Le sculture di Bernini hanno profondamente innovato la storia dell’arte del Seicento europeo, rendendo Gian Lorenzo Bernini, uno dei protagonisti indiscussi del barocco.
Gian Lorenzo Bernini, nella magnificenza della sua arte, è stato il principale scultore barocco. Ma soprattutto è stato un continuo sperimentatore, lungo tutta la sua carriera durata oltre sessant’anni, in cui riuscì ad attirare l’attenzione di papi, sovrani e importanti famiglie romane.
Le sculture di Bernini sono strettamente collegate al movimento e, secondo un altro tema proprio del barocco, al coinvolgimento emotivo dell’osservatore e alla teatralità delle sculture. Scopriamo insieme 5 opere da conoscere assolutamente.
Ratto di Proserpina (1621-1622)
Il Ratto di Proserpina è tra le sculture di Bernini più conosciute al mondo. Realizzata tra il 1621 e il 1622 su commissione del cardinale Scipione Caffarelli-Borghese, è oggi esposta presso la Galleria Borghese di Roma. All’epoca della sua esecuzione, Gian Lorenzo Bernini aveva soltanto ventitré anni. L’opera ha come soggetto un passo delle Metamorfosi di Ovidio, ovvero il rapimento di Proserpina, la figlia di Cerere e Giove, rapita da Plutone, il dio dei morti, mentre la giovane giocava tra i boschi della Sicilia, al lago di Pergusa vicino Enna.
All’interno del gruppo scultoreo, questo mito è offerto allo spettatore al culmine del suo pathos: i volti dei personaggi sono espressivi e mostrano perfettamente le loro emozioni, anche attraverso la gestualità. Il possente e muscoloso Plutone è contraddistinto nella sua regalità dalla sua corona e dal suo sguardo avido nei confronti della giovane Proserpina che, invano, cerca disperatamente di divincolarsi dalla presa del dio dei morti. Plutone, però, stringe forte Proserpina con una presa tanto verosimile, da poter immaginare di percepire con mano la morbidezza della carne della ragazza.
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Busto di Costanza Bonarelli (1637-1638)
Ubicato al Museo nazionale del Bargello a Firenze, il Busto di Costanza Bonarelli è una delle sculture di Bernini da conoscere necessariamente. L’opera fu realizzata, interamente in marmo, tra il 1637 e il 1638 come opera privata, quindi non per un committente. Il soggetto della scultura è Costanza Bonarelli, una donna che per un periodo di tempo fu amante di Gian Lorenzo Bernini. La donna è ritratta nella sua intimità quotidiana, con l’indumento aperto sul seno e i capelli spettinati. Secondo la biografia scritta da Domenico Bernini (figlio di Gian Lorenzo), Costanza era l’amante del padre ma si sosteneva anche che frequentasse suo zio, fratello di Gian Lorenzo, Luigi Bernini. Un giorno Gian Lorenzo, direttosi verso casa della donna, li incontra insieme: accecato dalla gelosia segue il fratello e comincia a bastonarlo con un’asse di ferro mentre, per Costanza, ordina ad un servo di sfregiarle il viso per punizione.
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Estasi di Santa Teresa (1645-1652)
L’Estasi di Santa Teresa d’Avila, situata nella Chiesa di Santa Maria della Vittoria a Roma è una delle sculture di Bernini più note. Gli fu commissionata dal cardinale Federico Corner che affidò a Bernini la realizzazione della cappella della propria famiglia. Il soggetto della scultura è, naturalmente, Teresa de Ahumada ovvero Santa Teresa, una mistica spagnola nata nel 1505. Bernini la rappresenta secondo i canoni tipici del barocco, come il gusto per la teatralità. Egli mostra la figura della santa semidistesa come su una nuvola che riesce a condurla verso il cielo, nascosta, come azionata da una macchina invisibile. La santa è avvolta dall’estasi, da questo momento privato che però diventa pubblico: la cappella si trasforma in un teatro con i due palchetti ai lati sui quali sono raffigurati alcuni componenti, a mezzobusto, della famiglia Corner accomodati ad osservare la scena aprirsi sotto i propri occhi.
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Apollo e Dafne (1622-1625)
Esposto alla Galleria Borghese di Roma, il gruppo scultoreo di Apollo e Dafne è una tra le sculture di Bernini più note in assoluto. L’opera fu commissionata ad un giovanissimo Bernini dal cardinale Scipione Caffarelli-Borghese e raffigura il mito greco di Apollo e Dafne tratto dalle Metamorfosi di Ovidio. Il mito narra di un tentativo di stupro portato avanti da Apollo, dio greco della musica e delle arti, nei confronti di Dafne, figlia del dio Peneo. Per evitare il rapporto forzato, Dafne cominciò a fuggire impaurita e rivolse una preghiera a suo padre, chiedendo di mutare forma per sfuggire alla presa di Apollo. Così, la ragazza si trasformò in pianta d’alloro, una pianta che diventerà sacra ad Apollo. È proprio in questo frangente che Bernini raffigura i due personaggi: Apollo, che nel suo sforzo mette in evidenza i muscoli e i tendini tesi; e Dafne, che per sottrarsi a lui sposta il busto in avanti, mentre i suoi piedi e le sue mani stanno già cambiando sembianze.
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Busto di Luigi XIV (1665)
Il Busto di Luigi XIV è una delle sculture di Bernini che vale la pena conoscere. Essa è situata presso la Reggia di Versailles in Francia. A quel tempo, l’artista era stato invitato a Parigi per presentare un disegno per la nuova facciata del Palazzo del Louvre che, tuttavia, non sarà approvato; un giovane Luigi XIV, però, conoscendo la sua arte, gli commissionò anche un busto che risulterà nella scultura che tutt’oggi conosciamo. L’opera fu scolpita in tre mesi nella fase della maturità di Bernini, in un esempio di regalità e drammaticità insieme. Il sovrano di Francia fu scolpito in abiti militari, come riferimento agli eroi dell’antichità ed in particolare ad Alessandro Magno a cui Luigi XIV si sentiva affine. In questa scultura, Bernini intese raffigurare il concetto di Re Sole, raffigurando i capelli del re come se fossero raggi di sole che sorgono dal mantello sottostante. Inizialmente, inoltre, Bernini disegnò il piedistallo per la scultura come una grande sfera, dando l’impressione che il sovrano governasse tutto il mondo.
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