Marina Apollonio, Oltre il cerchio in mostra a Venezia

Marina Apollonio | Oltre il cerchio

 

Marina Apollonio è una delle figure più importanti nel campo dell’arte ottico-cinetica, un movimento artistico che esplora il rapporto tra percezione visiva, movimento e interazione con lo spettatore. La sua arte, caratterizzata da una rigorosa ricerca geometrica e dall’uso sapiente di illusioni ottiche, riveste un ruolo centrale nel panorama artistico contemporaneo. Nata in una famiglia di artisti, figlia del teorico e critico d’arte Umbro Apollonio e di Fabiola Zanini, Apollonio è cresciuta in un ambiente che ha stimolato il suo interesse per l’arte fin da piccola. Dopo il liceo, frequenta il corso di pittura di Giuseppe Santomaso all’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove sviluppa la passione per le arti visive e inizia a esplorare anche l’industrial design e l’architettura d’interni. Nei primi anni Sessanta Apollonio inizia a concentrarsi sia sulla percezione che sulla comunicazione visiva e dopo aver fatto esperienza come designer nello studio di architettura di Édouard Albert a Parigi, torna in Italia per creare le sue prime opere: “Rilievi metallici” e “Dinamiche circolari”. Questi lavori fanno parte della sua ricerca sull’arte ottica che utilizza materiali industriali e serie di colori come arte che rifiuta l’espressionismo e abbraccia una visione scientifica e impersonale. La sua ricerca si concentra sulla creazione di strutture che, attraverso l’interazione con lo spettatore, si trasformano in spazi dinamici e fluttuanti. In questo periodo Marina Apollonio entra anche a far parte del movimento storico dell’Arte Ottica Cinetica, lavorando principalmente presso il Gruppo N di Padova e il Gruppo T di Milano, con artisti di spicco come Getulio Alviani, Dadamaino e altri membri del Movimento Azimut.

Collaborando e partecipando ad importanti mostre internazionali, espone con Vasarely, Riley, Colombo e altri alla mostra Nova Tendencija 3 a Zagabria e Aktuell ‘65 a Berna. La sua produzione artistica raggiunge uno dei momenti più culminanti nel 1968 dopo un’esposizione alla Galleria Barozzi di Venezia in cui Marina Apollonio cattura l’attenzione di Peggy Guggenheim che acquista il “Rilievo n. 505”, opera che simboleggia il suo sostegno alle nuove avanguardie. Successivamente, a partire dagli anni Settanta, la Apollonio prosegue la sua ricerca visiva, creando opere basate sul rapporto ortogonale di linee colorate parallele su fondo nero; nel 1977, commissiona un’opera per il Cassetto di Herbert Distel, una collezione di opere di maestri come Picasso, e gli vengono commissionate opere in miniatura per il Museo di Belle Arti. Negli anni ’80, Apollonio sperimenta anche con altri materiali come la tessitura, realizzando lavori come “Morbide & Trame” e “Testi Tessili”. Altro momento culminante è stato raggiunto nel 1990, quando la Schirn Kunsthalle di Francoforte le ha commissionato la creazione di “Kinetic Activated Space, un’opera con un disco rotante di 10 metri. L’opera è stata esposta accanto ad alcuni dei più grandi nomi dell’arte ottica, tra cui Victor Vasarely, Brigitte Riley e François Morellet. La sua carriera internazionale ha continuato a crescere con la partecipazione a mostre prestigiose come “Optic Nerve: Perceptual Art of the 1960s” al Columbus Museum of Art e “Nove Tendencije – Computer und visuelle Forschung” e ancora, nel 2007 la rivista Artforum ha riconosciuto il suo impatto sulla scena artistica internazionale con una storia di copertina.

“Oltre il Cerchio”, la mostra di Marina Apollonio a Venezia al Peggy Guggenheim

Recentemente, la mostra dedicata ai suoi lavori “Oltre il Cerchio”, presso la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia disponibile dal 12 Ottobre 2024 fino al 3 Marzo 2025, ha offerto un’importante occasione per riscoprire il valore e l’attualità della sua opera. Curata da Marianna Gelussi, storica dell’arte e curatrice indipendente, offre un tributo completo e articolato alla figura dell’artista triestina, con un’accurata selezione di oltre cento opere provenienti dalla collezione privata di Apollonio e da importanti istituzioni museali, sia nazionali che internazionali. Tra queste spiccano la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, la Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, il MART di Rovereto, la Neue Galerie di Graz, la Kunsthalle Recklinghausen, il Ritter Museum di Waldenbuch in Germania, il Museum Haus Konstruktiv di Zurigo e la Fondation Villa Datris de l’Isle-sur-la-Sorgue in Francia. La mostra non solo ripercorre il percorso di Apollonio dal 1963 ad oggi, ma celebra anche la sua ricerca visiva, che abbraccia pittura, scultura e disegno, con opere che spaziano dal rigore geometrico delle sue “Dinamiche circolari” alla sperimentazione di colori, tecniche e materiali diversi, spesso capaci di creare illusioni visive che dialogano con lo spazio e con lo spettatore. L’esposizione trova il suo cuore negli spazi della Collezione Peggy Guggenheim a Venezia, città che ha segnato la formazione dell’artista. Apollonio si trasferisce proprio qui da bambina, dove compie i suoi primi passi nell’ambito dell’arte, ma è anche il luogo che ha ospitato una delle fasi decisive della sua carriera.

Proprio qui, nel 1968, Peggy Guggenheim, collezionista d’avanguardia e figura di riferimento per la scena artistica del XX secolo, visita la collezione personale dell’artista presso la galleria Barozzi di Venezia e, colpita dalle sue opere, commissiona a Marina Apollonio il Rilievo n. 505, che oggi fa parte della sua collezione permanente. Questo gesto sottolinea il supporto che Peggy Guggenheim ha offerto a numerosi artisti emergenti delle avanguardie italiane e non solo, e segna un importante capitolo nella carriera dell’artista, che continua a sviluppare il suo linguaggio in modo innovativo e originale. La mostra si inserisce perfettamente nella tradizione espositiva del museo, che accoglie rassegne dedicate ai protagonisti della scena artistica nazionale del secondo dopoguerra, sostenuti dalla mecenate. Dopo le monografie dedicate a Edmondo Bacci e Tancredi Parmeggiani, è ora il turno di Apollonio, il cui lavoro si lega indissolubilmente alla ricerca dell’arte cinetica e ottica. Infatti, uno degli aspetti più affascinanti di questa esposizione è proprio il dialogo che essa instaura con gli spazi storici di Palazzo Venier dei Leoni, dove una sala è dedicata ai principali esponenti dell’Arte Ottica e Cinetica che Peggy Guggenheim ha collezionato e mostrato negli anni ‘60.

Artisti come Alberto Biasi, Martha Boto, Franco Costalonga, Heinz Mack, Manfredo Massironi, Francisco Sobrino e Victor Vasarely, insieme ad Apollonio, sono esposti in questa sala, che diventa un omaggio collettivo al movimento cinetico e all’innovazione visiva di quel periodo. La retrospettiva della mostra è accompagnata anche da un ricco catalogo illustrato edito da Marsilio Arte, che approfondisce la figura dell’artista attraverso contributi significativi. I testi della curatrice Marianna Gelussi, insieme agli interventi dello storico dell’arte Arnauld Pierre, del direttore del Metropolitan Museum of Art di New York Max Hollein e un’intervista con Cecilia Alemani, curatrice e storica dell’arte, offrono un’analisi completa del suo lavoro, dalle prime sperimentazioni agli sviluppi più recenti. Il catalogo fornisce così un contesto accademico e critico che arricchisce l’esperienza visiva, rendendo la mostra ancora più interessante per gli appassionati di arte e per gli studiosi. Per concludere, il rinnovato interesse per l’arte ottico-cinetica e la crescente attenzione verso le voci femminili nella storia dell’arte hanno fatto sì che Marina Apollonio si affermasse non solo come una pioniera del suo tempo, ma anche come un’artista capace di parlare al presente e al futuro. La mostra veneziana ha avuto il merito di confermare l’universalità della sua visione, capace di trascendere epoche e contesti culturali.

Immagine in evidenza: Wikipedia 

A proposito di Martina Barone

Laureata in Lingue e Culture Comparate presso l'Università degli Studi di Napoli L'Orientale. Studentessa magistrale in Scienze dello Spettacolo e Produzione Multimediale all'Università degli Studi di Padova.

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