La fioritura di Castelluccio di Norcia, tra i Monti Sibillini, ogni anno a primavera incanta i visitatori provenienti da tutto il mondo. Fosco Maraini l’ha descritto come il luogo più simile al Tibet che esiste in Europa.
Scopriamo qualcosa su Castelluccio di Norcia
Celebre tra le tante cose per la sua fioritura, Castelluccio di Norcia è un piccolo borgo medievale incastonato nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini, a 1450 m s.l.m., in cima a una piccola collina da cui domina su un vasto altopiano. Fu un antico castello nell’orbita di Norcia costruito per difendere i pascoli. A seguito del terremoto del 30 ottobre 2016, che si è abbattuto con estrema violenza su Castelluccio di Norcia, il paese è andato quasi completamente distrutto e disabitato.
Di fronte si erge maestoso il Monte Vettore che, con i suoi 2478 metri, è la cima più alta dei Monti Sibillini.
Vi è poi la Piana di Castelluccio che ha un’estensione di circa 15 km² ed è costituita dal Pian Grande, dal Pian Piccolo e dal Pian Perduto.
La fioritura di Castelluccio di Norcia
La fioritura di Castelluccio di Norcia si svolge ogni anno, in primavera: l’altopiano si tinge dei colori di milioni di fiori, tanto che sembra di trovarsi all’interno di un quadro di Monet.
A inizio maggio cominciano a fiorire le orchidee selvatiche, i tulipani, compare poi il giallo della senape selvatica. Poi è il turno dei papaveri, delle margherite e del bianco della camomilla. A luglio il blu dei fiordalisi. Tra i petali gialli, rossi e blu si possono scorgere i piccoli fiori bianchi delle lenticchie, prodotto rappresentativo della zona che, nel 1997, ha ottenuto con decreto comunitario il riconoscimento europeo di Indicazione Geografica Protetta (IGP). Un’altra specialità della zona, oltre alle lenticchie, è il miele. Poi ci sono salumi e formaggi, fatti con ingredienti genuini, passione ed esperienza.
Ma Castelluccio di Norcia non è famoso unicamente per la fioritura. Nel periodo estivo i monti circostanti offrono numerosi percorsi per gli appassionati di trekking e per coloro che vogliono effettuare escursioni in bicicletta o a cavallo. Durante l’inverno, invece, è il luogo ideale per gli appassionati di sci di fondo e di ciaspolate sulla neve. Per via delle particolari correnti ascensionali è inoltre adatto per i coraggiosi amanti degli sport in volo, come deltaplano e parapendio.
La fioritura di Castelluccio di Norcia attrae ogni anno migliaia di visitatori: le stime parlano di oltre 40.000 presenze annue. Per gestire al meglio il traffico ed evitare code è stato previsto un servizio navetta e la possibilità di prenotare gratuitamente il biglietto d’accesso ai parcheggi.
Alcune leggende sui Monti Sibillini
Dopo aver parlato della fioritura di Castelluccio di Norcia, vi presentiamo una curiosità: fin dall’antichità questi luoghi e i Monti Sibillini in generale sono stati scenario di numerose leggende.
Risalendo il sentiero che porta al Monte Vettore, a quota 1941 metri, c’è il lago di Pilato.
Secondo la leggenda in queste acque sarebbe conservato il corpo di Ponzio Pilato, condannato a morte dall’imperatore Vespasiano. Questi fu caricato su un carro trainato da due bufali che, in una folle corsa, da Roma giunsero fino ai Monti Sibillini e qui si tuffarono nelle acque del lago.
Altre leggende collocano proprio qui l’entrata verso il mondo degli Inferi.
O ancora, si racconta che di notte le fate, donne affascinanti e scaltre, scendevano dai monti per frequentare feste, balli ed intrattenersi tra gli uomini del paese, ma solo fino all’alba.
Durante una di queste feste il sole le sorprese all’alba e furono costrette a fuggire. Nella folle corsa, con i loro piedi caprini, segnarono la parete del Monte Vettore, creando quella che tutt’oggi viene chiamata «La Strada delle Fate».
Castelluccio di Norcia e la sua piana incantano i visitatori con la loro bellezza selvaggia, una storia ricca di fascino e tradizioni autentiche.
È uno spettacolo affascinante in ogni momento dell’anno, ma è durante il periodo della fioritura che una visita a Castelluccio di Norcia è davvero d’obbligo!
Fonte immagini in evidenza e dell’articolo: Wikimedia Commons