Tra le strade di Bologna si nasconde una figura affascinante, misteriosa e capace di suscitare sensazioni ambivalenti. La Diavolessa di via D’Azeglio, meglio nota come Diavolessa Bolognese, scruta col suo sguardo indecifrabile e carico di segreti i visitatori che sostano, forse ignari della sua storia, sotto il portico dell’ex ospedale degli Innocenti, un incontro inaspettato che lascia un’impressione duratura.
Con la sua presenza oscura, criptica e a tratti ammaliante, la figura ibrida con corpo femminile e testa di cane suscita la curiosità dei più, che si interrogano sulla sua origine e sul suo significato nascosto.
La Diavolessa Bolognese, una figura arcana dal fascino oscuro
Le sue origini affondano in un passato misterioso, incerto, dove mito e leggenda si incontrano, rendendo difficile stabilirne la vera genesi. Una copia più antica ubicata a Firenze suggerisce che la Diavolessa Bolognese sia un’imitazione del gargoyle toscano. Nonostante ciò, la sua presenza dinanzi all’ospedale degli Innocenti non è affatto casuale, ma carica di simbolismo contestuale.
La leggenda vuole che nel 1245 Pietro da Verona fosse a Firenze. Giunto nella città toscana, l’uomo, futuro santo inquisitore, si imbatté in un cavallo imbizzarrito, simbolo di una possessione demoniaca, una creatura infernale secondo il racconto. Grazie alla sua fede, Pietro riuscì ad allontanare il destriero, che lasciò una forte scia di zolfo. Per commemorare tale episodio fu eretta la statua nella città toscana.
La Diavolessa Bolognese, il segreto della sua ubicazione
Pare che la Diavolessa Bolognese sia stata posizionata all’ingresso dell’orfanotrofio con un intento preciso: la sua presenza ambigua avrebbe indotto i genitori sul punto di abbandonare i propri figli a riflettere. A fare da contraltare, accanto al gargoyle vi è una riproduzione della Vergine Maria mentre allatta, un potente contrasto visivo tra dannazione e salvezza, un monito silente per chiunque vi passi davanti, simbolo di genitorialità, amore incondizionato e cura della famiglia.
Mistero, fascino e magia: le leggende che riguardano la costruzione del gargoyle
Secondo altre interpretazioni, la statua sarebbe la protettrice dei viandanti, oppure rappresenterebbe la presunta strega Caterina, che visse a Bologna nel XV secolo. Quest’ultima ipotesi conferisce a Bologna un ulteriore riferimento relativo al mondo occulto, una peculiarità che l’ha resa famosa in Italia e nel mondo, contribuendo alla sua fama di città esoterica.
La Diavolessa Bolognese, una figura ibrida e arcana, un elemento oscuro, intrigante, dalle molteplici sfaccettature, che conferisce all’antica Felsina un fascino difficile da eguagliare, sussurrando storie dimenticate ai passanti attenti.
Fonte immagine: archivio personale.