Quali sono i monumenti più importanti di Edimburgo?
Edimburgo, con i suoi paesaggi dominati dal maestoso castello, attrae visitatori provenienti da tutto il mondo grazie alla sua architettura tipica, al Fringe Festival e alla grande varietà di moti artistici che la caratterizza. Attraversando Royal Mile ed esplorando i tanti musei, abitanti e turisti si possono facilmente immergere nella ricca storia e nella particolare cultura delle terre scozzesi. Man mano che si esplora Edimburgo, è facile notare il suo carattere distintivo, caratterizzato da un’importante rispetto verso l’antico. Ciò è immediatamente visibile notando la divisione che esiste tra la Città Vecchia, con i suoi vicoli medievali ed edifici storici, e la Città Nuova, risalente al XVIII secolo, con ampie strade georgiane. Di primo impatto, risulta visibile anche l’importanza che Edimburgo da alla celebrazione della gente che ha contribuito al suo sviluppo, ma anche dei luoghi dove sono avvenuti gli eventi più importanti, che hanno avvicendato la città fino ad oggi.
Ecco, quindi, alcuni dei monumenti più importanti di Edimburgo, di grandissima importanza per i suoi cittadini e la storia della Scozia:
1. Monumento a Scott: storia della cultura letteraria di un paese
Lungo la gettonata Princes Street, di fronte al celebre magazzino Jenners e in prossimità della stazione ferroviaria di Waverley, il Monumento a Scott è un’opera gotica vittoriana ed è il secondo più grande al mondo dopo quello dedicato a José Martí all’Avana. Questo maestoso edificio è tra i più imponenti mai eretti in onore di uno scrittore e sicuramente uno dei monumenti più importanti che è possibile visitare ad Edimburgo. La struttura, con la sua architettura gotica che si innalza nel cielo, cattura inevitabilmente l’attenzione di chiunque si avventuri nelle strade della Old Town. Incastonato tra i giardini di Princes Street e l’omonima strada, il Monumento a Scott gode di un magnifico sfondo, mentre la vicinanza alla stazione ferroviaria di Waverley contribuisce al rispetto della sua storia, prendendo il nome dai romanzi indimenticabili di Scott. Il monumento vuole essere un omaggio al leggendario romanziere della letteratura scozzese, Sir Walter Scott, che, con la sua maestria narrativa, ha guadagnato un posto d’onore nella storia letteraria. Questo imponente monumento non solo celebra il suo contributo, ma funge da luogo di interesse per i visitatori che, catturati da esso, vengono spinti alla conoscenza del celebre autore.
Con un’altezza di ben 61,11 metri, la torre gotica del Scott Monument domina il panorama della città. Le pareti dell’alto monumento sono decorate da 64 personaggi tratti dai romanzi dell’acclamato scrittore Sir Walter Scott, ed è possibile ammirarli tutti lungo la scalata dei 287 gradini che portano nei punti più alti della torre: nel tragitto, vi sono piattaforme di osservazione sparse lungo il pinnacolo gotico da cui è possibile godere di viste panoramiche mozzafiato del centro di Edimburgo e dei suoi dintorni.
Tuttavia, il monumento non rispetta le recenti norme per l’abbattimento delle barriere architettoniche; di conseguenza, la visita dei punti più alti non è possibile per le persone disabili, non essendoci ascensori a disposizione. Per coloro che decidono di salire sulla torre, comunque l’impresa non è facile, richiedendo i gradini una buona dose di resistenza: la fatica, però, sarà ripagata arrivati sulla magnifica piattaforma panoramica che domina la città. Il piano inferiore del Monumento a Scott ospita un museo che racconta la storia della torre e la vita affascinante di Sir Walter Scott. Gli amanti della letteratura possono immergersi nelle sue opere grazie agli estratti disponibili per l’ascolto, imperdibile per chi desidera conoscere più da vicino il genio letterario che ha ispirato questa straordinaria struttura.
2. Greyfriars Bobby: fedeltà e amore in una statua
Tra i monumenti più importanti di Edimburgo si trova una statua, situata nella Old Town, che racconta una storia di fedeltà e amore. Greyfriars Bobby, un adorabile terrier, non è solo un monumento in pietra, ma il simbolo stesso della città scozzese. Posizionata di fronte all’omonimo pub, la statua di Bobby è diventata un punto di riferimento tanto amato dagli abitanti di Edimburgo, i quali dedicano un intero giorno festivo in suo onore: il Greyfriars Bobby Day, che si tiene il 14 gennaio.
La storia narra di John Gray, un uomo che nel 1850 si trasferì ad Edimburgo con la moglie e il figlio. Trovò impiego come guardiano notturno nella Polizia della città, e la sua unica compagnia durante le lunghe notti era il suo affettuoso terrier, Bobby. La loro connessione era così forte che quando John morì di tubercolosi, Bobby rimase fedele vegliando sulla sua tomba nel cimitero di Greyfriars per ben 14 anni. Nel 1867, una legge in Scozia ordinava l’abbattimento di tutti i cani randagi, ma il sindaco di Edimburgo, Sir William Chambers, intervenne personalmente, pagando la licenza di Bobby e conferendo al cane persino la cittadinanza onoraria, preservando così la vita del fedele compagno di John Gray. Il 14 gennaio 1872 segnò la fine del lungo viaggio di Bobby, che morì all’età di 16 anni e fu sepolto in prossimità del cimitero di Greyfriars. Un anno dopo la sua morte, la Baronessa Lady Burdett-Coutts eresse una statua in suo onore di fronte al cancello del cimitero. Nel corso degli anni, si è diffusa la pratica di toccare il muso della statua di Bobby come gesto di buon auspicio. Tuttavia, questa pratica ha causato danni al monumento, portando alla sua degenerazione. Oggi, si invita i visitatori a rispettare il monumento e a evitare di toccarlo per preservare la sua bellezza intatta per le generazioni future.
3. National Monument: celebrazione interrotta nel tempo
Il National Monument di Calton Hill, uno dei monumenti più importanti di Edimburgo, svetta sopra la città. Simbolo di grandiosità interrotta, il Monumento Nazionale è caratterizzato da una storia travagliata che abbraccia visioni ambiziose e sfide finanziarie, le quali hanno impedito la sua completa realizzazione. Progettato nel 1823 da William Henry Playfair e Charles Robert Cockerell, l’idea di erigere un monumento nazionale in onore dei caduti scozzesi delle guerre napoleoniche era già emersa nel 1816. La proposta originale prevedeva l’utilizzo di The Mound come sito, ma successivamente si decise per la maestosa Calton Hill. Nel gennaio del 1822, l’idea di un edificio che riproducesse il Partenone di Atene prese forma, con stimati costi di 42.000 sterline. Personaggi illustri come Sir Walter Scott, Lord Henry Cockburn e Lord Francis Jeffrey aderirono all’iniziativa, portando alla creazione della Royal Association of Contributors to the National Monument of Scotland nel luglio del 1822, con l’obiettivo di raccogliere fondi per il progetto. Nonostante gli sforzi, alla fine del 1823, solo una parte dei fondi necessari era stata raccolta, portando il Parlamento a intervenire con un contributo di 10.000 sterline.
I veri lavori iniziarono nel 1826, affidati alla società di costruzioni William Wallace & Son, dopo la posa della prima pietra da parte del Duca di Hamilton nel 1822 durante la visita del Re Giorgio IV. Il progetto originario prevedeva catacombe alla base, destinate a sepoltura di personalità illustri, con l’iscrizione A Memorial of the Past and Incentive to the Future Heroism of the Men of Scotland. Tuttavia, nel 1829, a causa della mancanza di fondi, i lavori furono interrotti, lasciando l’edificio incompiuto. Negli anni, il National Monument ha guadagnato soprannomi come Scotland’s Disgrace, il Pride and Poverty of Scotland, Edinburgh’s Disgrace o Edinburgh’s Folly, evidenziando il fallimento dell’iniziativa. Nel corso del XX secolo, diverse proposte sono state avanzate per completare l’edificio, ma nessuna è stata attuata. Oggi, questo monumento persiste come un simbolo eterno di celebrazione incompleta, mantenendo intatta la sua storia interrotta e affascinante nel panorama della città di Edimburgo.