Il Cinquecento a Ferrara, la nuova mostra a Palazzo dei Diamanti

Il Cinquecento a Ferrara

Il Cinquecento a Ferrara, la nuova mostra d’arte rinascimentale curata da Vittorio Sgarbi e Michele Danieli è arrivata a Palazzo dei Diamanti

Il Cinquecento a Ferrara. Mazzolino, Ortolano, Garofalo, Dosso è una mostra pittorica curata da Vittorio Sgarbi e Michele Danieli, sotto la direzione Pietro Di Natale, la quale è stata organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte e Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara con il contributo della Regione Emilia-Romagna e del Ministero della Cultura. L’esposizione è stata inaugurata il giorno venerdì 11 ottobre all’interno di Palazzo dei Diamanti di Ferrara e sarà visitabile fino a domenica 16 febbraio 2025.

Il Cinquecento a Ferrara, l’occasione per celebrare la Scuola pittorica ferrarese secondo il parere del Sindaco e dell’Assessore alla cultura

Il Sindaco di Ferrara Alan Fabbri ha commentato il progetto culturale di Sgarbi e Danieli definendolo come l’occasione per far tornare l’arte del Rinascimento nelle stanze di Palazzo dei Diamanti:

«[…] ora, finalmente, in quello che è senza timor di smentita uno dei più celebri edifici dell’Italia settentrionale e il simbolo dell’architettura rinascimentale della nostra città, torna a risplendere l’arte antica. Per quattro mesi, i capolavori di Mazzolino, Ortolano, Garofalo e Dosso […] vi incanteranno, documentando una stagione incredibilmente ricca, dove l’antico e il moderno, il sacro e il profano, la storia e la fiaba si fondono in un mondo figurativo che può definirsi, in una parola, ferrarese. Sarà una “riunione”, credo, irripetibile, perché le opere giungono – e molte per prima volta – da alcuni dei più importanti musei italiani, europei e americani: limitandoci a questi ultimi sono orgoglioso di ricordare almeno il Musée du Louvre di Parigi, la Gemäldegalerie di Dresda, il Fitzwilliam di Cambridge, il Philadelphia Museum of Art, lo Städel Museum di Francoforte, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, la National Gallery of Art di Washington».

Il Cinquecento a Ferrara
Fonte immagine: si ringrazia l’ufficio stampa di Arte a Ferrara

Un parere simile è stato condiviso anche dall’Assessore alla cultura Marco Gulinelli, il quale, sempre attraverso un comunicato stampa, ha elogiato la mostra in corso perché permette di riscoprire la Scuola pittorica ferrarese:

«Gli antichi maestri che hanno reso celebre la “Scuola ferrarese” in tutto il mondo tornano protagonisti a Palazzo dei Diamanti. È un momento attesissimo, e programmato da tempo. Si tratta infatti della seconda tappa della più ampia e ambiziosa indagine del tessuto culturale e artistico intitolata Rinascimento a Ferrara 1471-1598: da Borso ad Alfonso II d’Este […], che, per l’innegabile valore scientifico e divulgativo, ha ricevuto la Medaglia d’Oro della Presidenza della Repubblica ed è stata considerata dalla rivista Finestre sull’Arte una delle tre mostre più importanti del 2023. Una grande soddisfazione per la nostra amministrazione, che, grazie alla Fondazione Ferrara Arte e al Servizio Musei d’Arte, ha negli scorsi anni promosso un virtuoso e necessario progetto di riscoperta di grandi maestri ferraresi come Gaetano Previati, Giovanni Battista Crema, Arrigo Minerbi e Achille Funi attraverso antologiche che hanno avuto il merito di valorizzare il patrimonio delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara».

Il Cinquecento a Ferrara
Fonte immagine: si ringrazia l’ufficio stampa di Arte a Ferrara

Gli artisti  Mazzolino, Ortolano, Garofalo e Dosso fra i protagonisti della mostra Il Cinquecento a Ferrara

Il Cinquecento a Ferrara racconta la pittura della Scuola ferrarese attraverso quattro protagonisti, i quali potrebbero godere dello stesso prestigio di grandi autori di quegli anni come Michelangelo Buonarroti, Raffaello Sanzio oppure Tiziano: Ludovico Mazzolino, Giovanni Battista Benvenuti detto Ortolano, Benvenuto Tisi detto Garofalo e Giovanni Luteri detto Dosso.

Costoro condividono molte caratteristiche come aver vissuto a cavallo fra il XV e il XVI secolo, essere originari del territorio ferrarese e aver realizzato opere durante gli anni di governo di Alfonso I. Questo percorso artistico racconta l’arte ferrarese fra il sacro e il profano, fra i soggetti religiosi oppure quelli mitologici; infatti, il catalogo è principalmente costituto da dipinti su tavola o tela, ma non mancano eccezioni come incisioni, disegni preparatori e sculture.  Inoltre, la mostra in questione  propone anche alcune opere di Albrecht Dürer, Domenico Panetti, Boccaccio Boccaccino, Lazzaro Grimaldi, Niccolò Pisano, il Maestro dei dodici Apostoli, Fra Bartolomeo, Romanino, Amico Aspertini; i quali sono considerati alla stregua di maestri che stimolarono la formazione artistica di Mazzolino, Ortolano, Garofalo e Dosso.

Il Cinquecento a Ferrara
Fonte foto: si ringrazia l’Ufficio stampa Arte a Ferrara

Il Cinquecento a Ferrara è un percorso multidisciplinare perché dialoga con la storia politica, raccontando anche le vicende di Ferrara, con la storia della religione, analizzando lo scontro fra Martin Lutero e il papa Leone X, ma anche con la musica; poiché, nel corso della visita, è possibile udire frammenti musicali rinascimentali o canti religiosi per dare un tocco più suggestivo all’atmosfera.

L’opera che ruba la scena a tutte le altre è Giove pittore di farfalle di Dosso, proveniente dal Castello di Wawel (situato in Polonia), la quale “un’immagine dove politica, mitologia e letteratura si fondono con la leggerezza di un’ottava ariostesca”; dal momento che, dietro l’immagine del sovrano dell’Olimpo si nasconderebbe quella di Ercole I.

Il Cinquecento a Ferrara
Fonte immagine: si ringrazia l’ufficio stampa di Arte a Ferrara

Un ciclo di conferenze durante i giorni dell’esposizione per ricordare questi artisti del Rinascimento locale

Il Cinquecento a Ferrara non si conclude al termine del percorso di visita; infatti, sono state organizzate una serie di conferenze dedicate all’arte ferrarese con la presenza di studiosi. L’intervento Quel singolarissimo artista che fu Lodovico Mazzolino, nonostante quelle sue figure color di gambero cotto di Valentina Lapierre si è svolto il giorno 9 novembre; ma, ad esso, seguiranno Di un “intelligente” pittore devoto e rusticano. Il caso di Ortolano di Davide Trevisani il 14 novembre, Garofalo. Oltre il mito del Raffaello di Ferrara di Michele Danieli il  21 novembre, L’enigma Dosso di Marialucia Menegatti il 28 novembre, per poi concludersi con Committenti e documenti per l’arte a Ferrara nel primo Cinquecento di Roberto Cara il 5 dicembre e con La scultura a Ferrara al tempo di Alfonso I d’Este di David Lucidi il 12 dicembre.

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Fonte immagine: si ringrazia l’ufficio stampa di Arte a Ferrara

Fonte immagine di copertina: si ringrazia l’Ufficio stampa Arte a Ferrara

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A proposito di Salvatore Iaconis

Laureato in Filologia moderna presso l'Università Federico II di Napoli il 23 febbraio 2024 e iscritto all'Ordine dei giornalisti dal 25 gennaio 2021. Sono cresciuto con i programmi educativi di Piero e Alberto Angela, i quali mi hanno trasmesso l'amore per il sapere, e tra le mie passioni ci sono la letteratura, la storia, il cinema, la filosofia e il teatro assieme alle altre espressioni artistiche.

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