Matteo Ripa è il fondatore del Collegio dei Cinesi da cui deriva l’Orientale ed è la figura di un italiano in Cina. Nacque ad Eboli il 29 marzo del 1682. Fu ordinato sacerdote a Salerno il 28 maggio del 1705, all’età di 23 anni. Dopo aver ottenuto i voti, il principale obiettivo di Ripa fu quello di intraprendere il viaggio verso la Cina come missionario nelle terre dell’Estremo Oriente. L’8 ottobre del 1707 Matteo Ripa ed altri quattro missionari partirono così da Londra, nonostante le grandi difficoltà economiche e politiche del tempo. Matteo Ripa durante il suo viaggio annotava in un diario tutte le vicende che accadevano. Durante il periodo di soggiorno in Cina si dedicò completamente e totalmente agli orfani.
All’epoca in Cina molte persone non godevano di una situazione economica agiata: gran parte dei genitori non erano realmente in grado di occuparsi del sostentamento dei propri figli; pertanto molti di questi venivano per lo più abbandonati. In questa situazione disagiata fu fondamentale la figura degli addetti comunali; costoro in pratica giravano per le strade per trarre in salvo i bambini e salvarli. Ripa- osservando tutto ciò – decise di donare parte del suo stipendio al fine di sostenere questi fanciulli; lui stesso decise di insegnar loro la fede, il latino ed altre nozioni relative alla storia. Dopo circa 15 anni di permanenza in Cina iniziò tuttavia ad accarezzare l’idea di tornare in Italia: non sentiva di aver riscosso – in qualità di missionario – i risultati sperati.
Per aumentare la diffusione del cristianesimo, Matteo Ripa ritenne che fosse necessario educare i cinesi. In pratica, era dell’opinione che questi dovessero studiare in Italia, in tal modo il lavoro di trasmissione della fede cristiana – da parte dei cinesi stessi – sarebbe stato maggiormente proficuo. Per ottenere il consenso di rientrare in patria lo stesso Ripa pregò il nuovo imperatore YongZheng: a ricordare che dal precedente imperatore fu stabilito che tutti quelli che erano stati accolti nel territorio cinese non potevano abbandonarlo. Tuttavia Ripa riuscì ad ottenere tale consenso poiché si era presentato in Cina in veste di pittore e non di gesuita.
Nell’anno 1724, Ripa – insieme al maestro Gioacchino Wang, e a quattro giovani studenti cinesi – giunsero finalmente a Napoli, dove nel novembre dello stesso anno vi fondarono un Collegio Speciale. Successivamente, vi si affiancarono anche altri studenti; e questa divenne così una scuola divisa. Da una parte vi facevano parte i cosiddetti collegiani – ovvero coloro che si erano avviati alla vita religiosa, e provenivano anche da altre regioni (india ed impero ottomano); dall’altra, vi facevano parte ragazzi – anche napoletani – che avevano voglia di imparare tali lingue.
Negli anni che vanno dalla morte di Ripa (1747) – e fino all’Unità d’Italia – il collegio ha vissuto per più di 100 anni; ragion per cui (successivamente all’Unità d’Italia) si è assistiti ad alcune modifiche sostanziali. Tuttavia – ed in seguito alla chiusura di molti organi religiosi – questo istituto riuscì a sopravvivere – in quanto inglobava soprattutto un’ utilità didattica e sociale; e da Collegio dei Cinesi diventò Collegio Asiatico. Infine – e più precisamente il 27 settembre del 1888 – assunse le sembianze di Istituto Orientale (diventa un istituto laico, perdendo l’aspetto religioso).
Fonte immagine per l’articolo su Matteo Ripa: http://www.vulcanians.com/2021/03/02/matteo-ripa-e-il-legame-tra-napoli-e-la-cina/