Silent Reading Party: intervista a Ilenia Caito

Silent Reading Party: intervista a Ilenia Caito

Arriva anche in Italia il fortunato fenomeno culturale americano del Silent Reading Party. Ne parliamo con Ilenia Caito, attivista letteraria che ha importato il format a Bari.

Non è più un ossimoro il termine lettura accanto a party. Non lo è più da quando a New York quattro ragazzi poco più che ventenni si sono accorti di amare la lettura non meno della vita di città. Un unico obiettivo: trovare, nella asfissiante rete del corri corri cittadino, una “maglia rotta”, per dirla come avrebbe fatto Montale. Trovare uno spazio per la lettura, senza rinunciare alla comunità, reinterpretando la socialità alla luce di una più sana, e necessaria, disconnessione.

Il Silent Reading Party da New York a Bari

«All’inizio coloro che partecipano agli incontri si sentono un po’ a disagio, poi prendono le misure e si accorgono che il tempo scorre velocemente, ma senza fretta», spiega Ilenia Caito, attivista letteraria, che ha deciso di portare a Bari il format del Silent Reading Party con la collaborazione del Collettivo Bandelle (“Promuoviamo la lettura in modo non convenzionale!”, canta la bio sui profili social del Collettivo).

«Mi occupo di promozione della lettura da anni e, prima di sperimentare il format newyorkese, conducevo già diversi gruppi di lettura a Bari.

Ho avuto modo, con gli anni, di toccare con mano quanto nella lettura siano determinanti la condivisione e il confronto e quanto sia importante riscoprire il lato sociale di un’attività spesso intesa come individuale. Quando ho letto sul New York Times del fenomeno del Silent Reading Party a colpirmi è stata proprio la possibilità di rendere collettiva un’attività individuale e di valorizzare il silenzio; ho pensato subito che fosse una cosa bella da importare nella mia terra. Una cosa potentissima.

In questa esperienza collettiva e silenziosa di lettura si sviluppa, tra le persone, un’energia che sembra quasi di poter toccare. Fare del silenzio una cosa viva, per dirla con le parole di Chandra Candiani: questa è stata per me la scintilla

Così c’è stato un primo esperimento a marzo, nella boutique Atelier27 a Bari: c’erano trenta lettori incuriositi e altri in lista d’attesa. La conferma che il format avrebbe avuto fortuna, Ilenia Caito e il suo collettivo lo hanno avuto a maggio con il silent reading party organizzato sulla terrazza di Palazzo Verrone: 50 partecipanti e 350 in lista d’attesa. Poche e semplici istruzioni, sempre le stesse: appuntamento in un luogo pubblico, smartphone da parte e tutti seduti, ognuno dove preferisce, a leggere. Ad attirare i partecipanti probabilmente è l’originalità dell’esperienza. Svolgere un’attività semplice in una modalità alternativa, questo fa la differenza.

Non soltanto silenzio

Nonostante il nome, però, il silenzio non è un obbligo. Il Silent Reading Party è un evento completo, che include anche momenti di confronto, di convivialità e di condivisione, per chi ne ha voglia naturalmente.

«Il silenzio, una volta arrivati nel luogo di incontro, sulle prime spiazza. Poi ci si abitua, ci si accomoda e ci si accorge che lasciare lo smartphone per sedersi con altre persone a leggere è un’occasione per rivendicare il diritto a non essere multitasking, e a volte, perché no, anche alla nullafacenza.

È importante che questi Silent Reading Party, queste “feste letterarie” siano, per chi vi partecipa, uno spazio confortevole, in cui concedersi il lusso di assecondare le proprie sensazioni. Va bene anche non avere voglia di leggere. Va bene alzare lo sguardo dal libro e fissare le nuvole. Va bene anche deconcentrarsi e perdersi a osservare gli altri lettori. Va bene cercare un dialogo alla fine della lettura e va bene restare in silenzio.»

I commenti al Silent Reading Party

Tante le critiche, soprattutto sui social, come quelle di chi sostiene che avrebbe più senso leggere a casa, da soli, o in biblioteca. «Fare l’uno non esclude l’altro. Ognuno può leggere dove desidera, semplicemente ci sono tanti modi e tanti contesti per farlo. Questo che abbiamo creato è soltanto uno dei tanti.

Molti dei partecipanti dei Silent Reading Party– confessa Ilenia Caito – sono persone che amano leggere, ma cercano un’occasione per condividere la loro passione o per ritagliarsi un momento di quiete, al di fuori delle solite mura domestiche. Questo spazio è necessario per coloro che a casa non riescono a trovare il modo, il tempo e l’ambiente adatto per leggere come vorrebbero, ma è utile anche per chi vuole variare modalità di lettura.

Ci hanno consigliato di andare in biblioteca, ma le biblioteche hanno orari spesso incompatibili con gli orari di lavoro, non hanno poltrone o ambienti idonei a una lettura rilassante; non c’è abbastanza spazio per condividere questa attività con tante altre persone, mentre noi riusciamo a mettere in contatto anche più di cento lettori. E poi qualsiasi attività che promuova e agevoli la lettura, a mio avviso, è da sostenere. Non pretendiamo di fare proseliti e di fare didattica. Ci stiamo soltanto riunendo per leggere. È indicativo della società in cui viviamo il fatto che cinquanta persone che leggono creino così tanto scalpore.»

I prossimi eventi in programma

Un fenomeno che, accompagnato da commenti a volte opportuni a volte meno, intanto cresce e si evolve. In programma per i prossimi mesi ci sono diversi eventi a cura di Ilenia Caito e del suo Collettivo Bandelle.

Il primo, già in corso, è I libri degli altri alla Feltrinelli di Bari: una serie di incontri in cui scrittori e scrittrici, autori e autrici televisive, giornalisti e giornaliste parlano dei libri che li hanno formati, ispirati, appassionati.

E poi, sulla scia del successo dei precedenti, altri Silent Reading Party: il primo di questi a Bisceglie, nella libreria Vecchie Segherie, per il quale sono già pervenute 170 iscrizioni, e un altro a Bari, dove a giugno ci sarà un reading party a tema tarocchi, il Tarot Book Party, con musica live, lettura dei tarocchi e libri a tema tarocchi.

Fonte immagine all’articolo Silent Reading Party: Piergiorgio Mariconti

A proposito di M. S.

Laureata in Filologia, letterature e storia dell’antichità, ho la testa piena di film anni ’90, di fotografie e di libri usati. Ho conseguito un Master in Giornalismo ed editoria. Insegno italiano, latino e greco, scrivo quando ne ho bisogno e intervisto persone. Vivere mille vite possibili attraverso gli altri è la cosa che mi riesce meglio, perché mi solleva dalla pesantezza delle scelte.

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