Il Tesoro di San Gennaro è unico nel suo genere. Ha una storia di ben settecento anni ed è diventato immenso grazie alle numerose donazioni. Si è mantenuto intatto senza mai subire spoliazioni e senza che i suoi preziosi fossero venduti. A proteggerlo, la Deputazione della Real Cappella del Tesoro, organizzazione laica voluta da un voto della Città di Napoli il 13 gennaio 1527 deputata prima alla sovrintendenza sulla costruzione della Cappella dedicata al Santo nel Duomo di Napoli, poi alla difesa della collezione da minacce esterne. Ancora oggi formata da dodici famiglie che rappresentano gli antichi “seggi” di Napoli.
San Gennaro è il Santo più venerato e conosciuto al mondo, con numerosissimi devoti, e un tesoro a lui dedicato, unico e meraviglioso; fu nominato ufficialmente vescovo e martire patrono di Napoli, nel 1980 da Papa Giovanni Paolo II.
Il Tesoro di San Gennaro rappresenta la storia di Napoli, un ambito quasi infinito che va al di là di ogni religiosità, e che colora di entusiasmo il popolo partenopeo. Per capirne l’immensa portata e valore, storico, religioso e culturale, basti pensare che il questo tesoro è più ricco delle collezioni reali di Russia e Inghilterra.
Il fulcro di cotanta bellezza inizia dal “busto d’oro e d’argento” che custodisce le ossa del cranio, voluto da Carlo II d’Angiò, e dalla teca che conserva le ampolle del suo sangue, chiesta esplicitamente da Roberto d’Angiò. Ai due capolavori citati, si sono poi aggiunte, nel corso del tempo, altre meravigliose opere; tra queste la “mitra gemmata” realizzata dall’orafo Matteo Treglia nel 1713; la mitra è un copricapo vescovile, realizzato con rubini, smeraldi e diamanti con un peso complessivo di ben diciotto chili.
Altro oggetto di straordinaria bellezza è la leggendaria “collana” creata da Michele Dato nel 1679 e arricchitasi fino al 1879 di altre pietre preziose con le donazioni di regnanti di tutta Europa. Entrambe le opere furono fatte su commissione della Deputazione della Cappella del Tesoro di San Gennaro per il busto Reliquiario del Santo. Meritano d’esser menzionati anche il “Manto di San Gennaro”, ricoperto e impreziosito con pietre preziose e smalti raffiguranti le insegne araldiche del casato, e il “calice” con coperchio chiamato “Pisside” in argento dorato.
Peculiarità e caratteristica unica del tesoro di San Gennaro è che esso, così come le ampolle contenenti il sangue del Santo, appartengono esclusivamente alla città di Napoli e dunque al popolo, che ne è custode e garante, e lo conserva intatto da secoli. A tal proposito infatti, un documento del 1527, attesterebbe un “patto” che il popolo napoletano, stipulò con San Gennaro. Il patto prevedeva la costruzione di una Cappella, in onore del Patrono di Napoli, una volta cessata la terribile epidemia di peste che si era diffusa in tutto il regno. Trascorsi parecchi secoli, accanto alla Cappella, fu realizzata un’altra struttura, che contenesse tutto l’immenso patrimonio devoluto al Santo, ossia il Museo del Tesoro di San Gennaro.
San Gennaro, definito dai napoletani “faccia gialla“, denominazione che nasce dal colore appunto giallo, del busto-reliquia; rappresenta il fulcro storico e religioso della tradizione napoletana e il Tesoro a lui dedicato rappresenta un tassello fondamentale della città. Il Tesoro di San Gennaro è simbolo della devozione del popolo napoletano e soprattutto frutto delle donazioni dei Regnanti per far fronte alle diverse epidemie, eruzioni, calamità.
San Gennaro e il suo Tesoro sono un vero e proprio culto, già particolarmente popolare nelle catacombe di Napoli dove, per volere del principe longobardo Sicone I, rimasero fino al 1154. A Napoli il culto equivale alla tradizione e la tradizione si fonde con la storia.
Il Tesoro di San Gennaro è speranza e meraviglia, potenza e orgoglio popolare.
Immagine in evidenza: museodisangennaro.it