Unione di Kalmar: come avvenne l’unificazione dei paesi scandinavi

Unione di Kalmar, la storica unificazione dei paesi scandinavi

L’Unione di Kalmar, nota anche come Kalmarunionen, fu un tentativo di unificazione dei 3 principali regni scandinavi, quali Danimarca, Svezia e Norvegia, voluta fortemente da Margherita I di Danimarca con l’obiettivo di creare un potente Stato scandinavo.

Tuttavia questo tipo di unificazione implicava la rinuncia della sovranità a tutti i paesi coinvolti ad eccezione della Danimarca, ma non ad una rinuncia dell’indipendenza e ciò portò i paesi che componevano l’unione ad avere interessi diversi e ad essere poco collaborativi tra loro; perciò alla fine, dopo 2 secoli, si arrivò al crollo dell’Unione di Kalmar.

Nonostante il crollo, verso la fine dell’Ottocento i paesi scandinavi tentarono una seconda unificazione basata su una collaborazione economica ma anche questo tentativo fu un vero e proprio fallimento.

Un’unione danocentrica

L’unione di Kalmar può essere definita un’unione danocentrica e non collaborativa poiché i re erano danesi, la capitale Roskilde era danese e il tutto girava a favore della Danimarca: fu proprio questa la motivazione del crollo e del fallimento dell’unione.

L’Unione di Kalmar prende il nome dalla città svedese di Kalmar, dove le truppe danesi sconfissero nel 1389 il re di Svezia Alberto di Meclemburgo, che fu impossibilitato a pagare il tributo richiesto di 60000 marchi d’argento nel giro di tre anni.
Infatti, in Svezia scoppiò una ribellione dovuta al fatto che il re svedese Alberto di Meclemburgo non era amato dall’aristocrazia svedese poiché egli in realtà non era di sangue svedese, ma era nato nel Sacro Romano Impero; le truppe danesi non solo appoggiarono la ribellione contro il monarca, ma addirittura sfruttarono la situazione per convincere gli svedesi a prendere parte all’Unione di Kalmar, utilizzando la scusa che l’obiettivo era quello di frenare il potere sempre più crescente della lega anseatica (un’unione di città sul mar Baltico e sul Mare del Nord che ostacolava il commercio svedese e soprattutto danese).

Così Margherita I di Danimarca, che era figlia di Valdemaro Atterdag di Danimarca e moglie del re di Norvegia Haakon VI, giocò bene le sue carte per unificare la Scandinavia; infatti, fece eleggere suo figlio Olaf (che aveva solo 5 anni) re di Danimarca ed erede al trono del Regno di Norvegia.
Tuttavia suo figlio Olaf morì molto presto e lei divenne reggente dei Regni di Danimarca e Norvegia, e successivamente anche del Regno di Svezia. Infatti gli svedesi furono aiutati da Margherita I per scacciare il re Alberto; per questo, furono costretti ad accettare tutte le sue condizioni e a farla diventare regina di Svezia.

Nonostante ciò, Margherita I non si faceva chiamare mai regina e alla prima occasione nominò sovrano una persona che fosse imparentata con tutte e 3 le vecchie dinastie scandinave. Si tratta del suo bisnipote Eric di Pomerania che nel 1397 venne incoronato re di Svezia, Danimarca e Norvegia; ma anche in questo caso il tutto fu solo una formalità, poiché Eric era ancora minorenne e per questo Margherita restò la reggente dei 3 regni.

I conflitti interni e la fine dell’Unione di Kalmar

Così Margherita I di Danimarca rimase regnante di tutti e 3 regni scandinavi per tutta la sua vita e solo nel 1412, anno in cui abbiamo la morte di Margherita I, Eric riuscì finalmente a diventare re.

Eric continuò con la politica bellica della prozia, caratterizzata da numerose guerre volte a mantenere il potere politico della Danimarca in Germania settentrionale. Tuttavia, gli svedesi erano stufi delle continue guerre della Danimarca poiché ostacolavano le loro esportazioni in Europa, ed iniziarono ad insospettirsi che il Regno danese volesse accentrare tutto il potere su di sé; perciò, si arrivò ad una situazione critica in cui nel 1430 la Svezia decise di espellere tutti i danesi dal suo territorio: e tra il 1438 e il 1439 il re dell’Unione di Kalmar Eric fu deposto e gli successe Cristoforo di Baviera che regnò per circa 10 anni.
Alla sua morte, gli successe Carlo VIII, che aveva come obiettivo quello di rilanciare l’Unione di Kalmar ma con un accentramento del potere in Svezia. Ciò portò a sette decenni di guerra tra Danimarca e Svezia e solo Cristiano II di Danimarca riuscì a riconquistare la Svezia con il celebre bagno di sangue di Stoccolma del 1520, considerato uno degli eventi più crudeli e sanguinosi della storia in cui il sovrano danese attirò e fece uccidere una sessantina di nobili svedesi a Stortorget, la piazza più famosa di Stoccolma.

Ciò assicurò potere alla Danimarca ma solo per un breve periodo; infatti, in Svezia ci fu una nuova ribellione che la portò nel 1521 a cacciare tutti i danesi e a proclamarsi indipendente. Così nel 1523 ci fu l’elezione di Gustavo I Vasa come re di Svezia, che tolse il regno dall’Unione di Kalmar e lo fece diventare una delle principali potenze europee.

E la Norvegia?

Così nel 1523 si ha ufficialmente la fine dell’Unione di Kalmar dovuta alla compresenza di 2 nazioni non adatte a collaborare. La Finlandia rimase sotto il controllo svedese mentre la Norvegia rimase una provincia della Danimarca fino al 1814, anno in cui passa sotto il controllo della Svezia.
Quando la Norvegia divenne indipendente nel XX secolo, comunque fu governata da sovrani di origine danese e l’attuale sovrano del Regno di Norvegia Harald V è il primo ad essere nato in Norvegia dopo quasi mille anni.

Fonte immagine: Wikimedia Commons

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