Nell’immaginario collettivo si tende a considerare gli imperi, soprattutto quelli potenti e longevi, come entità fortemente coese, con pochissime se non inesistenti differenze tra una zona e l’altra; non è però questo il caso, soprattutto se si parla di un impero così grande da comprendere sia territori occidentali che orientali, come fu per la storia dell’Impero Romano; tutti noi sappiamo, infatti, che per un certo periodo di tempo ve ne furono due: l’Impero Romano d’Occidente (che giunse alla sua fine con la deposizione di Romolo Augustolo, il suo imperatore, nel 476) e l’Impero Romano d’Oriente (che invece sopravvisse per un altro millennio). Vediamo dunque insieme la sua storia.
La storia del passaggio da Impero Romano d’Oriente a Impero Bizantino
Bisogna innanzitutto dire che il distacco tra Impero Romano d’Occidente e Impero Romano d’Oriente non fu veloce: una prima piccola divisione si mostrò già infatti al tempo di Diocleziano (284 – 305), quando egli si rese conto che ormai l’impero era troppo grande per essere governato da un solo uomo, e nominò suo vice (in qualità di caesar) Marco Aurelio Valerio Massimiliano; si instaurò prima una diarchia – con Diocleziano che controllava la parte occidentale dell’impero e Massimiliano quella orientale – e poi una tetrarchia – quando in seguito l’intero territorio venne diviso in quattro macroaree. In seguito, ci fu il trasferimento della capitale a Nova Roma (330) – ovvero l’antica Bisanzio, da cui verrà il nome Impero Bizantino, che diverrà Costantinopoli poco dopo – e la divisione dell’impero in due parti (appunto Occidente e Oriente) da parte dell’imperatore Teodosio I; egli voleva, infatti, assicurarsi che entrambe le parti avessero un governatore (rispettivamente suo figlio Onorio e suo figlio Arcadio) anche dopo la sua morte, avvenuta nel 395. Questa divisione, che doveva essere puramente amministrativa, divenne sempre più marcata dopo la sopracitata deposizione di Romolo Augustolo nel 476 per opera dei barbari del generale Odoacre, che restituì le redini di ciò che rimaneva dell’area saccheggiata all’allora imperatore dell’Impero Romano d’Oriente, Zenone. Il distacco definitivo avvenne però tra la fine del VI secolo e l’inizio dell’VIII: assaliti da numerosi nemici, soprattutto nella parte orientale dell’impero, gli imperatori smisero di occuparsi della parte occidentale; ciò risultò nell’abbandono della tradizione romana e nell’abbraccio della nuova identità di stato orientale, diviso in circoscrizioni ognuna retta da uno stratega, con il governo centrale che assunse il carattere di una fastosa autocrazia.
La storia dell’Impero Romano d’Oriente si risollevò con Leone III Isaurico (717 – 740) dopo essere stato quasi cancellato dagli Arabi (che in pochi anni occuparono Palestina, Siria ed Egitto). Circa cinquant’anni più tardi, nel 797, per la prima volta, salì al trono una donna, Irene, in seguito alle lotte iconoclaste; papa Leone III si avvalse di ciò per conferire la sovranità imperiale a Carlomagno nell’800, che venne riconosciuta da Costantinopoli nell’812, non senza violente proteste. I due imperi, da allora, portarono il nome di Roma. Dopo che il papa perse l’esarcato di Ravenna – assegnatogli dai Franchi – l’impero perse per mano degli Arabi anche Puglia, Calabria, Sicilia e Creta, e per mano dei Bulgari parte della Tracia e della Macedonia. Le sorti della storia dell’Impero Romano d’Oriente, però, cambiarono nuovamente quando Calabria e Puglia vennero riconquistate da Basilio I il Macedone (867 – 886), e i suoi successori (tra i più importanti, Basilio II, Niceforo II Foca e Giovanni I Zimisce) continuarono la sua opera:
- Portarono i confini alla linea del Danubio, della Sava e al Mar Adriatico.
- Rioccuparono la Siria.
- Si spinsero in Palestina, Georgia e Mesopotamia.
Nel frattempo, la civiltà bizantina portava il cristianesimo nella futura Russia.
Dopo la morte di Basilio II, alcuni territori dell’Impero Romano d’Oriente vennero occupati dai Turchi Selgiuchidi: Mesopotamia, Armenia, parte dell’Anatolia e la Cappadocia; nell’ex Impero Romano d’Occidente, invece, l’Italia Meridionale venne occupata dai Normanni, che nel frattempo assalirono anche l’Impero di Epiro. Ci furono ancora vari contatti tra greci e latini, in occasione della Crociata, ma il loro unico effetto fu quello di creare prima semplice diffidenza e poi aperta e ostile rivalità, almeno fino all’assalto a Costantinopoli da parte dall’usurpatore Alessio III; questo evento portò alla creazione di un impero latino, che vedeva come parte dei suoi territori parte della Tracia e della Macedonia e vari Stati feudali in Grecia.
L’ex Impero Romano d’Oriente si frazionò dunque in tre Stati: l’Impero di Trebisonda, il despotato di Epiro e l’Impero di Nicea (quest’ultimo rappresentò la continuità della tradizione imperiale). Bisanzio fu rioccupata nel 1261 da Michele VIII Paleologo, che cercò di restaurare l’impero: il tentativo fu però vano, in quanto esso non aveva più alcun carattere di universalità. L’impero cadde nel 1453, quando dopo due secoli interi di battaglie contro Serbi e Turchi ottomani, Costantinopoli venne conquistata dagli ultimi, che uccisero l’ultimo imperatore dell’una volta glorioso Impero Romano d’Oriente, Costantino XI Paleologo.
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