La Sesta crociata avvenne tra il 1228 e il 1229 ed ebbe come protagonista assoluto Federico II di Svevia e di Sicilia. Si trattò di una crociata pacifica che si concluse in modo diplomatico, evitando dunque lo scontro militare.
Federico II di Svevia per ottenere la corona imperiale, aveva promesso solennemente al pontefice che avrebbe intrapreso ben presto una nuova crociata. Nonostante ciò, il nuovo papa Gregorio IX, stanco delle promesse da parte di Federico II, il 23 marzo nel 1228 lo scomunicò, accusandolo apertamente di non avere a cuore la lotta agli infedeli. Preso atto della delicata situazione venutasi a creare, l’imperatore partì alla volta della Terrasanta, attuando quella che è storicamente conosciuta come Sesta crociata.
Storicamente si trattò di una crociata fuori dal comune, un po’ come la quarta, differente dalle altre, così come hanno più volte affermato gli storici e gli studiosi. Non ci fu spargimento di sangue, e fu siglato un accordo decennale che garantiva ai cristiani il possesso di Gerusalemme, Betlemme e Nazareth.
Due caratteristiche che rendono ancora oggi la sesta crociata un evento storico senza precedenti. Naturalmente l’esito positivo della crociata è da attribuire al re normanno – svevo, e soprattutto alla grande lungimiranza che lo contraddistinse da sempre.
La Sesta crociata ebbe inizio sette anni dopo il fallimento della quinta crociata e di fatto, come dicevamo, si concluse con nessuna azione militare, ma tantissime conquiste territoriali importanti anche per gli sviluppi successivi.
La manovra diplomatica dell’imperatore del Sacro Romano Impero e re di Sicilia, Federico II, portò il Regno di Gerusalemme a riprendere un certo controllo su Gerusalemme per gran parte dei successivi quindici anni e su altre aree della Terra Santa.
Ricordiamo che la crociata aveva come scopo primario la volontà di riconquista dei luoghi santi, in una sorta di processo di rinascita dell’Occidente che usciva dalle invasioni e dal travagliato periodo storico che costituisce l’Alto Medioevo. Si tratta di un fenomeno piuttosto complesso, che con il trascorrere del tempo si è inserito notevolmente nel tessuto sociale e demografico dei territori e delle aree coinvolte.
Con la Sesta crociata, Federico II partì per l’Oriente ma una grave epidemia decimò il suo esercito, a causa dell’affollamento di armati e pellegrini, costringendolo a rientrare dopo solo tre giorni. Trascorso del tempo, egli partì nuovamente per la crociata, che si rivelò un’impresa essenzialmente pacifica: si recò a Gerusalemme e, risoluto ad utilizzare la diplomazia, prese accordi con i Turchi per la cessione dei luoghi santi. Per questo scontentò ulteriormente il papa che non approvava che si prendessero accordi con gli “infedeli”.
È importante sottolineare che il Papa puntava molto su Federico II, tant’è che lo spinge a sposare Isabella, figlia di Giovanni di Brienne, in modo che diventi re di Gerusalemme. A causa di una malattia, il matrimonio viene più volte rimandato ed il re, alludendo ad un atteggiamento scorretto e mirato ad altro, senza troppe ritrosie lo scomunicò.
Federico II si imbarca comunque per Acri, ma i soldati non lo appoggiano in quanto scomunicato e perché in rapporti con il sultano al-Kamil. Con lui fa il trattato di Giaffa (11 febbraio 1229), che prevede una tregua di 10 anni e la restituzione di Gerusalemme, eccetto alcune aree.
Il trattato stipulato ancora oggi riveste una rilevanza mondiale, in quanto rappresenta un vero e proprio compromesso (sembrerebbe l’unico) tra gli interessi dell’Oriente e quelli dell’Occidente. Tra le sue conseguenze vi fu un aumento enorme degli scambi culturali e commerciali tra Levante ed Europa, ecco perché lo studio di eventi di natura storica, proprio come le crociate, in questo caso la Sesta, aiuta attraverso il passato a comprendere il presente.
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