Human Library: la biblioteca umana di Copenaghen

Biblioteca umana

E se vi dicessimo che in Danimarca esiste una biblioteca umana? Ebbene sì, proprio così. A Copenaghen – la capitale danese – esiste una biblioteca in cui, piuttosto che prendere in prestito libri, si scelgono persone che raccontano la propria storia.

La nascita del progetto Human Library

Il progetto prese vita a Copenaghen nella primavera del 2000, da un’idea dei fratelli Dany e Ronni Abergel; quest’ultimo in particolare teneva tantissimo alla realizzazione di una Menneskebiblioteket biblioteca umana in danese – in quanto giornalista e attivista per i diritti umani. Il primo evento permise ai lettori di avere 50 titoli a disposizione per 4 giorni: quando parliamo di titoli, in questo caso, ci riferiamo a persone in carne ed ossa che si erano rese disponibili a raccontare la propria storia di vita.

Le persone scelte come libri fanno tutte parte di una minoranza o di gruppi sociali spesso stigmatizzati, stereotipati ed emarginati. L’idea centrale della biblioteca umana è quella di creare una vera e propria lotta contro i pregiudizi che mirano a dividere le persone che convivono nella stessa società. L’evento fu un enorme successo al quale parteciparono più di mille persone, e pose le basi per quella che sarebbe poi diventata l’organizzazione danese no profit chiamata Human Library Organisation.

Come si svolge la Human Library?

La biblioteca umana non è un vero e proprio luogo chiuso come le classiche e tradizionali biblioteche, bensì un evento che può essere organizzato sia in uno spazio al chiuso come una biblioteca, sia in spazi all’aperto come i parchi. Durante l’evento, la Human Library Organisation fornisce a tutti i partecipanti un vero e proprio catalogo di lettura, realizzato con le foto delle persone che vogliono raccontarsi accompagnate da una loro caratteristica particolare che li contraddistingue.

Le storie raccontate sono miriadi e ogni persona-libro porta con sé qualcosa che la rende in qualche modo emarginata, come ad esempio persone affette da patologie neurodegenerative, persone che soffrono di disturbo dello spettro autistico, di bipolarismo, di disturbo borderline di personalità. Tutte storie di chi vuole condividere come il mondo appare loro e come loro appaiono al mondo. Ci sono persone affette da cecità che raccontano com’è il mondo ai loro occhi o come immaginano che sia, vittime di abusi che vogliono sensibilizzare il tema e raccontare il proprio vissuto.

La lotta ai pregiudizi e agli stereotipi

Per contribuire allo scopo di rompere le discriminazioni e i pregiudizi, i lettori vengono invitati a porre anche le domande più scomode alle persone-libro, seguendo proprio il motto della biblioteca umana che recita: Unjudge Someone! Un po’ come al voler dire di non giudicare un libro – o, in questo caso, una persona – dalla copertina.

Proprio sull’onda di questo motto, le persone sono identificate nei cataloghi con delle descrizioni brevi, ma d’impatto come: ex alcolista, vittima di abusi sessuali, transgender, e così via Lo scopo è quello di rompere il ghiaccio fin da subito stabilendo un contatto profondo tra le persone che va oltre il loro passato e la loro apparenza, cercando invece di entrare in empatia con chi si ha dinnanzi e di stabilire una connessione che risulti d’impatto per chi ascolta.

Ad esempio, uno dei libri-umani più conosciuti del progetto della biblioteca umana è Samantha Braxton, crossdresser e attivista per i diritti della comunità LGBTQ+, il cui titolo nel catalogo è: Trasformista. E da come riporta il sito della Human Library, tra i lettori di Braxton c’è una grande maggioranza di persone che non hanno ancora accettato la propria identità di genere o il proprio orientamento sessuale, e cercano in Braxton un punto di partenza e dei consigli.

La biblioteca umana in giro per il mondo

A seguito dell’incredibile successo che ha riscosso in Danimarca, nel 2013, Ronni Abergel decise di dedicarsi totalmente all’iniziativa esportando il modello della biblioteca umana in giro per il mondo. Oggi gli eventi si possono trovare in più di 80 paesi tra cui Australia e Singapore.

Anche in Italia è possibile vivere l’esperienza della biblioteca umana: gli eventi si svolgono solitamente a Firenze, Verona e Torino, ma è anche possibile trovare iniziative simili ispirate al progetto danese in tante altre città. 

Fonte immagine: Wikipedia

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