Territorio dell’al-Andalus, accenni storici e contesto sociale

territorio dell'al-Andalus, accenni storici e contesto sociale

Quando si parla del territorio dell’al-Andalus si fa riferimento all’attuale zona del sud della Spagna, l’Andalusia, che fu sotto il dominio degli arabi a partire dal 711 d.C. fino agli ultimi anni del XV secolo, quando terminò il lungo periodo della Reconquista sotto il regno dei Re cattolici.

L’arrivo degli arabi nella Penisola iberica segnò una tappa totalmente nuova e di fondamentale importanza nella storia della Spagna, dal momento che questi ultimi rimasero nel territorio dell’al-Andalus per ben otto secoli e lasciarono un’eredità significativa nella cultura spagnola, tuttora evidente.

Com’era organizzato il territorio dell’al-Andalus?

All’inizio al-Andalus era il solo Emirato di Cordova, ovvero una provincia dell’Impero musulmano che dipendeva dal califfo di Damasco; ma, nel 929 questo emirato fu convertito in un regno indipendente: il califfato di Cordova. Durante il peridio del califfato, che durò dal 929 al 1031, al-Andalus portò a compimento una serie di grandi conquiste militari e Cordova divenne una delle città più importanti, non solo del dominio arabo nella Penisola iberica ma anche di tutta l’Europa medievale. Proprio a partire dall’anno 1031 e in seguito alla caduta del califfato di Cordova, il territorio dell’al-Andalus si divise in numerosi stati indipendenti e contrastanti, i cosiddetti Reinos de Taifas che, nel corso dei secoli, incontrarono sempre più difficoltà e che a lungo avrebbero contribuito alla disintegrazione totale del dominio arabo nel territorio spagnolo.

La società in al-Andalus

Con l’arrivo degli arabi nella Penisola iberica si assistette a evidenti cambiamenti sociali e culturali nel territorio, dovuti alla convivenza forzata di tre diverse culture: la cultura cristiana, la cultura ebraica e la cultura musulmana. Nel territorio dell’al-Andalus, i musulmani furono abbastanza tolleranti sia nei confronti dei cristiani che degli ebrei, infatti, la maggior parte delle persone riuscirono a convivere liberamente tra di loro, anche continuando a praticare la propria fede religiosa. In al-Andalus la società era molto variegata, motivo per cui si potevano incontrare:

– I musulmani, il gruppo dominante dell’intero territorio;
– I muladiés, i cristiani che decisero di abbandonare il cristianesimo e di convertirsi alla religione musulmana;
– I mozárabes, i cristiani che, al contrario, mantennero il proprio credo religioso e le proprie tradizioni ed usanze culturali;
– Gli ebrei, infine, erano il gruppo minoritario che vivevano nei quartieri più periferici e separati rispetto al resto degli abitanti del territorio dell’al-Andalus.

Questa convivenza multietnica si riflesse enormemente nelle rispettive culture e favorì un’abbondante diffusione del sapere artistico, scientifico, letterario e filosofico. Inoltre, si incrementarono le differenze linguistiche dei vari territori della Penisola iberica, dal momento che in al-Andalus si incominciò a parlare una lingua ibrida, il mozarabico, nata dalla mescolanza di elementi dell’arabo con elementi del dialetto romanzo. In particolar modo l’aspetto linguistico ebbe un’influenza significativa nella cultura spagnola che, nei secoli successivi, si sarebbe convertita in un vero e proprio tratto distintivo dello spagnolo moderno.

Fonte immagine in evidenza per l’articolo “territorio dell’al-Andalus” : Pixabay

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A proposito di Alessia Galante

Studentessa presso l'Università "L'Orientale" di Napoli

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