Si è parlato spesso di satanismo e delle pratiche occulte e liturgiche ad esso connesse. Meno forse di “satanismo razionalista”. Ma procediamo per grado.
Col termine “satanismo” si intende un atteggiamento di ribellione a Dio, alla Chiesa e ai suoi dogmi, tradotto nell’adorazione della figura dell’Anticristo per eccellenza: Satana. Tale venerazione viene praticata da piccoli gruppi organizzati in forma di movimenti (conosciuti spesso come “sette”), attraverso pratiche culturali e cerimoniali, in netta opposizione all’osservanza dei precetti cattolici, che pertanto non vengono seguiti, commettendo i peccati che Dio maledice.
Ma esistono diverse tipologie di satanismo, tutte accomunate dal medesimo rifiuto del controllo della propria vita da parte di terzi, abbracciando invece la concezione di una vita vissuta in maniera responsabile e autonoma, mirando alla realizzazione e alla libertà. Ciò che invece differenzia sostanzialmente le tipologie di satanismo è il diverso modo di concepire la figura di Satana.
Per il “Satanismo occultista” è un’entità spirituale preternaturale, protagonista della corrente più “nera” del satanismo. La tendenza comune è quella di venerare Satana compiendo rituali magici finalizzati ad ottenere il suo aiuto e la sua protezione.
Viene considerato invece come una divinità a tutti gli effetti nel “Satanismo spirituale”, che simpatizza per le religioni pagane, in particolare quelle sumero-babilonesi, rifiutando quelle ebraica e cristiana. Viene qui esaltata la meditazione, la cartomanzia, la numerologia, l’utilizzo dell’ouija e la pratica voodoo, propedeutiche per l’unificazione a Satana.
Ancora, questi viene considerato come archetipo di uno stato di coscienza superiore dell’uomo nel “Satanismo gnostico”. Qui Satana è concepito come una divinità che ha dato all’uomo la capacità di evolversi, tornando al suo stato divino originario. E l’ignoranza, dunque, intesa come assenza di conoscenza, è concepita come peccato, condizione da cui l’uomo ha il dovere di riscattarsi, mediante lo studio approfondito e facendo tesoro delle esperienze di vita.
E alcuni di tali princìpi risultano molto simili a quelli predicati e propugnati dal “Satanismo razionalista”, secondo la cui visione Satana non rappresenta una reale divinità da adorare e servire, ma il simbolo di autodeterminazione personale. Andiamo ad approfondire il concetto.
Satanismo razionalista. Definizione e caratteristiche
Il satanismo razionalista, meglio noto come “Satanismo di LaVey” o “Satanismo laveyano”, è una particolare visione del mondo e della vita, ufficialmente praticata dalla Chiesa di Satana, fondata dal teorizzatore esoterista, scrittore e musicista statunitense Anton Szandor Artur LaVey, vero nome Howard Stanton Levey, da cui il movimento trae nome.
A capo dell’organizzazione c’è un “sommo sacerdote”, assistito dalla “gran sacerdotessa” legatagli sentimentalmente, e il sacerdote fu ovviamente LaVey dal 1966 al 1997. Attualmente è Peter Howard Gilmore, insieme alla moglie Peggy Nadramia. Tale Chiesa di Satana non fa affatto mistero della propria esistenza, tanto che il 6 giugno 2006 ha tenuto il suo primo rituale pubblico a Los Angeles.
Il satanismo razionalista è ateo e concepito in chiave materialista, edonista, anticristiana e umanista. Si concentra sulla conoscenza, sull’esperienza diretta, sulla fiducia e sul sostegno delle scienze empiriche, sul libero pensiero, sulla creatività e la libertà personale, insieme alla crescita autonoma dell’individuo. Ma la differenza sostanziale tra un satanista razionalista e un ateo concerne il fatto che l’ateo è colui che nega l’esistenza di un’entità superiore (Dio e Satana), mentre per il satanista razionalista l’uomo è la stessa divinità. Dunque, perché gli adepti del movimento, pur non credendo in alcuna divinità, adottano il nome “Satana”? Semplicemente perché è considerato il “ribelle” contro Dio e dunque in tale ottica, Satana viene concepito come una figura emblematica di ribellione contro il sistema di valori cristiani, ritenuti dal satanismo razionalista oscurantisti, mortificando valore e potenziale umano. Ecco perché viene proposta una visione antropocentrica della realtà.
Per LaVey Satana è un simbolo, nulla di più. Incarna l’amore per tutto ciò che è terreno, negando l’immagine del Cristo pallido e morente sulla croce. Dichiarando inoltre di essere stato influenzato, nella definizione del suo pensiero, da famose e illuminate personalità del campo filosofico, politico e letterario, tra cui Friedrich Nietzsche, Niccolò Machiavelli, Sigmund Freud, Fëdor Dostoevskij, Oscar Wilde, Epicuro, Charles Bukowski e Giacomo Leopardi, per LaVey l’uomo è realmente il suo proprio dio, unico responsabile delle proprie azioni e del proprio destino. E Satana simboleggia la forza interiore, intrinseca nell’essere umano, che può così mirare alla propria realizzazione senza dover chiedere intercessione a divinità esterne.
Per LaVey inoltre non sussiste differenza tra magia bianca e magia nera ma solo scopi diversi di operare con la magia, che si traducono in rituali di compassione, di distruzione o sessuali. Durante i rituali per celebrare la “messa nera” vengono adoperati strumenti che divengono una sorta di parodia blasfema della messa cattolica: l’altare è il corpo di una donna nuda, rappresentante Madre Natura, il sangue mestruale prende il posto del vino, le bestemmie verso Gesù, i Santi e la Madonna sostituiscono le tradizionali preghiere cristiane. Ancora immancabili la profanazione dell’ostia consacrata; il vestiario, concernente tunica scura per uomini e donne anziane e abiti scollati invece per le giovani donne; poi la presenza del simbolo del bafometto, usato dai cavalieri templari, le candele nere, calice, elisir, spada, fallo, gong e anche la musica di Beethoven, Mozart, Bach, Čajkosvkij, Vivaldi e Carl Orff.
Un’altra idea introdotta da LaVey è quella secondo cui l’universo è amorale, incapace dunque di garantire aiuto o apportare difficoltà all’uomo, in quanto indifferente. Una teoria totalmente contrapposta anche a quella dell’universo benigno che trama per la realizzazione dei desideri dell’uomo, propugnata da Paulo Coelho.
Il satanismo laveyano, oltre al cristianesimo, all’ebraismo e all’Islam, rigetta anche il buddhismo e l’induismo, critica il movimento hippy, il politicamente corretto, il comunismo, il nazismo, il liberalismo e il consumismo. Sostiene invece la tassazione dei luoghi di culto, la divisione tra stato e chiesa, la legge del taglione, il patriottismo, l’eugenetica. Aspramente contro il sacrificio animale e umano, e qui c’è un mito da sfatare: contrariamente all’idea diffusa per via di atrocità commesse da determinate sette, i satanisti razionalisti non compiono sacrifici umani e animali! E ciò viene avallato da una spiegazione logica: l’uomo è considerato una divinità, i bambini e gli animali sono esseri carnali per eccellenza, privi di corruzione e guidati genuinamente da tutto ciò che provoca loro piacere. Per questo per un satanista è indispensabile rispettarli. Un satanista deve poter trovare l’energia dentro sé, non certo servendosi di sangue innocente per soddisfare un demone o Dio!
LaVey si scaglia poi anche contro le droghe, i furti, gli omicidi, gli stupri e qualunque cosa rappresenti una violazione della legge.
Il satanismo razionalista condivide con il cristianesimo alcuni Sacramenti, quali il battesimo, il matrimonio e il funerale. Inoltre è aperto anche agli omosessuali e asessuali.
Satanismo razionalista. Peccati, struttura e fondamenti
Anche i peccati, così come le messe, costituiscono una parodia rivista in ottica satanista. I “nove peccati satanici” sono la Stupidità, la Pretenziosità, il Solipsismo (questo alquanto paradossalmente, dal momento che il satanismo laveyano esalta l’individualismo!), l’Autoinganno, la Conformità al gregge, la Mancanza di prospettive, la Dimenticanza delle ortodossie passate, l’Orgoglio controproducente e la Mancanza di estetica. La religione è presentata come un nemico da abbattere, poiché con le sue regole e i dogmi irretirebbe l’essere umano, potenzialmente divino, in una vita di asservimento a Dio e di rinunce. Per LaVey il vero demonio sarebbe dunque Dio, insieme alla Chiesa e alla religione che accecherebbero l’umanità, stordendola con false illusioni sul Paradiso, l’Inferno, i peccati e la dannazione eterna. I satanisti razionalisti scelgono la figura di Satana come ribellione agli anni di oppressione della Chiesa Cattolica. Pertanto l’unico dogma è la libertà, esaltando tutti i piaceri carnali.
La stessa struttura della Chiesa di Satana si pone in antitesi alla Chiesa cristiana cattolica, riprendendone gli usi ma ribaltandoli in una visione satanica: il “clero” è rappresentato dagli iscritti, detti “attivisti”, suddivisi in cinque gradi crescenti, dal più basso, il “mago”, passando per il “maestro”, “sacerdote” e “stregone”, fino al più alto, il “satanista”.
I punti essenziali del satanismo laveyano sono espressi nelle “Nove Affermazioni Sataniche”, incluse nel primo libro di LaVey, The Satanic Bible (1969). Eccole di seguito elencate:
- Satana rappresenta indulgenza invece di astinenza.
- Satana rappresenta l’energia vitale anziché utopistici sogni spirituali.
- Satana rappresenta saggezza manifesta invece di autoinganno ipocrita.
- Satana rappresenta gentilezza e tenerezza a chi le merita invece di amore sprecato agli ingrati.
- Satana rappresenta vendetta invece di porgere l’altra guancia.
- Satana rappresenta responsabilità a chi è responsabile invece di considerazione per vampiri psichici.
- Satana rappresenta l’uomo giusto come un altro animale, talvolta migliore, molto spesso peggiore di quelli che camminano a quattro zampe, che, a causa del suo sviluppo divino spirituale e intellettuale, è diventato l’animale più vizioso di tutti.
- Satana rappresenta tutti i cosiddetti peccati, finché tutti loro portano a gratificazione fisica, mentale o sentimentale.
- Satana è stato il miglior amico che la Chiesa abbia mai avuto, perché Egli l’ha tenuta in affari tutti questi anni.
In definitiva, la pericolosità ma soprattutto l’attrattiva che la filosofia laveyana veicola è evidente nel fatto che la Chiesa di Satana, anche dopo la morte del suo fondatore nel 1997, dopo gli scandali, le scissioni interne e le paure della società esterna, continua a reclutare sempre nuovi adepti, soprattutto tra i giovanissimi, attratti dal famoso motto, ossia la prima legge di Thélema: «Fa’ ciò che vuoi sarà tutta la legge. L’amore è la legge, amore sotto la volontà».