Stile Nihonga, la pittura tradizionale giapponese

Stile Nihonga: origini e artisti influenti

Lo stile di pittura nihonga (日本画, letteralmente pittura del Giappone) racchiude in sé lo spirito del Sol Levante, e basa le sue origini su una tradizione artistica millenaria (nonostante sia dal periodo Meiji che inizia ad affermarsi), in contrapposizione ad un altro stile pittorico molto simile, lo yōga.

Caratteristiche dello stile nihonga

Brevi accenni storici

Lo stile nihonga nasce dal bisogno degli artisti giapponesi di preservare la loro arte dalla restaurazione Meiji, che voleva un approccio sempre più stretto con l’Occidente.
Si doveva, perciò, dar valore alle arti e alle tradizioni giapponesi, e la pittura doveva essere uno dei vessilli fondamentali di tale missione.
È iniziato così, tra il XIX e il XX secolo, un vero e proprio progetto di valorizzazione della pittura nihonga, focalizzandosi sulle scuole d’arte e incentivando gli artisti che volevano cimentarsi in tale stile.
Nonostante lo stile volesse rimarcare l’importanza dell’arte giapponese, non poté fare a meno di possedere come base tecniche di pittura occidentale, come la prospettiva e l’ombreggiatura.

Materiali e tecniche

Normalmente le opere di stile nihonga vengono realizzate su washi, carta fatta a mano e traslucida, o su tele di seta dette eginu.
Possono essere monocrome (realizzate con inchiostro di china nero) o policrome, con pigmenti naturali derivanti da conchiglie, minerali, e pietre preziose. Talvolta, anche l’oro e l’argento in lame e in polvere possono essere usati.
La colla animale fa da legante tra i pigmenti, e si diluisce sempre con acqua.
Come colore di fondo e di copertura nei quadri, si usa sempre il gofun, che deriva dalla macinatura delle valve di ostriche e capesante.

La pittura nihonga non viene solo creata su pergamene e rotoli da lettura, ma viene realizzata anche sui fusuma (pannelli verticali che separano le stanze) e i paraventi delle case.

Attraverso la modulazione e la diluizione dell’inchiostro si ottengono degli effetti sfumati, soprattutto in quadri monocromatici, tanto da far pensare che, oltre al nero, siano stati usati colori come il bianco ed il grigio, che può spaziare dalla tonalità più scura a quella più chiara.

Lo stile pittorico del nihonga tende ad esaltare la semplicità degli oggetti e della natura morta, mostrando solo l’essenza del dipinto, senza addobbarlo di inutili fronzoli, ed esaltando la loro naturale dinamicità.

Con l’avanzare degli anni e delle epoche, è sempre più difficile distinguere le opere dello stile nihonga da quelle di stile yōga, proprio perché spesso tendono ad assumere le stesse caratteristiche stilistiche e, molti esponenti della prima corrente artistica, hanno molti tratti in comune con la seconda, a cominciare dall’utilizzo dei materiali e le tecniche pittoriche applicate.

La pittura in stile nihonga ha avuto un notevole successo all’estero, e diversi artisti stranieri hanno voluto emulare tale stile, avviando corsi di pittura a Chicago e in altre famose università, raccogliendo sempre più artisti stranieri interessati all’apprendimento del genere.

Artisti più influenti

A partire dal periodo Meiji (1868), fino all’ultimo anno del periodo Heisei (2019), sono molti gli artisti che hanno adottato lo stile nihonga ai loro quadri.
Tra i più importanti, ricordiamo Shūnso Hishida, che fu una personalità di spicco per il rinnovamento della pittura nihonga durante la restaurazione Meiji, nonostante il suo stile non fosse molto apprezzato dai suoi contemporanei, definendolo moro-tai (vago, indefinito); poi è da evidenziare Kokei Kobayashi, le cui opere raffiguravano personaggi storici ed elementi religiosi e letterari, confluendo maggiormente con le tecniche artistiche occidentali; ed infine, Takashi Murakami, artista contemporaneo, che partito da studi sul nihonga ha dato vita ad un suo stile molto vicino a quello degli otaku, di cui è grande fan.

Lo stile nihonga, dunque, presenta un delicato spaccato della cultura giapponese attraverso i suoi dipinti, che continua a resistere nel tempo, alle volte adattandosi, alle volte perseverando nella sua gentilezza millenaria.

Fonte immagine: Wikimedia Commons

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