Stuart Hall: biografia, pensiero e il celebre modello encoding/decoding
Stuart Hall è stato un sociologo, teorico della cultura e attivista politico giamaicano naturalizzato britannico, considerato uno dei padri fondatori dei cultural studies. Attraverso le sue opere e il suo impegno intellettuale, Hall ha contribuito a ridefinire il concetto di cultura, a studiare il ruolo dei media nella società e a sviluppare un modello di comunicazione, noto come encoding/decoding, che ha influenzato profondamente gli studi sulla comunicazione e sulla cultura popolare. Questo articolo ripercorre la vita e il pensiero di Stuart Hall, analizzando i concetti chiave del suo lavoro e la sua eredità intellettuale.
Biografia di Stuart Hall: dalla Giamaica all’Inghilterra
Stuart Hall nasce il 3 febbraio 1932 a Kingston, in Giamaica, nel complesso contesto della colonizzazione britannica. Giamaicano, Hall nasce dalla madre Jessie Merle Hopwood, che proviene da una famiglia conservatrice che nel passato deteneva un gruppo di schiavi neri, e dal padre Herman Hall. Il sociologo nasce in un contesto sociale definito da lui stesso “piccolo borghese” che auspicava ad essere una famiglia vittoriana. Da sempre centrali nella vita di Stuart Hall sono stati i concetti di razza, classe e identità. Il rapporto con la madre era caratterizzato da continui dissidi per le idee troppo diverse. La madre si sentiva inglese ed era quindi troppo distante da uno studente simpatizzante del movimento indipendente giamaicano, che da sempre si sentiva discriminato dalla sua famiglia per il colore della pelle più scura rispetto agli altri familiari. Dopo aver svolto i suoi studi (di impostazione classica, britannica) in Giamaica, si trasferisce ad Oxford dove vince una borsa di studio.
Stuart Hall e i cultural studies: la cultura al centro della politica
Quando parliamo di Stuart Hall facciamo riferimento a uno dei sociologi più importanti al mondo e anche a uno dei maggiori esponenti dei cultural studies. Costante fu la sua attenzione per le questioni riguardanti la migrazione, le classi, la razza e fu controverso il rapporto con le idee dominanti nell’Inghilterra dell’epoca (anni 60-70). Fu membro fondatore della New Left, cioè la nuova sinistra, un gruppo di studenti e intellettuali che cercava di scuotere la sinistra tradizionale.
La critica alla distinzione tra cultura “alta” e “popolare”
Stuart Hall si è concentrato prima di tutto sulla destabilizzazione delle definizioni tradizionali di cultura e sul trasformare la cultura popolare in un campo di indagine accademica. L’obiettivo del sociologo era quello di andare a dissolvere la differenza e la distinzione tra cultura “alta” e “popolare”.
La New Left e la politica culturale
In Hall è centrale, sin dai primi anni della sua attività come intellettuale nella New Left, il concetto che la cultura si trova al centro della politica per un motivo principale: è nell’ambito culturale che le trasformazioni sociali si mostrano in modo più incisivo, e le trasformazioni sociali sono alla base della politica. Continuando sulla scia della cultura popolare, Stuart Hall sostiene che questa va vista e analizzata nel periodo storico, va periodizzata e costruita. Centrale nel pensiero e nell’azione di Stuart Hall è la sinistra, il partito laburista che in quegli anni ’50 ’60 post bellici, anni di ripresa e boom economico, si rifiutava di considerare seriamente le politiche culturali. In sintesi Stuart Hall considerava la cultura popolare come un elemento necessario per ri-descrivere il socialismo che in quel periodo affrontava delle difficoltà.
Il modello encoding/decoding di Stuart Hall: come funziona la comunicazione
Per quanto riguarda il modello di encoding/decoding questo viene sviluppato dal sociologo Stuart Hall in uno dei suoi saggi più conosciuti: “Codificazione/decodificazione”, scritto intorno agli anni ’70 ’80 e pubblicato nel 1980 in “Culture, Media, Language”. Sostanzialmente quello di cui tratta Stuart Hall all’interno di questo saggio sono i processi comunicativi coinvolti nel discorso televisivo.
Codifica (encoding): la produzione del messaggio
Secondo un punto di vista tradizionale il significato dei messaggi dei media era considerato statico e immutabile. Hall sostiene che il messaggio inviato non sia mai identico a quello ricevuto e che quindi la comunicazione sia distorta. Secondo il modello convenzionale della comunicazione, quindi, c’è una linea diretta tra il mittente e il destinatario attraverso la quale il messaggio e quindi il significato del messaggio parte dal mittente e arriva “puro” al destinatario. Invece secondo Stuart Hall nella comunicazione il significato del messaggio che parte dal mittente non arriva “puro” al destinatario. Sintetizzando possiamo dire che Stuart Hall sostituisce il modello convenzionale di comunicazione con un modello di encoding/decoding nel quale il mittente è il produttore e il destinatario il consumatore del significato; per Hall il significato non risiede in alcun modello specifico di questo circuito.
Decodifica (decoding): la ricezione e l’interpretazione del messaggio
Per spiegare al meglio il concetto di codifica e di modello encoding/decoding possiamo sicuramente sottolineare che le notizie, secondo Stuart Hall, non ci possono essere comunicate nella forma di un evento puro. Questo perché le notizie, gli eventi, le tragedie vengono comunicati non cosi come sono ma come delle storie raccontate, inserite all’interno di un insieme di regole. La decodifica invece avviene nel momento in cui il messaggio arriva allo spettatore, che va appunto a decodificare, dare un significato al messaggio.
Il ruolo del contesto nella decodifica
È proprio attraverso la decodifica che il messaggio televisivo acquista valore d’uso sul piano sociale o politico. Il processo di decodifica è influenzato da vari fattori, come il background culturale del destinatario, le sue esperienze personali, il contesto sociale e politico in cui avviene la ricezione.
L’eredità di Stuart Hall: l’attualità del suo pensiero
Stuart Hall è morto nel 2014, ma il suo pensiero e le sue opere continuano a essere studiati e discussi in tutto il mondo. Il suo contributo ai cultural studies, alla teoria della comunicazione e all’analisi della cultura popolare è stato fondamentale per comprendere le dinamiche complesse della società contemporanea.
Conclusione: Stuart Hall e la centralità della cultura
L’opera di Stuart Hall ci invita a riflettere sul ruolo centrale della cultura nella nostra vita, non solo come forma di intrattenimento, ma come terreno di scontro politico e di costruzione di identità. Il suo modello encoding/decoding ci fornisce gli strumenti per analizzare criticamente i messaggi dei media e per comprendere come i significati vengano prodotti, negoziati e interpretati all’interno di specifici contesti sociali e culturali.
Fonte immagine: Amazon
Didascalia: Copertina del libro “Il soggetto e la differenza. Per un’archeologia degli studi culturali e postcoloniali” di Stuart Hall