La Basilicata è una regione ricca di tesori nascosti e autentiche gemme culturali: con i suoi borghi suggestivi, intrisi di storia e tradizione, fanno da scenario a queste immense ricchezze. L’essenza autentica di questa regione viene ben comunicata dai suoi luoghi: dalla bellezza mozzafiato di paesaggi naturali alla calorosa ospitalità della comunità locale, questi borghi sono imperdibili per chi desidera immergersi in un viaggio autentico.
In questo articolo scopriremo tesori nascosti nei borghi in Basilicata, tra stradine acciottolate, panorami mozzafiato e ricordi indelebili intrisi in atmosfere senza tempo.
1. Castelmezzano: l’anfiteatro dei borghi della Basilicata
Denominato l’Anfiteatro delle Dolomiti Lucane, Castelmezzano sorge in un paesaggio preservato nel tempo e a lungo nascosto. Si trova in provincia di Potenza, dimora di tanti borghi della Basilicata bellissimi e ancora poco valorizzati, ma che stanno lentamente iniziando a far parlare di sé e ad attirare turisti da tutto il mondo. Il suo nome deriva dal latino castrum medianum, castello di mezzo, denominazione utilizzata dai Normanni quando, durante il loro dominio (XI – XIII d.C.), decisero di valorizzare la loro presenza sul territorio, costruendo un castello tra quelli di Pietrapertosa e Albano.
La sua storia, molto travagliata, vide il susseguirsi del governo di diverse famiglie e popoli, tra cui il dominio Angioino e, successivamente, Aragonese.
Il borgo, che rientra nel Parco Naturale delle Dolomiti Lucane, si trova a 750 metri di altezza e in linea d’aria di fronte a Pietrapertosa, altro angolo della Lucania da annoverare nei suoi borghi bellissimi, tutto da scoprire. Queste due località col tempo hanno deciso di sfruttare il loro patrimonio naturalistico, valorizzandolo con una delle attività più adrenaliniche degli ultimi tempi: il Volo dell’Angelo. Con una lunghezza di 1150 metri, il Volo dell’Angelo consiste nel lanciarsi attaccati a una teleferica da un punto alto di Pietrapertosa, per poi scendere a gran velocità verso Castelmezzano: durante la discesa, si ha modo di ammirare il paesaggio sottostante da una prospettiva unica nel suo genere. Il patrimonio culturale è molto variegato: come tutti i borghi della Basilicata e dalla storia particolare, anche Castelmezzano è ricco di monumenti e chiese nascosti tra le sue strade, fatte di scalinate ripide e case in pietra ormai diroccate.
Infine, non mancano le leggende: in antichità, si parlava di streghe che nella notte ammaliavano gli uomini, facendogli perdere il senno. Queste leggende, oggi, sono narrate in punti nascosti del borgo e su pietre disseminate per le strade di campagna, rendendo il tutto ancora più magico.
2. Guardia Perticara: tra dominazioni e paesaggi mozzafiato
Guardia Perticara è un piccolo paese in provincia di Potenza, facente parte della sezione dei borghi della Basilicata del sito dei Borghi più belli d’Italia. Situato ad un’altezza di 750 metri, nel paese si può ancora oggi respirare la sua suggestiva aria medievale. Le sue origini antichissime sono testimoniate dai numerosi reperti archeologici risalenti all’età del Ferro (IX-VIII secolo a.C.), quando già vi erano i primi insediamenti nel territorio. Le fonti storiche documentando la distruzione del paese ad opera dei Saraceni nel 1237, per poi essere annesso al dominio di Federico II di Svevia, che denominò il borgo Castrum Perticari.
Oggi, Guardia Perticara è uno splendido gioiello della Lucania: visitando le strade di questo borgo bellissimo, si potrà essere completamente immersi nella sua atmosfera. Le strade in pietra e le abitazioni antiche, il centro storico suggestivo e le graziosissime decorazioni sono tutti elementi caratteristici dell’atmosfera medievale che sprigiona il borgo. Elemento cardine di Guardia Perticara sono i portali: i veri ingressi del centro medievale, questi archi in pietra fungono da cancelli tra il borgo e il resto del mondo. Tra tutti i borghi della Basilicata, Guardia Perticara è conosciuto come il paese delle case in pietra, riqualificate dopo il devastante terremoto del 1980 che fece inginocchiare la regione.
Per le vie del paese si respira un’atmosfera di certo ineguagliabile, ma a fare la sua figura è anche la natura circostante: nel suo punto più alto, dove un tempo sorgeva la torre più alta dell’antico castello, vi è oggi un bellissimo belvedere, da cui si può ammirare tutto il patrimonio paesaggistico. Dal fiume Sauro fino al bosco dell’Amendola, Guardia Perticara è ricchissimo di natura pressoché incontaminata e da preservare: diversi di questi luoghi sono stati impiegati in lungometraggi famosi usciti al cinema negli anni.
3. Venosa: il borgo romano in Basilicata
Venosa, tra i tanti borghi della Basilicata, ha forse una delle storie più antiche e interessanti. Le origini del suo nome sono incerte, ma l’ipotesi più accreditata è che derivi dal latino Venusia, il che significherebbe che Venosa sia stata fondata in onore della dea dell’amore, Venere. Infatti, la sua storia ha inizio ben prima del III secolo a.C., quando le fonti narrano che il borgo divenne colonia romana, per poi diventare vero e proprio municipium e acquisire i diritti di voto e cittadinanza per il suo popolo.
Anno sicuramente degno di nota della storia di Venosa è il 65 a.C., quando proprio per le sue strade, nasce il poeta latino Orazio. Qualche anno dopo, inoltre, vi si insedia la prima colonia ebraica di tutto il territorio italiano. Come molti altri borghi della Basilicata, anche Venosa subisce il saccheggio dei Saraceni nel X secolo d.C. e, nel 1470, il suo nuovo signore, sotto il dominio Aragonese, iniziò la costruzione dell’antico castello, di fianco al quale venne edificata la cattedrale del paese, la Concattedrale di Sant’Andrea. E di edifici antichissimi, Venosa ne è pieno: il suo municipio è situato in un palazzo di epoca seicentesca, Palazzo Calvini, al cui interno si trova una tavola di epoca romana con su incisi diversi nomi di diversi magistrati romani che hanno servito l’antico borgo della Basilicata. Inoltre, è possibile anche visitare l’antica casa di Quinto Orazio Flacco, risalente al II secolo a.C., composta da due stanze di epoca romana adibite a complesso termale, di inestimabile valore architettonico.
La vita del borgo oggi è ricca di attività antiche, segno del trasporto di un’eredità inestimabile di padre in figlio: artigianato e cucina sono solamente alcuni esempi di questa comunicazione nel tempo. Rinomati sono il vino rosso, di cui si ha testimonianza nel territorio sin dall’epoca greca, e l’olio extravergine d’oliva, prodotti a Venosa e classificati dal marchio DOP già dagli anni ’70.
4. Viggianello: importante centro culturale nei borghi della Basilicata
Tra i bellissimi borghi della Basilicata non si può ignorare Viggianello, un’antica roccaforte romana che ha attraversato epoche e dominazioni, divenendo un simbolo di resilienza e continuità nel tempo. Anticamente conosciuto come Castrum Byanelli, Viggianello affonda le sue radici nel II secolo a.C., quando la via Popilia collegava Reggio Calabria a Capua, testimoniando la presenza di una roccaforte romana utilizzata nelle guerre contro i lucani. Anche questo splendido borgo, come la maggior parte in Basilicata, ha subito l’insediamento saraceno nel IX secolo a.C., cosa che contribuì alla stratificazione culturale di cui oggi il paese è caratterizzato. Nel XV secolo, Viggianello diventa feudo della nobile famiglia Sanseverino, sperimentando il passaggio di potere tra normanni, aragonesi e spagnoli. Nel 1799, durante il breve governo della Repubblica Partenopea, il borgo si inserisce nella storia moderna, diventando Comune nel 1808 e partecipando attivamente alle fasi dell’Unità d’Italia, attraverso scontri e cambiamenti dinastici.
Se oggi Viggianello è così importante, è sicuramente grazie alla sua storia. La casata dei Sanseverino ha regalato al borgo alcune delle più importanti chiese della Basilicata, patrimonio inestimabile di arte religiosa curata dai migliori degli artisti dell’epoca. Tra questi, vi è Pietro Bernini, padre di Gian Lorenzo, che realizzò la Madonna con Bambino, scultura in marmo bianco oggi custodita nel convento di Sant’Antonio a Pantana del XVI-XVII secolo. Anche le tradizioni del borgo comunicano la sua grande storia e i suoi antichi valori: feste bucoliche dalle lontane origini vengono celebrate ogni anno e dedicate alla raccolta del grano e alle stagioni, nella speranza che siano il più feconde possibile. Ciò si rivede anche nella cucina di Viggianello, povera ma dai sapori inconfondibili, ricchi di storia ed emozioni dei padri e dei nonni che hanno vissuto queste terre.
5. Maratea: la costa incantata della Basilicata
Maratea, borgo situato in provincia di Potenza, è uno dei borghi della Basilicata dalla bellezza più affascinate. L’origine del suo nome è incerta: si suppone provenga dal greco marathus che significa finocchio selvatico. Il territorio di Maratea, abitato sin dal Paleolitico medio, ha radici profonde, con un primo insediamento stabile sul promontorio di Capo la Timpa, risalente all’Età del Bronzo.
Durante la colonizzazione magnogreca, Maratea intratteneva rapporti di scambio e commercio con gruppi indigeni, ma con la conquista romana nel III secolo a.C., i villaggi furono sostituiti dalle ville patrizie. Nel Medioevo, l’insediamento si spostò sulla cima dei monti per motivi difensivi e agricoli, dando vita al centro di Marathia nel 1079, passando attraverso dominazioni bizantine e normanne. Durante la guerra del Vespro e la dominazione angioina, Maratea resistette ad attacchi aragonesi, mantenendo la sua posizione nel Regno di Napoli. Il borgo fortificato, chiamato popolarmente Castello, si trovava sulla cima del monte, ma la crescita economica avvenne nel centro storico, detto anche Borgo, dove si concentrò la vita culturale ed economica della comunità. Dopo l’assedio napoleonico, la storia di Maratea si intrecciò con i moti per l’Unità d’Italia, con patrioti risorgimentali come Costabile Carducci. Nel XX secolo, Maratea abbracciò la modernizzazione con l’arrivo della ferrovia nel 1894 e dell’energia elettrica nel 1921. Da stazione balneare prima delle guerre mondiali, Maratea divenne una rinomata meta turistica nel dopoguerra.
Oggi, Maratea guarda al futuro con la sua candidatura, formalizzata nel 2015, per entrare a far parte dei patrimoni dell’Umanità UNESCO, conservando la sua storia unica e affascinante. Anche questo bellissimo borgo della Basilicata, quindi, è ricco di storia e dominazioni: per questo arte, chiese e monumenti disseminano il suo territorio. Tra questi, il simbolo di Maratea e la più importante opera religiosa del luogo è la Statua del Redentore: situata sul monte San Biagio, è stata completata nel 1965 da Bruno Innocenti, scultore fiorentino. La statua, tra le più alte d’Italia, raggiunge i 22 metri di altezza, essendo attualmente tra le prime cento statue più alte al mondo, Raffigura il Cristo Redentore, dopo la Resurrezione. Simile a quella di Rio, la statua da lontano sembra che guardi il mare, ma in realtà ha lo sguardo rivolto verso i monti della Lucania.
Questi sono solo alcuni dei bellissimi borghi che costellano il territorio della Basilicata. La storia, la natura e la cultura di questi luoghi sono certamente da preservare nel tempo e un’importante eredità che pochi altri luoghi al mondo possono eguagliare, utili alla conoscenza dei nostri avi, dei popoli che hanno vissuto l’Italia dell’epoca e le tradizioni che sono andate consolidandosi negli anni.
Fonte immagine articolo Borghi in Basilicata, 5 bellissimi da visitare: Freepik