Lo scarafaggio è legato ad una simbologia negativa, poiché considerato una creatura infima e ripugnante capace di trasmettere malattie dannose per l’uomo. In ambito culturale esso è stato utilizzato da artisti, come Franz Kafka, come simbolo del senso di alienazione che caratterizza l’umanità odierna.
Caratteristiche dello scarafaggio
Sicuramente allo scarafaggio è associata una simbologia negativa a causa del suo aspetto viscido e sgradevole e poiché può veicolare batteri e malattie.
Gli scarafaggi vivono in genere in luoghi umidi e si muovono soprattutto di sera attratti da odori forti e disgustosi.
Si trovano spesso, infatti, fra la spazzatura e si nutrono di avanzi di cibo e di materiale in decomposizione.
Hanno un odore nauseabondo sia a causa delle loro feci, sia a causa della loro saliva, che rilasciano in abbondanza per comunicare con i loro simili.
Questi insetti possono sopravvivere anche un mese senza cibo, ma se non hanno a disposizione dell’acqua muoiono in pochi giorni.
Scarafaggio simbologia dell’alienazione dell’umanità contemporanea nella Metamorfosi di Franz Kafka
La simbologia dello scarafaggio ricorre all’interno della Metamorfosi (1915), celebre racconto scritto dall’autore boemo Franz Kafka (Praga, 3 luglio 1883- Kierling, 3 marzo 1924).
Protagonista di questa breve storia è Gregor Samsa un commesso viaggiatore che una mattina si risveglia nel corpo di un orrendo scarafaggio.
La sua metamorfosi complicherà le già difficili dinamiche presenti nella sua famiglia. Fondamentale per il sostentamento dei suoi familiari era, infatti, lo stipendio di Gregor che, a causa delle sue orrende fattezze, ovviamente, non potrà più recepire.
I continui litigi con i suoi cari, dovuti a rancori passati e alimentati dalla sua nuova condizione di insetto, porteranno il protagonista alla decisione di lasciarsi morire di inedia.
Kafka tramite questo breve racconto vuole rappresentare, attraverso la tecnica del realismo magico (tecnica attraverso la quale vengono introdotti elementi fantastici e paranormali nella realtà senza sottolinearne l’eccezionalità) il senso di alienazione dell’uomo moderno.
Gregor, considerato dalla critica un alter ego dell’autore, è un borghese che vive la sua vita per guadagnare il denaro necessario al sostentamento dei suoi cari. Il suo primo pensiero, dopo la metamorfosi, sarà proprio la consapevolezza di non poter più lavorare. La sua famiglia lo accuserà, senza minimamente preoccuparsi dei disagi causati dalla sua condizione di insetto, di essere pigro ed indolente e inizierà a trattarlo come un peso, come- insomma- un inutile scarafaggio.
Gregor rappresenta, quindi, il grigiore della vita borghese basata unicamente sul lavoro e sul parametro dell’utile, secondo la cui logica ciò che non è utile non ha ragion d’essere.
Il protagonista, infatti, dopo essersi trasformato in uno scarafaggio ed aver perso il lavoro, non è più utile ed è per questo considerato un reietto dal resto della sua famiglia.
La logica dell’utilitarismo degrada l’uomo a semplice esecutore di azioni meccaniche, il cui unico scopo è quello di generare un rendiconto economico. In uno scenario del genere l’essere umano è alienato, incapace di esprimere le sue reali emozioni, che non hanno nulla a che fare con ciò che utile, ma sono, tuttavia, necessarie per vivere una vita dignitosa e soddisfacente.
Questo racconto è stato pubblicato nel 1915, ma suggerisce un’importante riflessione anche all’uomo del 2021.
Quante volte, infatti, subordiniamo la passione e le emozioni all’utile? Quante volte giudichiamo una persona unicamente dai risultati, trascurandone le caratteristiche specifiche e le difficoltà incontrate lungo il percorso di vita? Quante volte abbiamo rinunciato a ciò che ci fa stare bene in virtù del lavoro e del dovere?
Certamente, bisogna vivere con i piedi per terra, lavorare duro per sopravvivere e per ottenere dei risultati. Il lavoro, come dicono molti, nobilita l’uomo, ma lavorare meccanicamente lo aliena e lo trasforma in uno scarafaggio che non si gode la vita, ma vive ai suoi margini.
L’ideale trovare un equilibrio fra l’utile e il lavoro e le nostre passioni ed emozioni.
Non dimentichiamoci mai che noi non siamo ciò che utile, non siamo ciò che guadagniamo. Non rassegniamoci a una vita grigia e a vivere come scarafaggi. Viviamo un’esistenza colorata. Viviamo con consapevolezza e con coraggio. Non strisciamo come infimi insetti, ma voliamo in alto come splendide farfalle.