Da un po’ di tempo a questa parte sembra che la bilancia della globalizzazione si sia leggermente spostata. Infatti, in passato l’Europa era costantemente bombardata da prodotti e media americani, come musica, film e serie TV. Però, di recente l’influenza culturale proveniente dall’Asia orientale si è fatta sempre più incisiva e sempre più potente, al punto che gli studiosi hanno iniziato a discutere del cosiddetto fenomeno del Soft Power in Asia Orientale.
Cosa si intende per Soft Power?
Quando parliamo di Soft Power ci riferiamo ad un termine comunemente utilizzato nelle teorie delle relazioni internazionali e che serve per descrivere la capacità di un determinato Paese nell’attrarre e convincere attraverso degli elementi che riguardano la cultura, l’insieme di valori, nonché le istituzioni politiche. In particolar modo, il concetto di Soft Power nasce verso gli inizi degli anni ’90 e partiva dall’idea che a dominare il mondo geopolitico non dovessero essere gli scontri fra i vari Paesi, ma più che altro un meccanismo di interdipendenze che fa riferimento proprio il concetto di Soft Power, che consentiva di migliorare la reputazione di un determinato Paese e di conseguenza anche rafforzare il potere. Ciò si trova in netto contrasto con quello che è l’Hard Power, che comportava una serie dispendiosa di situazioni, come l’acquisto di armi costose.
Il concetto del soft Power però è sempre stato associato alla figura degli Stati Uniti o in generale nei confronti dei Paesi europei, ma questa concezione è andata a cambiare nel corso del tempo e lo vediamo sempre di più. Ad esempio, il fatto che molte più persone vogliono visitare Paesi orientali come il Giappone o la Corea dimostra la crescita del Soft Power in Asia orientale. L’elemento interessante all’interno di questo discorso sta nella differenza di Soft Power tra gli stessi paesi asiatici: perché Giappone e Corea hanno più Soft Power rispetto alla Cina, nonostante quest’ultima sia un paese molto più grande e antico?
Analizziamo il Soft Power in Asia orientale prendendo in considerazione i 3 Paesi
1. Giappone
Quando parliamo di Soft Power in Asia orientale non possiamo fare a meno di considerare il forte potere che rappresenta il Giappone. Questo paese ha sempre avuto una cultura accattivante sotto molti punti di vista: la ritualizzazione di ogni tipologia di pratica, il concetto di rispetto e come non citare importanti figure giapponesi come Samurai e Geisha. Inoltre, un forte impulso per il Soft Power in Giappone è dato dalla cultura pop: anime e manga sono prodotti amatissimi da grandi e piccoli, non solo in Giappone, ma anche nel resto del mondo, facendo così passare un’idea del Giappone come un paese meraviglioso e ricco di opportunità.
2. Corea
Il discorso sul Soft Power in Asia Orientale può essere applicato alla questione della Corea del Sud. Anche se non può competere con il vicino Giappone si tratta pur sempre di una potenza che, soprattutto nell’ultimo decennio, ha avanzato una serie di influenze culturali non indifferenti. Possiamo fare riferimento alla cosiddetta onda coreana, che ha portato nel resto del mondo elementi tipici della sua cultura popolare, sia a livello musicale, con il cosiddetto fenomeno del K-pop, sia a livello cinematografico con i cosiddetti K-drama e film di vario genere nell’ultimo periodo hanno guadagnato moltissimo successo, come Parasyte.
3. Cina
La Cina, dal punto di vista del Soft Power in Asia orientale, si trova in una situazione alquanto differente rispetto ai due Paesi sopracitati. Nonostante questo Paese presenti una cultura millenaria e estremamente dinamica, non riesce a competere con i due paesi vicini. Addirittura, molto spesso la Cina viene ricordata per motivi futili e le uniche occasioni in cui viene citata riguardano meme e video divertenti particolarmente diffusi su piattaforme come TikTok. Nonostante ciò, nell’ultimo periodo la Cina presenta diverse risorse tutte da scoprire e che riguardano principalmente la produzione di cellulari e videogiochi apprezzati in tutto il mondo, come Genshin Impact.
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