Le sette divinità della fortuna (七福神, Shichifukujin) sono un gruppo di divinità molto popolari in Giappone, venerate come portatrici di buona sorte, prosperità e felicità. Queste figure, apparse intorno al XV secolo, rappresentano un sincretismo religioso unico, in quanto provengono da diverse tradizioni: shintoista, buddista, induista e taoista. In questo articolo, esploreremo le origini, i significati, i simboli e le rappresentazioni delle sette divinità della fortuna.
Shichifukujin: un pantheon multiculturale di buon auspicio
Origini e significato delle sette divinità della fortuna
Le sette divinità della fortuna sono un gruppo eterogeneo di divinità, provenienti da diverse tradizioni religiose e culturali. La loro popolarità in Giappone risale al periodo Muromachi (1336-1573), e da allora sono diventate figure centrali del folclore e della religiosità popolare giapponese.
La Takarabune: la nave del tesoro
Secondo la tradizione, le sette divinità della fortuna arrivano sulla Terra all’inizio del nuovo anno a bordo della Takarabune (宝船), la “nave del tesoro”, carica di doni e di buon auspicio per gli uomini.
Le sette divinità della fortuna: nomi, simboli e attributi
Ebisu: il dio giapponese della pesca e del commercio
Ebisu è l’unico dio del gruppo di origine giapponese. È il protettore dei pescatori, dei mercanti e dei contadini, e simboleggia l’abbondanza, la prosperità e il duro lavoro.
Viene raffigurato come un uomo sorridente e corpulento, vestito con abiti da pescatore, con in mano una canna da pesca e un’orata rossa (simbolo di fortuna).
Daikokuten: il dio della ricchezza e della prosperità
Daikokuten è una divinità di origine indiana (Mahakala), associata alla ricchezza, alla prosperità, all’agricoltura e alla cucina.
Viene rappresentato come un uomo sorridente, con un cappello piatto, in piedi su balle di riso (simbolo di abbondanza), con un martello magico (che esaudisce i desideri) in una mano e un sacco pieno di tesori nell’altra. A volte è accompagnato da un topo, che simboleggia l’abbondanza di cibo.
Bishamonten: il dio guerriero e protettore della giustizia
Bishamonten è una divinità di origine indiana (Vaisravana), considerato il dio guerriero, protettore della legge buddista, della giustizia e della prosperità.
Viene rappresentato con un’armatura, un elmo, una lancia in una mano e una pagoda (un tempio buddista) nell’altra, simbolo della fede e del tesoro spirituale.
Nello Shintoismo rappresenta anche la dignità.
Fukurokuju: il dio della saggezza e della longevità
Fukurokuju è una divinità di origine cinese (taoismo), associata alla saggezza, alla longevità, alla felicità e alla prosperità.
Viene rappresentato come un vecchio con una testa allungata, una lunga barba bianca, un bastone a cui è legato un rotolo (simbolo della saggezza) e spesso accompagnato da una gru o da una tartaruga (simboli di longevità).
Il suo nome è composto da “fuku” (fortuna), “roku” (prosperità) e “ju” (longevità).
Secondo alcune leggende, Fukurokuju rappresenterebbe Taizan Fukun, dio del Monte T’ai in Cina.
Jurōjin: il dio della longevità e della felicità
Jurōjin è un’altra divinità di origine cinese (taoismo), associata alla longevità e alla felicità.
Viene rappresentato come un vecchio con una lunga barba bianca, un cappello da studioso e un bastone. Spesso è accompagnato da un cervo, simbolo di longevità.
Si pensa che Jurōjin sia la personificazione della stella polare australe.
Egli fu associato a Zhang Guolao, taoista cinese, esistito durante il regno dell’imperatrice Wu e dell’imperatore Xuanzong della Dinastia Tang.
Hotei: il dio della felicità e dell’abbondanza
Hotei è una divinità di origine cinese (Budai), considerato il dio della felicità, dell’abbondanza, della contentezza e dei bambini.
Viene rappresentato come un monaco buddista sorridente e corpulento, con un grande sacco sulle spalle (che conterrebbe tesori o cibo da distribuire ai bisognosi) e un ventaglio.
Egli fu associato al Maestro Ch’i Tz’u, vissuto durante la Dinastia Tang.
Le divinità femminili
Benzaiten: la dea della musica, dell’arte e della bellezza
Benzaiten (o Benten) è l’unica divinità femminile del gruppo, di origine indiana (Sarasvati). È la dea della musica, dell’arte, della bellezza, dell’eloquenza e dell’acqua.
Viene rappresentata con un biwa (un liuto giapponese) e spesso è accompagnata da un serpente bianco.
Kichijōten: la dea della fortuna, della fertilità e della bellezza
Kichijōten, a volte considerata una delle sette divinità al posto di Jurōjin o Fukurokuju, è la dea della fortuna, della fertilità, della bellezza e della prosperità. Spesso tiene in mano una gemma che esaudisce i desideri.
Le sette divinità della fortuna nella cultura giapponese: tradizioni e rappresentazioni
Le sette divinità della fortuna sono molto popolari in Giappone e sono spesso rappresentate insieme, a bordo della Takarabune (la nave del tesoro), in dipinti, stampe, sculture, netsuke (piccole sculture in avorio o legno) e altre forme d’arte.
Sono anche associate a diverse tradizioni e festività, in particolare al Capodanno, quando si crede che portino fortuna e prosperità per l’anno a venire.
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