Sacramenti ortodossi e cattolici: analogie e differenze
Con il termine “sacramenti”, in generale, si intende i riti attraverso i quali Dio manda il segnale della grazia. I sacramenti, quindi, sono segni visibili e tangibili della grazia invisibile di Dio, istituiti da Cristo stesso per la nostra salvezza. Sono momenti fondamentali nella vita di un cristiano, in quanto rappresentano un incontro speciale con il Signore. Sacramenti ortodossi e cattolici presentano sia analogie che differenze. Sebbene le due confessioni cristiane condividano la stessa fede in Cristo e riconoscano gli stessi sette sacramenti, esistono alcune divergenze nei riti e nelle interpretazioni teologiche. Queste differenze, però, non devono essere viste come ostacoli insormontabili, ma come espressioni diverse di una stessa fede. Infatti, sia la Chiesa cattolica che la Chiesa ortodossa credono che i sacramenti siano mezzi attraverso i quali Dio dona la sua grazia agli uomini. Esistono, però, delle differenze tra i sacramenti ortodossi e quelli cattolici.
Cosa sono i sacramenti: un segno della grazia di Dio
Nella teologia cristiana, sia cattolica che ortodossa, i sacramenti sono considerati segni sensibili ed efficaci della grazia divina. Attraverso i sacramenti, istituiti da Cristo stesso, Dio si rende presente nella vita dei fedeli e dona loro la sua grazia santificante. I sacramenti, quindi, non sono semplici cerimonie simboliche, ma veri e propri incontri con il divino.
I sette sacramenti: un percorso comune a ortodossi e cattolici
Per la Chiesa ortodossa, così come per quella cattolica, i sacramenti sono sette. Sia la Chiesa cattolica che quella ortodossa riconoscono sette sacramenti, che accompagnano il credente in tutte le fasi della sua vita, dalla nascita alla morte. Questi sono: battesimo, cresima, eucaristia (o comunione), penitenza (o confessione), unzione degli infermi, ordine sacro e matrimonio.
Sacramenti ortodossi e cattolici: le differenze nel battesimo
Il battesimo è il sacramento che segna l’ingresso nella comunità cristiana. Il battesimo ortodosso, differentemente da quello cattolico dove avviene l’infusione, prevede tre immersioni complete del battezzando nell’acqua benedetta, in nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Mentre nel rito cattolico l’acqua viene versata sulla testa del battezzando, il battesimo ortodosso prevede l’immersione totale, che simboleggia la morte al peccato e la rinascita a una nuova vita in Cristo. Inoltre, il rito ortodosso indica la nascita del battezzato in Cristo.
Cresima: differenze tra ortodossi e cattolici
Nella Chiesa ortodossa, a differenza di quella cattolica, subito dopo il battesimo avviene la cresima, che è il rito di unzione che dà al cresimato lo Spirito Santo. La cresima, chiamata anche “crismazione”, è il sacramento che conferma e rafforza la grazia battesimale. Nella Chiesa ortodossa, la cresima viene amministrata immediatamente dopo il battesimo, anche ai neonati, ed è sempre unita al conferimento dell’eucaristia. Si tratta di un’unica celebrazione, che viene chiamata “iniziazione cristiana”. La cresima prevede diverse unzioni su tutto il corpo con il Sacro Crisma, un olio santo benedetto dal vescovo. Anche se nella Chiesa ortodossa c’è il sacerdote (o presbitero) per la confermazione, a differenza della Chiesa cattolica, dove il ministro del culto ordinario della cresima è il vescovo.
Eucaristia o comunione: il sacramento dell’unione con Cristo
L’eucaristia o comunione, invece, è il sacramento che lega il soggetto a Cristo, attraverso la partecipazione al suo Corpo e al suo Sangue (il pane e il vino che sono consacrati dal sacerdote). Questo sacramento, al centro della vita cristiana, commemora l’Ultima Cena di Gesù con i suoi discepoli e rende presente il suo sacrificio sulla croce. Attraverso l’eucaristia, i fedeli si uniscono a Cristo e tra loro, formando un solo corpo.
Differenze tra eucaristia ortodossa e cattolica
Il rito ortodosso è anche noto come “trasmutazione” ed equivale alla “transustanziazione” della chiesa cattolica, sebbene la Chiesa ortodossa non utilizzi questo termine, preferendo parlare di “trasformazione” o “cambiamento” del pane e del vino nel corpo e nel sangue di Cristo. Durante l’eucaristia ortodossa si utilizza il pane di frumento fermentato e non il pane azzimo, come nel rito cattolico. Inoltre, la comunione viene distribuita ai fedeli con un cucchiaino d’oro o di altro metallo, con cui si prende sia il pane che il vino consacrati, pronunciando le parole di Cristo “Prendete e bevetene tutti”. Una differenza con il cattolicesimo è che per gli ortodossi il sacramento avviene quando si invoca lo Spirito Santo, mentre per i cattolici avviene con le parole di Cristo dette all’ultima cena. Mentre i cattolici credono nella transustanziazione, cioè nella trasformazione *sostanziale* del pane e del vino nel corpo e nel sangue di Cristo, gli ortodossi parlano di Misteri, sottolineando l’aspetto misterioso e ineffabile di questa trasformazione.
La penitenza o confessione: il perdono dei peccati
La penitenza o confessione ortodossa non prevede il confessionale, a differenza di quella cattolica. Ciascun individuo deve confessarsi con il proprio sacerdote. La confessione è il sacramento attraverso il quale i fedeli ottengono il perdono dei peccati commessi dopo il battesimo. Un’altra differenza fondamentale è che nell’ortodossia la confessione è vista come una terapia e il penitente non viene liberato dai peccati dal confessore, ma quest’ultimo prega affinché il penitente riceva il perdono da Dio. Il sacerdote, infatti, non assolve il peccatore, ma intercede per lui presso Dio. Nella Chiesa cattolica, invece, il sacerdote, agendo *in persona Christi*, ha il potere di assolvere i peccati nel nome di Dio.
Unzione degli infermi: un sacramento di conforto
L’unzione degli infermi è il sacramento destinato a recare conforto spirituale e fisico a coloro che sono gravemente malati o anziani. L’unzione degli infermi può essere ricevuta anche da chi soffre solo in senso spirituale e può essere data in qualsiasi situazione, non solo quando si sta per morire. Sia nella Chiesa cattolica che in quella ortodossa, questo sacramento prevede l’unzione con olio santo e la preghiera per la guarigione e il perdono dei peccati.
Ordine sacro: i ministri della Chiesa
L’ordine sacro, invece, è il sacramento che prevede di nominare i ministri della Chiesa in tre gradi: quello di vescovo, di presbitero o di diacono. Attraverso l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria, il vescovo conferisce l’ordine sacro, trasmettendo così il sacerdozio ministeriale. Presbiteri e diaconi possono essere anche sposati, ma non per la seconda volta e non si possono sposare dopo il sacramento. Il vescovo, invece, deve essere celibe. Si può rinunciare al grado. Nella Chiesa ortodossa, a differenza di quella cattolica, i sacerdoti (presbiteri) e i diaconi possono essere sposati, purché il matrimonio sia avvenuto prima dell’ordinazione. I vescovi, invece, sono scelti tra i monaci e devono essere celibi. Inoltre, nella Chiesa ortodossa esiste la possibilità di “riduzione allo stato laicale”, cioè la rinuncia volontaria al grado sacerdotale.
Il matrimonio: l’unione tra uomo e donna
Il matrimonio, ortodosso come cattolico, indica l’unione d’amore tra due persone, santificata da Dio stesso. Il matrimonio è il sacramento che unisce un uomo e una donna in un vincolo indissolubile, simbolo dell’unione tra Cristo e la Chiesa. A differenza di quello cattolico, però, il matrimonio ortodosso accetta il divorzio in alcuni casi, come l’adulterio o l’abbandono. La Chiesa ortodossa, pur considerando il matrimonio come un’unione sacra e indissolubile, ammette la possibilità del divorzio e di nuove nozze in determinate circostanze, ispirandosi a un principio di “economia” (oikonomia), cioè di adattamento alle situazioni concrete e di misericordia verso la debolezza umana.
Sacramenti ortodossi e cattolici: validità per le altre confessioni cristiane
La Chiesa ortodossa non accetta i sacramenti che non vengono amministrati dalla Chiesa anglicana. La questione della validità dei sacramenti amministrati al di fuori della propria Chiesa è complessa. La Chiesa ortodossa, in generale, non riconosce la validità dei sacramenti celebrati da altre confessioni cristiane, a meno che non ci sia un accordo specifico di intercomunione, come nel caso di alcune Chiese ortodosse con le Chiese orientali antiche (copta, armena, siriaca, etiope). Invece, dal 1896 per volere di papa Leone XIII, per la chiesa cattolica i sacramenti dati dalla Chiesa anglicana non sono validi, a causa dello scisma del 1534. Dopo il Concilio Vaticano II, la Chiesa cattolica ha una visione più aperta e dialogante verso le altre confessioni cristiane, ma la questione del riconoscimento reciproco dei sacramenti rimane ancora aperta. La Chiesa cattolica riconosce la validità del battesimo amministrato da molte altre Chiese cristiane, ma per gli altri sacramenti la questione è più complessa e varia a seconda dei casi. La divisione tra le Chiese cristiane, avvenuta con lo Scisma d’Oriente del 1054, ha portato a differenze teologiche e liturgiche, che si riflettono anche nella comprensione e nella celebrazione dei sacramenti. Il dialogo ecumenico tra la Chiesa cattolica, guidata dal Papa, e le diverse Chiese ortodosse, guidate da diversi Patriarchi, prosegue nella ricerca di una maggiore unità e di un possibile futuro riconoscimento reciproco dei sacramenti.
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