Solitudine nell’arte: i 3 quadri più significativi

La solitudine nell'arte, i quadri più significativi

Tra le varie sensazioni e i diversi stati d’animo che possono travolgere la vita di un uomo, quello della solitudine è tra i sentimenti più rappresentati dalle opere d’arte dei migliori artisti di tutti i tempi. L’arte è infatti una realtà descritta con tele, pennelli e colori, è l’espressione dei sensi umani, è istinto e razionalità allo stesso tempo. Questo sentimento induce l’uomo ad isolarsi, per scelta propria (magari in seguito a traumi o incidenti) o per via della condotta degli altri esseri umani con cui ci si ha a che fare nella vita di tutti i giorni. Vediamo alcuni casi di solitudine nell’arte.

La solitudine nell’arte: i quadri più rappresentativi

Uno degli artisti più famosi e tormentati della storia dell’arte è Vincent Van Gogh. Le sue opere danno voce alla sua angoscia e alla sua solitudine che l’hanno accompagnato nel corso della sua breve vita. Il noto pittore, in una lettera indirizzata al fratello Theo, annunciò tre dei suoi capolavori in cui, stando alle sue parole, cerca di esprimere la sua profonda tristezza e l’estrema solitudine che prova. Queste tre opere sono: Campo di grano sotto un cielo nuvoloso, Campo di grano con corvi e Il Giardino di Daubigny. In Campo di grano con corvi, il senso di smarrimento e solitudine vengono enfatizzati attraverso una serie di elementi: nella parte superiore del quadro vi è un cielo nuvoloso quasi prossimo ad una tempesta; questo stormo di corvi che sembrano volare all’impazzata sono segno di grande disagio così come lo è il grande sentiero al centro del quadro che sembra non avere né una direzione né una fine. Questo è, dunque, un grande esempio di come si potesse rendere la solitudine nell’arte.

Il Maestro Mario Sironi invece, intitola una delle sue opere, Solitudine. Protagonista dell’opera è una donna dallo sguardo assente che simboleggia quella che è l’alienazione dell’uomo contemporaneo che vive nelle periferie urbane. Questo dramma viene rappresentato attraverso pennellate decise e colori contrastanti: il corpo della donna, chiaro e docile, viene contrapposto al colore dei muri che fanno da sfondo, molto più scuri. Lo stile si contraddistingue per le sue forme statiche e sintetiche nonché dall’assenza di decorazione che enfatizza questo senso di vuoto. 

Un altro noto caso di rappresentazione della solitudine nell’arte è quello del romantico pittore tedesco Caspar David Friedrich che ha realizzato una delle opere più significative e rappresentative del romanticismo ottocentesco: Il viandante sul mare di nebbia. Questo dipinto a olio raffigura un viandante solitario che è di spalle su un precipizio roccioso che si affaccia su una valle arcaica, la quale si ispira alle primitive catene montuose della Boemia; il tutto è avvolto da una fitta nebbia che sembra diventare un tutt’uno con il cielo nuvoloso. Quest’immagine incute un forte senso di solitudine e al contempo di misteriosità. Noi non sappiamo infatti chi è davvero quest’uomo introverso anche se alcuni credono che  sia il colonnello della fanteria sassone, Friedrich Gotthard von den Brinken, un caro amico defunto del pittore. Questo quadro è carico di significati: qui infatti, la solitudine si unisce al fascino del sublime, alla contemplazione della magnificenza della natura e a questo senso di infinito che il paesaggio ci offre.

 

Fonte dell’immagine in evidenza: Wikipedia

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