I Quartieri Spagnoli di Napoli: tra storia e tradizioni

I Quartieri Spagnoli di Napoli: tra storia e tradizioni

I Quartieri Spagnoli di Napoli sono un animato complesso di vicoli nel quartiere Montecalvario, che fiancheggiano la famosa strada di Via Toledo. Costituiscono un labirinto di stradine piene di storia e tradizione, situate nel cuore della città: ad oggi sono uno dei punti turistici più visitati, nonostante pochi anni fa costituivano una realtà che sembrava dall’esterno degradata e ostile per ospitare turisti.

La nascita dei Quartieri Spagnoli

I Quartieri Spagnoli trovano le loro origini nel periodo in cui Napoli era sotto il dominio spagnolo, dal 1503 al 1707, periodo in cui la città divenne un importante centro militare e amministrativo del vicereame spagnolo. La sua storia rappresenta un mix di culture e tradizioni.Quartieri, come vengono chiamati dai napoletani, nascono per volontà del viceré Don Pedro de Toledo. L’area fu inizialmente adibita come alloggio per le truppe spagnole, ma la presenza militare aveva anche la funzione di controllare la popolazione napoletana per sedare eventuali rivolte. La bellezza del paesaggio era in netto contrasto con la criminalità, la prostituzione e i piaceri lussuriosi di ogni tipo che, all’epoca, erano comuni per soddisfare le voglie dei militari. Questa cattiva fama si è perpetuata nel tempo, infatti anche i soldati americani, durante la Seconda Guerra Mondiale, si avventuravano lì in cerca di prostitute. La geografia ha sempre favorito questo agglomerato di vie, che sorgono infatti su un altura: ciò rende l’ambiente molto folkloristico e tradizionale. I negozi, le osterie e i bar rappresentano ad oggi un punto di forza. I tradizionali “vasci”, ossia i “bassi”, case situate al piano terra tipiche dei quartieri popolari napoletani, mentre un tempo offrivano rifugio in tempi difficili, ad oggi sono molto richiesti sul mercato immobiliare. Queste piccole abitazioni vengono ristrutturate in chiave turistica e trasformate in B&B.

Storie e tradizioni

I Quartieri Spagnoli, però, offrono molto di più: sempre stati un luogo cosmopolita, costituiscono oggi un mix di antico e moderno, folklore, storia e arte, che testimonia uno stile di vita tipicamente napoletano. Queste strade, con i tipici panni stesi da una casa all’altra tra finestre e balconi, i piccoli negozi, le trattorie e i bellissimi murales (tra cui troviamo quello di Maradona), rendono la città più vivace e colorata. Quali sono le antiche storie e tradizioni dei Quartieri Spagnoli a Napoli?

La figura del “femminiello”

Napoli, con la sua lunga storia millenaria, ha mantenuto nel tempo un carattere di tolleranza: questo spirito di apertura le ha permesso di essere un esempio di convivenza tra popoli eterogenei e culture diverse. Nel contesto napoletano, anche il “femminiello” trova spesso accoglienza e comprensione, soprattutto nei quartieri popolari; infatti, nonostante oggi il termine venga usato nel dialetto in senso dispregiativo o ironico per definire un omosessuale o una transessuale, in realtà è una parola che affonda le radici nel folklore partenopeo. Per tradizione, è il “femminiello” che tira i numeri della Tombola, ed è a lui che si fa tenere in braccio un neonato perché gli trasmetta energie positive. Nati in ambienti spesso difficili, caratterizzati da spazi angusti e promiscuità familiare, i femminelli trovano nelle comunità dei quartieri popolari un ambiente favorevole allo sviluppo delle loro inclinazioni.

Il “femminiello” gode quindi di una tolleranza benevola nel tessuto sociale dei quartieri popolari di Napoli. Non lo si considera deviato, ma stravagante, una persona che ama assumere comportamenti e modi di fare tipicamente femminili. Tra le storie più famose abbiamo quella di Tarantina, trasformata in un’icona a Napoli: abbandonata dalla sua famiglia d’origine in Puglia, trovò in Napoli un rifugio, un luogo dove stabilirsi e nel quale trovò una casa. Fu infatti adottata da una prostituta in un basso napoletano nei Quartieri Spagnoli, dove vive ancora ad oggi. A lei è stato dedicato un murales, nei vicoli di Montecalvario, intitolato Tarantina Taran.

La figliata dei femminielli

Tra le tante storie e tradizioni legate alle figure dei femminielli abbiamo “la figliata dei femminielli“. Questo antico rituale richiama il suggestivo momento del parto: attraverso l’arte dell’interpretazione teatrale, i partecipanti richiamano le sofferenze e le fatiche del parto. Ricreano la scena in modo teatrale e stravagante: infatti, dalle cosce del femminiello emerge un bambolotto di pezza, che simboleggia la nascita di una nuova vita. Una delle tradizionali celebrazioni in cui il femminiello svolge un ruolo di rilievo è la “tombola Vajassa”, ossia irriverente, volgare. Il compito del femminiello è quello di tirare fuori e commentare i numeri della tombola napoletana con i rispettivi simboli, narrando storie e aneddoti che mescolano sacro e profano.

La sedia miracolosa di Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe

Presso Vico tre Re si trova il santuario di Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe e la casa dove la Santa ha vissuto gli ultimi quarant’anni della sua vita. Santa Maria Francesca è la protettrice delle donne incinte e soprattutto delle donne sterili, che si recano al suo santuario per un’intercessione della santa, con la speranza di diventare madri. All’interno della chiesa si trova infatti la sedia appartenuta alla Santa, la sedia della fertilità, dove sedeva ogni qual volta soffriva di dolori durante il periodo di Quaresima. La santa, col nome di Anna Maria Rosa Nicoletta Gallo, nacque a Napoli nei Quartieri Spagnoli il 25 marzo del 1715. Suo padre era un uomo violento e sin da bambina trovò confronto nella fede. Il suo desiderio era quello di appartenere all’ordine religioso francescano, ma suo padre non era d’accordo e riversava la sua frustrazione su di lei, i suoi fratelli e la madre. A 38 anni  la donna riuscì finalmente a scappare via, andando a vivere al Vico Tre Re e riuscendo finalmente ad entrare nell’ordine francescano. Oltre al suo dono di aiutare le donne con problemi di fertilità, alla sua figura è attribuito anche un potere profetico: avrebbe infatti predetto la Rivoluzione Francese e la santificazione di Francesco Saverio Maria Bianchi. La devota donna verrà poi beatificata dopo la sua morte nel 1803 da Papa Pio VII.

I Quartieri Spagnoli, quindi, sono un luogo da vivere e da vedere con i propri occhi. Oltre alle attrazioni turistiche come il famosissimo Largo Maradona che spopola nelle storie Instagram dei turisti, ci sono tantissime storie e tradizioni antichissime da conoscere!

Fonte immagine: Wikipedia

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