Varianti del portoghese: le differenze linguistiche

portoghese

Varianti del portoghese, quali sono le differenze?

Il portoghese viene parlato in Africa, America ed Europa e il numero totale di parlanti portoghesi fa sì che il portoghese sia la quinta lingua più parlata al mondo. Il fatto che non si concerti in una sola area ma che si spalmi in più parti del nostro globo, ha portato alla lingua subire delle modifiche sia a livello del parlato che nelle forme grammaticali, portando alla nascita di varianti del portoghese. In particolare, spesso, analizzata dagli studiosi la differenza tra il portoghese europeo e il portoghese brasiliano. Esse partono da uno stesso punto ma nel corso del tempo hanno seguito una propria evoluzione, acquisendo quindi le proprie caratteristiche.

Una delle tante è proprio l’accento che è la prima cosa che si nota quando si sente parlare un portoghese. I tratti prosodici, quindi, sono coloro che ci permettono immediatamente di capire di quale paese faccia parte il parlante. Banalmente, la differenza risiede delle vocali che in Portogallo non sono sempre pronunciate, differentemente dal Brasile, in cui tutto si pronuncia. In effetti, quando si inizia a studiare in portoghese, gli insegnanti propongono ascolti che siano quanto più comprensibili possibili ed è per questo che spesso adottano il portoghese brasiliano, molto più orecchiabile (se inesperti) rispetto al portoghese europeo.

Capita che non riescano a comprendersi neanche tra brasiliani e portoghesi, non solo per la pronuncia delle parole ma soprattutto per alcune espressioni o parole che non esistono per i portoghesi e viceversa per i brasiliani. Ad esempio, in Portogallo gelato di dice gelado e in Brasile sorvete, oppure, Comboio (treno) in Portogallo e Trem in Brasile. Oramai, grazie alla globalizzazione, portoghesi e brasiliani sono in stretto contatto e con il passare del tempo sono sempre di più gli studiosi, o comunque chi se ne interessa, che cercano di analizzare e diffondere le caratteristiche delle due varianti. Dunque, nonostante questi termini non siano parte del quotidiano dei portoghesi, riescono a intuire, se non a conoscere, espressioni brasiliane e viceversa.

A volte anche le differenze ortografiche di queste due varianti del portoghese complicano la comunicazione tra di loro: il brasiliano, ad esempio, tendono a semplificare sempre di più la scrittura. È il caso degli inglesismi che tendono a scrivere secondo la loro pronuncia (media > mídia). Fortunatamente, nel 2009, un’importante riforma dell’ortografia ha permesso di cancellare molte differenze di ortografia tra le varianti della lingua.  

Altro aspetto è la distinzione tra tu (tu) e voi (você). Di norma, il tu è informale e il você formale. I brasiliani, invece, non fanno distinzione tra tu voi. Non importa con chi stanno parlando, useranno você, mentre, in Portogallo, sono fedeli alla norma standard.

Interessante è anche la differenza della posizione dei pronomi riflessivi in una frase tra il portoghese europeo e il portoghese brasiliano.  In Portogallo si posiziona dopo il verbo, mentre in Brasile, sono posizionati prima. La differenza si nota anche nell’uso del pronome soggetto personale che è generalmente omesso nel portoghese europeo, meno frequente in brasiliano. 

In conclusione, non c’è una norma corretta ma due varietà che sono egualmente riconosciute nonostante le notabili differenze, di fatti, quando questa lingua viene insegnata all’università, gli studenti sono liberi di parlare o seguire la norma che preferiscono senza dare prestigio a una piuttosto che l’altra.

Fonte immagine: Pexels

 

A proposito di Luigi Paritario

Vedi tutti gli articoli di Luigi Paritario

Commenta