Il reverse harem, come suggerisce il nome, è un sottogenere narrativo in cui vengono invertite le caratteristiche fondanti del genere harem. Invece di avere un protagonista maschile circondato da un gruppo di personaggi femminili alla spasmodica ricerca del suo amore, ci sarà una protagonista al centro del racconto.
Oggi, i racconti RH (forma abbreviata di reverse harem) sono particolarmente sdoganati sia nella cultura occidentale che in quella orientale ma hanno delle radici più profonde di quanto ci si possa aspettare.
Facciamo tornare indietro le lancette dell’orologio di poco più di un millennio ed esploriamo insieme la storia di questo celebre sottogenere!
Le origini: il concetto di harem nel Genji Monogatari
Il Genji Monogatari (源氏物語), capolavoro della letteratura giapponese nato dal pennello di Murasaki Shikibu nell’XI secolo, rappresenta una pietra miliare della narrativa mondiale. Caleidoscopio della vita nobiliare giapponese d’epoca Heian (平安時代, 794-1185), di complesse relazioni umane e delle necessità narrative del periodo, continua tutt’ora a esercitare la sua silenziosa ma imponente influenza sul panorama letterario e culturale globale.
Definito tsukuri monogatari (作り物語, opera di fabbricazione), possiede una straordinaria potenza narrativa, sintetizzata in sei punti dal kangakusha (漢学者, esperto di studi cinesi) Hagiwara Hiromichi, e uno stile poetico squisito. La sua grandezza è stata lodata dai numerosi studiosi che lo hanno tradotto, tra cui Yosano, Tanizaki, Setouchi, Waley, Washburn, Orsi, e anche da giganti della letteratura occidentale come Borges e Woolf.
Lo scrittore argentino lo ha definito un romanzo psicologico ante-litteram, mentre Woolf, nel suo saggio Una stanza tutta per sé, ne ha esplorato sia le qualità positive che i punti critici.
La sua esplorazione della passione, dell’erotismo e dei conflitti sociali, ha lasciato un’impronta indelebile sulla cultura popolare e i mondi del fumetto, dell’animazione e del cinema sono i principali debitori di questo processo.
La trasformazione dei gusti dei consumatori, però, è innegabile; mentre in epoca Heian le donne trovavano appagamento nel singolo archetipo di Genji, ideale di massima potenza maschile, il mercato contemporaneo è caratterizzato da una richiesta di incentivi narrativi più complessi, dovuti all’incremento dell’offerta e degli stimoli forniti dalla società.
Il reverse harem moderno
L’apparente ampliamento degli orizzonti narrativi, però, non ha garantito un parallelo aumento di maturità emotiva e intellettuale rispetto al pubblico di mille anni fa.
In numerosi shōjo (少女) e josei (女性) o redikomi (レディコミ) moderni, infatti, l’elemento harem, di cui il Genji Monogatari è illustre predecessore, ha dato spazio al reverse harem, favorendo la mercificazione e la sessualizzazione dei personaggi maschili a discapito dello sviluppo di una trama più complessa e accattivante.
Il genere harem, d’altra parte, rendendo il protagonista maschile più blando e spostando la sessualizzazione sui personaggi femminili, è ormai largamente consumato dai ragazzi, come riscontrabile in alcune serie di successo dell’ultimo ventennio: Nisekoi, High School DxD, Girls Bravo, Monster Musume no Iru Nichijou.
A parte qualche rara eccezione (Ōran Kōkō Hosuto Kurabu e Fruits Basket), siamo ormai lontani dai misteriosi intrighi di corte, dalla profondità psicologica della Dama Rokujō e dalla complessità strutturale ed evolutiva di Murasaki no Ue.
Fonte immagine: Crunchyroll