La sovranità alimentare indica una nuova denominazione del Ministero dell’Agricoltura. Sul tema sono ancora molte le domande da parte dei cittadini e in realtà, l’argomento è molto più ampio di quanto possa sembrare, ma non difficile da comprendere, nonostante il nome.
Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, per indicare e spiegare il concetto di sovranità alimentare, tra scetticismo ed interrogativi, ha dichiarato: «Per sovranità alimentare intendiamo il diritto di un popolo a stabilire il proprio livello e metodo di produzione, di decidere cosa mangiare, optando per quella che presume essere la qualità».
Grazie a tale visione e alla relativa messa in opera, sarà possibile garantire il diritto dei popoli a determinare le proprie politiche alimentari senza costrizioni esterne legate a interessi privati e specifici. Un concetto certamente importante, che sottolinea l’inevitabile connessione tra territori e cibo, dando risalto alle risorse che diventano comuni.
Le origini della sovranità alimentare
Il concetto entrò a far parte del vocabolario istituzionale internazionale nel 1996 quando alcune organizzazioni internazionali riunite alla Fao a Roma ne diedero una definizione esaustiva.
Il dicastero nasce in risposta al modello neo-liberale della globalizzazione delle imprese ed infatti, proprio in tal senso fornisce importanti dettagli per la comprensione, soprattutto per quanto concerne la trasformazione della governance internazionale sull’alimentazione e l’agricoltura.
La sovranità alimentare riguarda tutti i territori, da Nord al Sud, capaci di produrre risorse alimentari primarie destinate a soddisfare le richieste dei cittadini che ne necessitano. Ovviamente tutto ciò deve tener conto di diversi aspetti collegati tra loro, tra i quali:
- L’utilizzo di strumenti che non intacchino il territorio e siano quindi sostenibili e non dannosi per l’ambiente;
- Le esigenze dei coltivatori e degli agricoltori;
- L’attenzione alle economie locali.
Il concetto principale che identifica il dicastero è l’autodeterminazione dei popoli nella scelta delle proprie politiche agricole affinché siano in accordo dal punto di vista ecologico, economico e sociale e possano garantire l’accesso a cibo sano e nutriente, ma soprattutto culturalmente appropriato.
Nell’ottica politica del concetto di sovranità alimentare, è opportuno valorizzare i prodotti del territorio e la biodiversità, rendendo autonomi e riconoscendo l’operato degli agricoltori, supportando e promuovendo in tutto il mondo i sistemi locali del cibo. Queste piccole ma grandi attenzioni, consentono di difendere gli interessi ma anche la diffusione delle generazioni future.
Un sistema innovativo con il quale, grazie alla sovranità alimentare, si potrà con quello che è un concetto politico molto importante, dare risalto all’agricoltura locale, creando una sorta di “democrazia” del cibo, e rispettando il modello agro-alimentare convenzionale. Quello della sovranità alimentare è un dicastero che come ha affermato il Ministro Lollobrigida, coopera con altri settori, per raggiungere traguardi di spicco.
La sovranità alimentare consentirà, se applicata correttamente, di essere del tutto liberi nella produzione e nella scelta delle cose da consumare, dando attenzione al benessere di tutti e garantendo la crescita dei vari settori agroalimentari.
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