L’Africa è un vastissimo continente che ospita circa il 18% della popolazione mondiale. Di fatto, è il terzo continente al mondo per superficie ed è considerato la culla dell’umanità: proprio qui sono stati ritrovati i più antichi reperti umani. Essendo uno dei più estesi, ospita numerosi gruppi etnici indigeni e tribù africane, ognuno con le proprie culture e tradizioni. Molte di queste popolazioni hanno scelto di vivere a stretto contatto con la natura incontaminata, venerandola e restando lontane dalle città.
Esistono migliaia di tribù africane, oltre 3.000, ognuna con una lingua e una cultura proprie. Tra le più peculiari per usanze e rituali troviamo le tribù dei Daasanach, dei Kara, degli Hamer e dei Suri.
Tribù africane
I Daasanach
I Daasanach sono una delle diverse tribù africane, stanziata nella Valle dell’Omo, in Etiopia, uno stato dell’Africa orientale. È un popolo legato all’agricoltura, un fattore che ha permesso agli abitanti di queste terre di crescere numericamente. Si tratta di pastori e guerrieri, la cui storia è scolpita sulla loro pelle: un esempio significativo è il rituale sacro del Dimi.
La cerimonia del Dimi consiste nella mutilazione delle parti intime femminili, un rito praticato sulle ragazze del villaggio con l’obiettivo di impedire loro di provare piacere. Questo atto è considerato una purificazione e segna il passaggio dall’infanzia all’età adulta. Solo attraverso questa cerimonia le giovani vengono riconosciute come vere donne. Le primogenite femmine sono obbligate a sottoporsi a questo rito perché, se si rifiutassero, verrebbero emarginate dalla tribù e non potrebbero mai più sposarsi.
Sebbene questa pratica possa apparire disumana, per i Daasanach rappresenta la continuità della loro storia. L’intera tribù partecipa alla cerimonia, accompagnando le ragazze attraverso danze, canti e riti collettivi.
I Kara
Anche questa tribù vive nella Valle dell’Omo, in Etiopia. I Kara sono un gruppo relativamente piccolo, che è riuscito a preservare le proprie tradizioni nel tempo. Le loro origini sono impresse sulla loro pelle: ogni persona ha un ruolo ben definito nella società tribale. Gli uomini si occupano della pesca e della difesa del villaggio, mentre le donne provvedono alla preparazione del cibo.
I Kara sono considerati una delle tribù africane più pacifiche della Valle dell’Omo. Tuttavia, la loro cultura è attraversata da credenze controverse: ritengono che i bambini nati con i canini come primi denti siano maledetti e, per questo motivo, vengono abbandonati nella foresta al loro destino.
Anche in questa tribù esistono cerimonie che segnano il passaggio dall’infanzia all’età adulta. Una delle pratiche più caratteristiche consiste nel praticare incisioni sulla pelle con un coltello: le cicatrici ottenute sono simbolo di orgoglio e fierezza.
Le donne Kara sono particolarmente note per il loro body painting con l’argilla. Dipingono il corpo con motivi geometrici ispirati alla natura, con l’intento di onorarla e sentirsi un tutt’uno con essa.
I leader del villaggio sono coloro che possiedono il maggior numero di cicatrici, segno del loro coraggio nella protezione della comunità. Nonostante la loro indole pacifica, i capi tribù possiedono delle armi, simboli di salvaguardia per la loro famiglia.
Un’altra cerimonia tipica dei Kara riguarda la scelta della moglie: gli uomini scelgono la propria compagna attraverso una danza. Durante questo rituale, il corpo delle donne viene decorato con disegni colorati e ornamenti tradizionali.
Gli Hamer
Gli Hamer sono una tribù stanziata nella parte sud-occidentale della Valle dell’Omo, in Etiopia.
Sono noti soprattutto per il rito del salto dei tori, una cerimonia che segna il passaggio dei ragazzi alla vita adulta. Questo rituale, considerato una prova di mascolinità, prevede che i giovani saltino su più tori in una sola volta. Solo dopo aver superato questa prova possono essere considerati uomini e ottenere il diritto di sposarsi.
Durante la cerimonia, le donne del villaggio dimostrano il loro sostegno al giovane sottoponendosi volontariamente a frustate inflitte dagli uomini che hanno già superato il rito.
Le donne Hamer svolgono un ruolo fondamentale nella comunità e fanno tutto il possibile per accompagnare il ragazzo nel suo percorso. Il giorno della cerimonia si adornano con ornamenti colorati e cospargono i capelli con una miscela di burro e ocra rossa, conferendo loro un aspetto unico.
Le donne della tribù dei suri
Le donne della tribù dei Suri sono particolarmente riconoscibili per i loro ornamenti sul labbro inferiore, noti come dischi labiali. Per inserire il disco labiale, le donne devono perforarsi il labbro inferiore e rimuovere i due incisivi anteriori.
Questi oggetti, realizzati in argilla, sono oggi considerati simboli di bellezza, ma la loro origine affonda in eventi storici drammatici.
Le donne Suri iniziarono a deformarsi il viso per rendersi meno attraenti durante la tratta degli schiavi, sperando così di evitare di essere catturate. Nel tempo, questa pratica si è trasformata in un simbolo di status sociale e bellezza: più grande è il disco labiale, più sono attraenti e più elevata sarà la dote che il futuro marito dovrà pagare per la sposa.
Molti di questi rituali e pratiche risultano estremamente violenti e sono considerati inaccettabili dall’Occidente. Tuttavia, per queste popolazioni, che hanno vissuto per secoli isolate dal mondo esterno, tali tradizioni rappresentano la loro identità e la loro storia. Non praticarli più significherebbe, per loro, la fine della propria cultura e l’estirpazione delle proprie radici.
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