J.M Coetzee ottiene successo come scrittore con la sua più importante opera in saggi dal titolo “Spiagge Straniere”.
J.M Coetzee, la biografia
John Maxwell Coetzee nasce il 9 febbraio del 1940 in Sudafrica, nel periodo dell’Apartheid, specificamente a Città del Capo.
La sua famiglia appartiene alla stirpe dei cosiddetti afrikaner, di fatti, in casa si parlava in inglese ma lui con gli amici parlava l’afrikaans. Coetzee proviene da una famiglia agiata, il padre svolgeva tre mestieri: avvocato, impiegato pubblico e al contempo allevava le pecore, mentre la madre svolgeva la professione di maestra.
Egli ha trascorso la sua infanzia tra Città del Capo e Worcester fino a quando all’età di 8 anni si trasferì definitivamente a Worcester, dato che il papà aveva perso l’impiego pubblico poiché aveva dissentito sull’apartheid. L’autore, a Rondebosh, ha frequentato la scuola cattolica di Saint Joseph e successivamente studiò matematica e inglese a Città del Capo, luogo in cui ottenne il diploma di Bachelors of Art con lode in inglese e matematica.
Nel 1962 si trasferisce nel Regno Unito dove si ferma per 3 anni per lavorare come programmatore informatico a Londra e poi in seguito nel Berkshire. Nel 1963 ottiene la laurea all’Università di Città del Capo ma, in quell’anno, si trovava ancora nel Regno Unito. Egli è famoso per essere professore, linguista e traduttore ed è conosciuto poiché è uno dei maggiori esponenti del post-modernismo e post-colonialismo.
Ha scritto moltissime opere di narrative e saggi critici tra cui: “Spiagge straniere”, “Aspettando i barbari”, “Foe”, “Età di ferro” e anche un’opera sulla morte di Gesù intitolata proprio The Death of Jesus.
Spiagge Straniere, l’opera
Quest’opera è stata scritta nel 1999 in edizione originale e l’edizione tradotta in italiano risale al 2006.
Spiagge straniere è una raccolta di saggi pubblicata in Italiano secondo la traduzione di Paola Splendore, in collaborazione con la casa editrice Einaudi. Questi saggi sono scritti su autori della letteratura dal 1986 al 1999, di fatti Coetzee parla di Daniel Defoe con riferimento al Robinson Crusoe, Nadine Gordimer, Thomas Eliot su cos’è un classico, Ivaan Sergeevic Turgenev sulle differenze di generazioni tra padri e figli e infine cita Bach per l’incontro con la musica classica.
In Spiagge Straniere, Coetzee tenta di rispondere alla fatidica domanda: “Cos’è un classico?” e così egli tenta di rispondere secondo il pensiero degli autori letterari più importanti del secolo. Innanzitutto, bisogna affermare che per Coetzee un classico è ciò che sopravvive, è ciò che in qualche modo restituisce lo spirito di un’epoca e che quindi riesce a parlare anche oltre la sua epoca. Nell’opera, Coetzee parla del rapporto tra la biografia e la letteratura e dona una rappresentazione malinconica dell’Europa e dell’Occidente dato che si ritrova scavalcato dagli altri continenti ma che nonostante ciò continua a voler far valere la propria centralità.
Inoltre, l’autore in quest’opera tratta anche di Robinson Crusoe poiché rappresenta in pieno l’homo oeconomicus: colui che riesce a sopravvivere da solo su un’isola deserta senza contatto con altre persone riuscendo in pieno a non perdere il senno e anche a costruirsi una propria indipendenza.
Un’altra figura importante che Coetzee cita è Nadine Gordimer per ciò che riguarda il periodo in cui egli è vissuto, l’apartheid e la sottomissione e cita un romanzo in particolare di questa scrittrice e cioè “La figlia di Burger“. Questo romanzo parla della figlia di un colono, Rosa, che ha molto in comune con l’autore visto che è una colona bianca africana.
Rosa assiste ad una scena che rivela questo cortocircuito etico: mentre si aggira nella periferia, questa ragazza si imbatte in una famiglia di 3 persone che viaggiano su un carretto trainato da un mulo, si tratta di persone povere di pelle nera. Il mulo non riesce a trattenere il peso e allora il capofamiglia inizia a frustrarlo bruscamente.
Rosa nel vedere questa scena vorrebbe dire al capofamiglia di smetterla ma non lo farà per paura di essere giudicata come una persona dalla pelle bianca a cui importa più degli animali che delle persone. L’esito è che si trova costretta ad andare via dal Sud Africa per i problemi impossibili da risolvere. Nadine Gordimer quindi, con questo romanzo vuole far capire che non esiste più ciò che è giusto o sbagliato, ormai è tutto contaminato, Rosa ha avuto paura di far valere un privilegio.
I tre personaggi hanno in comune il dominio del più forte sul più debole che rispecchia la situazione del Sud Africa in cui gli uomini bianchi non hanno avuto rispetto per gli uomini dalla pelle nera.
A questa scrittrice si lega un altro importante scrittore citato in Spiagge Straniere ed è Turgenev. Coetzee lo cita insieme a Gordimer dato che quest’ultima, per parlare della condizione dello scrittore e delle ingiustizie nel periodo in cui è vissuta, fa riferimento proprio a Turgenev il quale è uno scrittore bianco, russo e maschio che scrive a partire dalla metà dell’800 romanzi molto discussi nella Russia del suo tempo.
Uno dei romanzi è “Padri e figli” in cui narra le differenze di pensiero tra il padre del protagonista Arkady e suo zio.
Il padre di Arkady è il classico conservatore russo legato alla terra, all’idea di latifondo, distante dalle idee liberali infatti quando gli viene proposto di applicare un sistema più benevolo e liberale per i servitori egli si oppone mentre lo zio è un nostalgico ed è fedelissimo allo zar.
Da questo romanzo si nota che per un verso c’è lo scontro tra due mondi che sembrano non poter trovare conciliazione ma, per l’altro verso si vede anche come Arkady sembra sempre di più divenire simile al padre mostrando che quegli ideali liberali, rivoluzionari fossero legati solo ad una fase giovanile della sua vita.
Un altro importante autore citato dall’autore è Eliot sempre riguardo alla domanda postasi all’inizio su cosa sia un classico. Eliot in una conferenza del 1944, afferma: “la civiltà dell’Europa è una, discende da Roma attraverso la chiesa di Roma e il Sacro romano impero, e il suo testo classico di riferimento non può che essere che l’epoca di Roma, Eneide di Virgilio”.
Quindi per Eliot il classico in questa conferenza è una guida per la costruzione della propria identità. Il classico è un simbolo, è l’idea che sembra fare da sfondo al suo ragionamento anche a dispetto di quella che è la sua opera, la sua carriera letteraria, di quello che noi sappiamo di lui; il tentativo è quello di ritrovare una strada che conduca l’Europa fuori dal guado, è il tentativo di riappropriarsi di una tradizione, il tentativo di ripensarla e rinnovarla. Il classico è un modo per dire attraverso l’opera che ci siamo e ci siamo sempre stati.
Infine, Coetzee in quest’opera parla anche dell’incontro con la musica classica e racconta un suo episodio d’infanzia in cui trovandosi nel giardino di casa sentì provenire dalla finestra di un’abitazione una musica da cui egli rimase affascinato e la musica a cui Coetzee fa riferimento è quella del grande Bach. L’autore però, si chiese come mai egli fosse rimase affascinato da questa musica dato che nella sua famiglia nessuno era appassionato di musica classica nè tantomeno veniva praticata.
È come se la musica di Bach gli parlasse, e racconta quell’episodio in giardino come un momento di liberazione che gli fece provare per la prima volta l’effetto del classico.
Spiagge Straniere, lo scopo dell’opera
Coetzee scrisse quest’opera citando tutti questi autori poiché ognuno di loro, in un momento di crisi per l’Occidente e per l’Europa, ha saputo dare il proprio contributo insegnando qualcosa di positivo.
Quindi l’autore ha voluto far capire che anche se egli è vissuto in un periodo in cui vigeva l’apartheid (periodo del 900 che prevedeva la segregazione spaziale tra gli individui), egli attraverso il pensiero di questi autori sul classico e della sua vicenda personale con il classico è riuscito a riscoprire sé stesso. Ogni autore citato in quest’opera è riuscito in qualche modo a far valere il proprio pensiero senza essere giudicato ma facendo sì che ogni lettore ne tragga insegnamento.
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