Capolavori dello stile barocco, quali sono? Cos’è l’arte barocca?
Il XVII secolo, secolo dello stile Barocco, è un momento a livello internazionale estremamente importante, denso, florido e prosperoso. Storicamente, l’evento che denota il XVII secolo è la Guerra dei Trent’Anni, che dura dal 1618 al 1648, coinvolgendo la Boemia, la Danimarca, la Svezia, la Francia. Tutto nacque apparentemente da un motivo religioso: gli Stati cattolici volevano riaffermare e rivendicare la propria posizione e dominio nei confronti degli Stati protestanti. Tuttavia, in realtà, il motivo reale e principale era quello di ridefinire i confini e le alleanze. Inoltre, è proprio in questo periodo che nascono i primi moti insurrezionali, un esempio lampante è Napoli, con le gesta di Masaniello contro gli spagnoli.
Dunque, il Seicento è il secolo della Controriforma cattolica, motivo per cui tutti gli aspetti culturali, letterari e politici sono plasmati dall’applicazione dei canoni della Controriforma cattolica. Così, infatti, architetti, pittori, scultori, diventano indispensabili, poiché è solo grazie a loro che il messaggio divino può più semplicemente penetrare i fedeli, il loro animo e la loro devozione. L’arte Barocca -in ogni suo aspetto-, così, diventa progetto attraverso cui persuadere, convincere e motivare i fedeli eretici o di rinforzare la fede in coloro che già sono credenti. È già cosa nota che l’arte, con le sue immagini e rappresentazioni, attraverso la sua plasticità e penetrazione, sia uno strumento educativo, catartico e pedagogico, ma questo aspetto durante il Seicento si rinforza ancora di più.
Quindi, per l’arte barocca questo è un momento estremamente ricco ed intenso. A seguire vi saranno elencate ed analizzate le 10 opere dello stile Barocco, le più iconiche, ma prima…
Caratteristiche dello stile barocco in arte e architettura
Lo stile barocco nell’arte e nell’architettura è un’epoca di straordinaria teatralità e coinvolgimento emotivo dell’osservatore. Contrariamente al Rinascimento, che si concentra sull’armonia, il barocco abbraccia difetti e anomalie per creare opere che catturano l’attenzione.
Una delle sue caratteristiche più distintive è l’idea di imitazione e finzione, che si riflette nelle opere attraverso decorazioni elaborate, giochi di luce, contrasti, amplificazione e l’introduzione di elementi sorprendenti. Questo conferisce alle opere una forte drammaticità, caratterizzata da movimento e tensione, oltre a una proiezione verso lo spazio circostante.
Le architetture barocche presentano linee curve e sinuose, con decorazioni e motivi intricati che si intrecciano tra loro. Sono spesso edifici monumentali, situati al centro di lussureggianti giardini.
Nelle chiese barocche, si trovano elementi classici trasformati per suscitare stupore, come statue e decorazioni che adornano le facciate, oltre a imponenti cupole.
Nella pittura, lo stile barocco si manifesta attraverso una varietà di generi, tra cui il ritratto, la natura morta e la pittura religiosa, storica e mitologica. Tutti questi generi sono caratterizzati dal realismo delle immagini e da una forte componente naturalistica, che contribuisce a delineare i personaggi anche dal punto di vista psicologico.
Nella pittura barocca, i temi principali sono di natura religiosa, come le rappresentazioni di madonne e santi, ma non mancano le rappresentazioni di temi mitologici. Questo stile barocco artistico sfida le convenzioni e offre un’esperienza visiva intensa e coinvolgente che continua a ispirare e affascinare ancora oggi.
Capolavori dello stile barocco, la top 10
1) Morte della Vergine di Caravaggio
Michelangelo Merisi, in arte “Caravaggio” nasce a Milano nel 1571 (ca), da una famiglia proveniente da Caravaggio (vicino Bergamo). Nella storia dell’arte, egli è un noto pittore conosciuto per il suo carattere ribelle, orgoglioso, polemico ed ebbe anche una vita piuttosto ricca di avventure ed intrighi, e viaggia anche molto; infatti, periodicamente si spostava, ed è così che visitò Roma, Malta, Napoli, Porto Ercole e molto altro ancora. La sua produzione artistica vanta tanti capolavori, ma in questo spazio ci si dedicherà all’analisi della Morte della Vergine, con la tecnica di olio su tela (cui grandezza è di 369×245 cm), datato tra il 1605 ed il 1606 e conservato al Louvre di Parigi, che rappresenta una delle opere più importanti ed ambigua di tutto il Barocco. Questo quadro fu commissionato a Caravaggio dai Carmelitani Scalzi della Chiesa di Santa Maria della Scala, ma da loro stessi rifiutata poiché la rappresentazione era poco rispettosa della Vergine, considerata volgare. I personaggi presenti nella rappresentazione sono tipicamente caravaggeschi, ovvero, sono realistici, rappresentati in maniera cruda, troppo reale e troppo poco celeste per esser considerati degni di una rappresentazione sacra e religiosa, che non appare per nulla educativa. La scena, estremamente drammatica grazie alla luce cupa, densa, fioca e oscura, ritrae la Madonna stesa sul letto di morte, ma un po’ fuori dagli schemi, ed è circondata da Maddalena e dagli Apostoli, che si stringono nel dolore della morte della Vergine piangendo, con un’aria di disfatta e tragedia, sommersi da un dolore vero, spontaneo, realmente sentito. L’elemento perturbante di questa rappresentazione è indubbiamente che la Vergine (che secondo alcune voci e pettegolezzi è ispirata ad una prostituta, vista e ritratta da Caravaggio quando già era morta, presumibilmente affogata presso il Tevere), raffigurata in posizione obliqua, e appare ritratta con un ventre inspiegabilmente gonfio (motivo per cui si ipotizza che la prostituta fosse annegata). Comunque, il cadavere della Vergine, cui bellezza è palpabile e rimasta intatta nonostante la morte, è contornato da un drappo rosso, un simbolo barocco, estremamente sinistro, che simboleggia la morte, il sangue, il dolore e la violenza. Questa simbologia è anche enfatizzata dalla luce, che viene dal retro della scena, obliqua, che simulano le tenebre, che drammatizza la scena e a stento illumina i capi dei presenti alla veglia della morte della Vergine.
2) L’estasi di Santa Teresa, di Bernini
Se Caravaggio è noto per essere un esponente artistico ai margini della società e per nulla integrato, il suo opposto è rappresentato da Gian Lorenzo Bernini, che in molti critici hanno definito come lo scultore del trionfo del Barocco o il Michelangelo del Barocco. Bernini, completamente integrato nella società dell’epoca, artista stimato e rispettato, nasce a Napoli nel 1598, ma si forma principalmente a Roma. Bernini, principalmente, è attivo su commissioni papali, e non è solo uno scultore, ma anche un architetto, pittore, scenografo, drammaturgo e disegnatore. Con Bernini, senza dubbio, si ha il grande splendore del Barocco italiano e la sua concezione di arte è peculiare ed importantissima: non percepisce architettura, scultura e pittura in modo netto e separato, ma immagina l’arte barocca come arte totale, come un tutt’uno, immagina le tre arti come tre universi che si intrecciano tra loro, che dialogano e si influenzano: l’architettura adotta la sinuosità della scultura; la scultura adotta la plasticità della pittura e così via.
Una delle principali opere scultoree di Bernini è L’estasi di Santa Teresa (di marmo e bronzo dorato, datato tra il 1646 ed il 1651, ubicato presso la chiesa di Santa Maria della Vittoria). Quest’opera è sintesi della ricerca delle forme espressive del Barocco, che ammalia il pubblico, che lo lascia senza parole, travolgendolo e stupendolo. Qui, Santa Teresa di Ávila viene rappresentata in preda all’estasi mistica e religiosa, momento culmine della devozione, della preghiera e della passione nei confronti della Trinità, infatti, l’elemento della penetrazione e della sopraffazione è visibile e tangibile al primo sguardo. La Santa è colta in un momento intenso, in posizione quasi stesa, su una nuvola ed accanto a lei appare un angelo, che più che un angelo assomiglia a Cupido, con un dardo d’oro, pronta a scoccare la sua freccia per farla innamorare e questo angelo la guarda sorridente e soddisfatto. Sul retro vi sono raggi dorati, che simboleggiano la presenza divina e la Trinità. È visibile, inoltre, una forte gestualità, che ricorda le messinscena teatrali, che crea stupore e sospensione, così che, infatti, lo spettatore si sente a metà tra la finzione e la realtà. Altro elemento fittizio, infatti, è l’estasi che qui, però, appare come una soddisfazione carnale, passionale, erotica, appare come un momento di puro godimento, pienezza e soddisfazione.
3) Fontana dei Fiumi, di Bernini
Segue la nostra rassegna dei capolavori dello stile barocco, un’altra opera del Bernini, anche questa è una scultura pietra miliare del Barocco. Si tratta della Fontana dei Fiumi presso Piazza Navona (Roma), conosciuta in tutto il mondo e visitata ogni anno da milioni di turisti. L’opera, datata tra il 1648 e 1651, è enorme, colossale e rappresenta una bizzarra rappresentazione dei Quattro continenti, simboleggiati da 4 corsi d’acqua, i principali per ogni continente: il Danubio fa le veci dell’Europa, il Nilo rappresenta l’Africa, il Gange simboleggia l’Asia e il Rio de la Plata sta per le Americhe. I quattro enormi personaggi furono assegnati a 4 diversi artisti e sono posti su una roccia, simulata da un enorme blocco di travertino. L’opera, già dinamica di suo, è animata da animali allegorici e anche dai movimenti d’acqua della fontana, che rendono ancora più incredibile la visione dell’intero monumento. Al centro è collocato un obelisco, desiderato dal Papa.
4) Colonnato di Piazza San Pietro, di Bernini
Probabilmente, l’opera di Bernini che più rappresenta sinonimicamente l’arte barocca è il Colonnato di Piazza San Pietro, un dispendioso intervento urbanistico. Questo fu commissionato da Papa Alessandro VII nel 1657, comprendente: 284 colonne e 88 pilastri su 4 file, con capitelli tuscanici e architravi sormontati da una cornice in marmo. Inoltre, vi sono, generalmente, coperture a capanne, ma nei pressi della gronda vi è una enorme balaustra, su cui sono posizionate 162 immense statue di Santi. Il colonnato raggiunge la sede pontificia attraverso due ali, non parallele tra loro (così la facciata della Chiesa non appare troppo distante, ma più ravvicinata). Queste due ali simboleggiano delle braccia, quelle della Chiesa (infatti, si tratta, effettivamente, proprio della sede del Vaticano, cioè, luogo per eccellenza della cristianità e del cattolicesimo), che accolgono e abbracciano i fedeli, in modo tale da offrire loro conforto e pace.
5) Il ratto di Proserpina, di Bernini
Anche il ratto di Proserpina è una mastodontica opera d Bernini, datata tra il 1621 e 1622 ubicata presso la Galleria Borgese (Roma). Questa statua rappresenta il mito di Proserpina, rapita da Plutone; infatti, anche l’utilizzo della mitologia classica è una delle caratteristiche proprie dell’arte barocca. Comunque, Bernini ritrae la scena nel momento di più alta tensione, nel momento clou, un po’ come accade con L’estasi di Santa Teresa. Questo è un momento di alta intensità grazie al pathos, alle forti emozioni che il pubblico riesce a provare a causa delle forti emozioni sul viso dei soggetti, estremamente espressivi, anche grazie alla loro mimica e gestualità precisa, forte, verosimile, ma anche teatrale, tragica e drammatica. In questa scena Plutone stringe a sé la donna, che cerca di disvincolarsi, ma inutilmente, ed è opportuno notare la plasticità delle figure, contraddistinte dalla tecnica del chiaro-oscuro, tecnica per cui i corpi sembrano avere vita propria e muoversi realmente.
Altri 5 capolavori dello stile barocco
6) San Carlo alle Quattro Fontane, di Borromini
Francesco Borromini è un altro illustre nome dell’arte barocca italiana, ed è stato acerrimo nemico di Bernini. Ma, Borromini, diversamente da Bernini, fu solo un architetto per tutta la sua vita. Comunque, di Borromini è estremamente importante la struttura architettonica di San Carlo alle Quattro Fontane (Roma) ed egli, tra il 1634 ed il 1641 costruisce per i Padri Trinitari Scalzi spagnoli costruisce il dormitorio, il chiostro e la Chiesa (soprannominata “San Carlino”). Notevole è il piccolo chiostro, parte più stupefacente dell’intero complesso poiché l’architetto sfrutta al meglio il piccolo spazio a disposizione. Comunque, il chiostro possiede una pianta rettangolare con un doppio ordine di colonne (tuscaniche sono le inferiori, mentre, invece, le superiori sono trabeate). Il rettangolo, ovvero, la pianta, appare dagli angoli smussati grazie alle colonne, che adotta, così, una forma ottagonale. Inoltre, la fa la padrona in questo chiostro la forma convessa, rintracciabile in più punti del chiostro.
7) Il Trionfo della divina Provvidenza, di Da Cortona
Pietro da Cortona condivise con Borromini e Bernini la scena del Barocco Romano. Egli nasce nel 1597 a Cortona, da una famiglia di modesti artigiani ed è stato condotto a Roma dal maestro presso cui stava svolgendo l’apprendistato. Questo pittore non solo riprende i temi classici, ma ripropone il colore ed il suo utilizzo in chiave diversa, che appare assai tiepido, tenue, caloroso, avvolgente ed accogliente. Questo è proprio il caso del Trionfo della Divina Provvidenza (creato tra il 1632-1639 a Roma). Il tema è, appunto, quello della divina provvidenza, ma al centro c’è l’eternità che incorona lo stemma della famiglia Barberini (costituito da tre api dorate in una corona d’alloro), e tutto intorno vi si ritrova un enorme e vasto pubblico, una folla di simbologie. La famiglia Barberini, a cui apparteneva il Papa Urbano VIII, veniva in questo modo resa ancor più importante, degna, elevata, virtuosa e degna. Comunque, una delle caratteristiche dell’affresco è proprio quella della profondità prospettica su un cielo chiarissimo, quasi come se fosse lo sfondo di una messinscena teatrale. Ancora una volta lo spettatore, stupefatto, sbalordito, meravigliato ed incantato, resta incredulo ed in sospensione tra due mondi che in modo palpabile si mescolano e si uniscono, ovvero, la finzione e la realtà.
8) Apoteosi di Sant’Ignazio, di Andrea Pozzo
Andrea Pozzo nasce a Trento nel 1642 ed è stato membro laico della Compagnia dei Gesuiti. Andrea Pozzo è uno dei nomi più importanti dell’arte barocca legato alla figura di Sant’Ignazio e a Roma; egli, inoltre, non è stato solo un pittore, ma anche un teorico e un architetto. L’opera in analisi in questo momento è proprio un’opera romana, cioè, l’apoteosi di Sant’Ignazio, un affresco presso la navata centrale della Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola (in Campo Marzio), caratterizzata, principalmente, dai seguenti elementi: prospettivismo (che si ritrova, addirittura, nella rappresentazione esatta e precisa di colonne, archi e trabeazioni), figure illusorie (che fanno dubitare lo spettatore di trovarsi in un luogo reale; infatti, queste figure lo trasportano completamente nel mondo dell’immaginazione, che inganna il pubblico), espressività e simbologia. Quest’opera ritrae principalmente la Gloria di Sant’Ignazio, retto da due angeli, da Cristo e agli angoli appaiono i quattro continenti conosciuti all’epoca (Asia, Europa, Africa, Americhe). Tra i capolavori dell’arte barocca, questo è il nostro preferito.
9) La dama con turbante, di Johannes Vermeer
Altro grande genio dell’arte barocca è Johannes Vermeer, nato a Delft nel 1632 e morto, nello stesso luogo, ad appena 40 anni. In realtà, le notizie circa Vermeer non sono molte, anzi, sono poche e non troppo esaustive; tuttavia, è certo che egli appartenesse alla corporazione dei pittori della propria città e probabilmente ha viaggiato poco; ha avuto contatti con altri artisti a lui contemporanei, ma in maniera non molto intensa e duratura. Una delle opere principali di Vermeer, e del Barocco olandese, è senza ombra di dubbio la Ragazza con turbante (o anche Ragazza con orecchino di perla), un olio su tela datato intorno al 1665, cui grandezza è pari a 44,5×39 cm. Analizando l’opera, notiamo una giovane donna colta improvvisamente, a sua insaputa, in un momento spontaneo, mostrando naturalezza ed innocenza; la posizione della fanciulla, girata di tre quarti, dà l’impressione che lei si sia voltata dopo che qualcuno ha richiamato la sua attenzione, magari chiamandola. Il ritratto è nitido, chiaro, semplice, ma dai colori intensi, vividi, decisi e anche la luce, soffusa sul retro e un po’ più accentuata al centro, proprio sul viso della ragazza, è estremamente importante, poiché sottolinea le fattezze della fanciulla e il suo viso dolce, pulito, puro, essenziale e sottolinea anche il turbante, dallo stile orientale, e l’orecchino di parla in vista. Il ritratto è estremamente verosimile, ed è notevole di attenzione anche come le labbra siano state rappresentate, con un cenno di sorriso e risulta essere armonioso e del tutto naturale.
10) Las Meninas, di Diego Rodríguez de Silva y Velázquez
Infine, l’ultimo autore è spagnolo, ed è Diego Rodríguez de Silva y Velázquez, nato a Siviglia nel 1599 e morto a Madrid nel 1660. Velázquez rappresenta uno dei nomi principali della pittura barocca del Seicento spagnolo, periodo florido e intenso anche in Spagna, talmente tanto che è definito come Siglo de Oro (Secolo d’Oro). Comunque, Velázquez è anche il principale esponente della pittura di corte, infatti, molti sono stati i suoi incarichi e commissioni per la famiglia reale. L’opera in analisi è proprio, infatti, Las Meninas, opera destinata per i committenti reali e che rappresenta proprio la corte spagnola. È un olio su tela di 318×276 cm ed è attualmente ubicato presso il Museo del Prado, a Madrid. Il quadro è un’opera estremamente ambiziosa e rispecchia a pieno le caratteristiche dell’arte barocca: l’ambientazione è quella dell’officina del pittore, e compaiono noti personaggi, come la principessa Margherita al centro -in posizione orgogliosa e retta- , le sue dame e altri vari cortigiani, ma ciò che ci sorprende è la presenza dello stesso pittore, dietro una tela intento a dipingere e riportare ciò che ha davanti, ce è ancora oggi un mistero. Altro elemento fondamentale è uno specchio sulla testa della principessa, che mostra i regnanti vigenti all’epoca, probabilmente, infatti, sono loro i veri protagonisti del ritratto, che emergono fortemente nonostante siano riportati in miniatura. Ciò nonostante, vi sono teorie che vedono, invece, una struttura aperta e se nel caso precedente lo spettatore è assente e non contemplato, in questa teoria è proprio l’osservatore ad essere il protagonista, l’oggetto e il soggetto del dipinto. Ovviamente, in ogni caso, lo spettatore è comunque rapito e intrappolato in questo gioco di illusione.
Fonti immagini per l’articolo sui Capolavori dello stile barocco: Wikipedia