo”.

Il queerbaiting nei media e nell’intrattenimento

Il queerbaiting è stato osservato soprattutto nei media televisivi, come film e serie TV. Tuttavia, non è impossibile trovare questo tipo di rappresentazione ingannevole anche in libri, musica e pubblicità. Molto spesso, anche celebrità e cantanti approfittano di questa tecnica, facendo affermazioni o comportandosi in modo ambiguo per aumentare l’interesse del pubblico. In ogni caso, il queerbaiting è un modo di ingannare il pubblico.

Esempi celebri nei media

Di seguito, alcuni esempi celebri di queerbaiting, per capire meglio di cosa stiamo parlando:

  • Nella serie TV Riverdale: Betty Cooper e Veronica Lodge;
  • Nella serie TV Supernatural: Dean Winchester e l’angelo Castiel;
  • Nei film degli Avengers: Captain America e Il Soldato d’Inverno;
  • Nella più recente serie TV Netflix Wednesday: Mercoledì Addams ed Enid.

Oltre a questi esempi, anche molti influencer e personalità del web sono stati accusati di queerbaiting. Inoltre, è importante ricordare che questa è principalmente una tecnica di marketing. Spesso, durante interviste o tour promozionali, registi e attori dichiarano di aver creato «una serie rivoluzionaria per le persone queer» oppure «il primo personaggio esplicitamente queer su questi schermi», pur non rappresentando realmente personaggi o relazioni LGBTQIA+ in modo esplicito. Insomma, tutti ne approfittano.

L’impatto negativo del queerbaiting sulla comunità LGBTQIA+

Ma in che modo il queerbaiting è nocivo per le persone della comunità LGBTQIA+? Innanzitutto, è inaccettabile promettere di rappresentare relazioni o personaggi queer per poi mostrare tutt’altro: si inganna e si illude lo spettatore per tenerlo incollato allo schermo o per indurlo ad andare al cinema. Inoltre, i personaggi omosessuali sono spesso sottorappresentati nei media. Questo perché solo negli ultimi anni il tema è diventato meno tabù. La mancanza di personaggi esplicitamente LGBTQIA+ e le false promesse di rappresentazione sono dannose per la comunità. Un adolescente gay o transessuale merita di vedersi rappresentato nella sua serie TV preferita, al pari di qualunque altro adolescente eterosessuale. La totale assenza di una rappresentazione queer o una rappresentazione attraverso stereotipi è nociva e alimenta i pregiudizi verso la comunità LGBTQIA+. Il queerbaiting rafforza l’idea che essere omosessuale non è la normalità, relegando i personaggi queer a ruoli secondari e stereotipati, oppure rendendoli invisibili, non esplicitando il loro vero orientamento sessuale. Il queerbaiting è un’illusione, una falsa promessa che imprigiona le persone queer nella gabbia dell’ignoranza e dei tabù.

Oltre il queerbaiting: verso una rappresentazione autentica

Il queerbaiting è una pratica dannosa che sfrutta le speranze e i desideri di rappresentazione della comunità LGBTQIA+. Per contrastare questa pratica, è importante promuovere una rappresentazione autentica e inclusiva nei media, che vada oltre gli stereotipi e le false promesse. È necessario dare spazio a storie e personaggi queer che rispecchino la diversità e la complessità della vita reale, senza ricorrere ad ambiguità o a strategie di marketing ingannevoli. Sosteniamo i media che fanno scelte inclusive e sensibilizziamo sul tema del queerbaiting per creare una cultura di rispetto e comprensione verso la comunità LGBTQIA+.

Fonte immagine in evidenza: Pixabay

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