Verbi latini: fra voci, conuigazioni e paradigma

Verbi latini: fra voci e paradigmi

I verbi latini sono una parte fondamentale – ovviamente – della grammatica latina e si suddividono in quattro coniugazioni: -are, -ēre (con la prima “e” lunga), -ĕre (con la prima “e” breve), -ire. Come si può notare, è dunque di fondamentale importanza conoscere la quantità vocalica, in modo tale da riconoscere l’appartenenza di un verbo che “esce” in -ere alla seconda coniugazione oppure alla terza coniugazione.

Verbi latini: le quattro coniugazioni

La quantità vocalica e l’appartenenza alle coniugazioni

I verbi si dividono in quattro coniugazioni, distinte dalla vocale tematica dell’infinito presente: -are, -ēre, -ĕre, -ire. La quantità vocalica, ovvero la lunghezza o brevità della vocale, è cruciale per distinguere la seconda (-ēre) dalla terza (-ĕre) coniugazione. Lo studio dei verbi latini implica quindi l’apprendimento di questa distinzione.

Struttura dei verbi latini: tema, suffisso e desinenza

I verbi latini sono formati da tre parti fondamentali: il tema verbale (in Latino si hanno il tema dell’indicativo, il tema del perfetto e il tema del supino), il suffisso temporale (attraverso cui distinguere i diversi tempi verbali) e la desinenza verbale (attraverso cui individuare diatesi, persona e numero); il tema del verbo è individuabile, altresì, attraverso la cosiddetta vocale tematica.

La vocale tematica e l’individuazione del tema verbale

Per comprendere appieno i verbi latini, è essenziale conoscere il concetto di vocale tematica, che permette di individuare il tema verbale. Questo tema, unito al suffisso temporale e alla desinenza verbale, costituisce l’intera forma del verbo.

Il paradigma nei verbi latini

Per comprendere e tradurre i verbi latini c’è bisogno di conoscere alcune regole grammaticali fondamentali che enunciamo di seguito.

Cos’è un paradigma verbale?

Prima di passare alla trattazione dei paradigmi verbali, vediamo cosa si intende per paradigma. In grammatica, un paradigma è uno schema che fornisce indicazioni sulla flessione nominale e sulla flessione verbale degli elementi variabili del discorso. In Latino, il paradigma nominale occorre alla definizione delle declinazioni, mentre il paradigma verbale occorre alla definizione delle coniugazioni. In sostanza, il paradigma può essere definito come l’insieme delle forme dei lessemi propri della lingua.

Come si usa il paradigma verbale?

Quando si parla di paradigma verbale, di solito, si fa riferimento ad un insieme limitato di forme, la cui conoscenza permette di ricavare le restanti flessioni verbali; tale insieme limitato di forme è costituito dalla prima persona singolare del modo indicativo al tempo presente, dalla seconda persona singolare del modo indicativo al tempo presente, dalla prima persona del modo indicativo al tempo perfetto, dal supino e dall’infinito presente. In pratica, sul vocabolario, per trovare una voce – o flessione – verbale bisogna ricercare innanzitutto la prima persona del presente indicativo. In tal modo è possibile risalire al paradigma di quel determinato verbo e risalire alla flessione che interessa. Lo studio del paradigma è fondamentale per analizzare e tradurre correttamente i verbi latini.

La diatesi dei verbi latini

La diatesi verbale altro non è che la forma di un verbo, dunque la relazione linguistica che lo stesso verbo intrattiene con il soggetto agente; in Latino oltre alle forme attiva (l’azione è compiuta dal soggetto) e passiva (l’azione è subita dal soggetto) presenti entrambe anche nella lingua italiana, troviamo la forma deponente (un verbo deponente è tale se pur avendo desinenza passiva ha significato attivo) e la forma semideponente (un verbo semideponente è tale se presenta forma attiva nel tema del presente e forma passiva ma significato attivo nel tema del perfetto).

Forma attiva, passiva, deponente e semideponente

La diatesi è un aspetto cruciale dei verbi latini. Oltre alle forme attiva e passiva, i verbi latini possono essere deponenti (forma passiva con significato attivo) o semideponenti (forma attiva al presente e passiva al perfetto, ma con significato attivo).

Costrutti particolari nei verbi latini

Fra i costrutti verbali notevoli ricordiamo la perifrastica, che in latino si presenta di due tipi: perifrastica attiva e perifrastica passiva. La perifrastica attiva è costruita con il participio futuro e il verbo essere ed esprime, fra l’altro, imminenza o cogenza; la perifrastica passiva è costruita con il gerundivo e il verbo essere ed esprime dovere o necessità.

La perifrastica attiva e passiva

Tra i costrutti particolari dei verbi latini, la perifrastica è di fondamentale importanza. Esistono due tipi di perifrastica: attiva, con participio futuro ed essere, per esprimere imminenza o cogenza; e passiva, con gerundivo ed essere, per esprimere dovere o necessità.

Verbi latini irregolari, difettivi e sovrabbondanti

Così come accade per la lingua italiana, inoltre, nella lingua latina sono presenti svariati verbi irregolari, difettivi, sovrabbondanti.

Leggi anche: Metrica latina: ritmo, piede e come leggere

Fonte immagine in evidenza per l’articolo sui verbi latini: pixabay.com

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A proposito di Roberta Attanasio

Redattrice. Docente di Lettere e Latino. Educatrice professionale socio-pedagogica. Scrittrice. Giornalista pubblicista. Contatti: [email protected] [email protected]

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