Musei di Varsavia: i 5 più belli

musei di Varsavia

Varsavia è una città ricca di storia e cultura, con un passato turbolento alle spalle. In città molti luoghi che racchiudono l’anima della capitale polacca si trovano all’aperto, mentre, altri sono musei. Vediamo quali sono i 5 musei più belli di Varsavia.

Museo dell’insurrezione

musei di Varsavia

Il Museo dell’insurrezione, in polacco Muzeum Powstanie Warszawskiego, è il museo a carattere storico più importante dell’intera Polonia, nonché, tra i musei di Varsavia più importanti. È stato il primo museo narrativo aperto in Polonia e fu inaugurato nel 2004, al sessantesimo anniversario della rivolta di Varsavia. Il museo racconta la storia della più grande rivolta antinazista avvenuta nell’Europa occupata, più precisamente, il primo agosto 1944. Il museo non funge solo da memoria per quel tragico e sanguinoso evento, ma, si fa portatore e narratore di tutta la storia polacca durante la Seconda guerra mondiale. Il museo, oltre ad ospitare un’esposizione permanente con cimeli storici autentici è composto, anche, da una biblioteca e da un archivio, dove, sono contenute testimonianze dell’insurrezione.

POLIN – Museo della storia degli ebrei polacchi

musei di Varsavia

Situato nella zona dove sorgeva il ghetto ebraico della città, il museo di POLIN è uno dei musei di Varsavia più importanti. Il museo è stato inaugurato nel 2013 ed è composto di una mostra racconto molto curata sulla comunità ebraica che visse in Polonia e da una mostra dedicata alla Shoah. Nel seminterrato dell’edificio inizia il percorso della mostra dedicata alla storia degli ebrei polacchi nel medioevo che prosegue fino ai tempi moderni. La mostra principale occupa uno spazio di approssimativamente 4000 metri quadrati ed è composta da otto sezioni che spiegano la storia della comunità ebraica in Polonia. La mostra si presenta curata nei minimi dettagli ed è accessibile a tutti per via dell’ampia diffusione di contenuti multimediali all’interno dei vari padiglioni del museo. Il museo, inoltre, si trova di fronte al monumento commemorativo della rivolta del ghetto di Varsavia, avvenuta nel 1943.

Museo della Vodka

Varsavia è anche una città molto incline al turismo giovanile e se tra gli altri, non vi interessano i musei a carattere storico, offre molteplici possibilità di visite più “leggere”. Particolarmente indicato per gli amanti degli alcolici, tra i musei di Varsavia troviamo un museo interamente dedicato alla Vodka. Il museo si trova nel quartiere di Praga, nell’ex fabbrica di Vodka Koneser. All’interno del museo si svolgono tour dalla durata di circa un ora che hanno l’obiettivo di ripercorrere e spiegare la storia del superalcolico all’interno del paese, spiegarne la lavorazione ed insegnare ai visitatori a riconoscerne i diversi tipi. Al fine di ciò, alla fine del tour viene offerto un assaggio di tre tipologie di Vodka ai visitatori maggiorenni.

Museo di Katyn

Probabilmente uno dei musei di Varsavia più struggenti è quello dedicato alla strage di Katyn. Situato all’interno del museo dell’esercito polacco, fu aperto nel 1993, con l’obiettivo di ricordare le vittime del sanguinoso massacro avvenuto ai danni delle elitè polacche, dopo l’invasione della Polonia orientale da parte dell’Unione Sovietica nel 1939. Il museo ospita oggetti, documenti ed effetti personali recuperati dal luogo delle esecuzioni.

L’ingresso al museo è gratuito ed è possibile noleggiare delle audioguide per orientarsi all’interno della struttura.

Museo Frydryk Chopin

Tra i musei di Varsavia da vedere assolutamente, rientra senza dubbio il museo del noto compositore. Le origini del museo risalgono agli anni 30  e da allora ha raccolto circa 7500 pezzi, tra cui: manoscritti autentici del compositore, edizioni delle sue opere, oggetti personali appartenutigli, documenti legati alle sue opere e critiche nei confronti delle stesse.

Tra gli oggetti in dotazione al museo più preziosi troviamo i suoi manoscritti musicali autentici. Dal 1999 una parte della collezione è entrata a far parte della lista dei patrimoni UNESCO.

Fonte immagine di copertina e dell’articolo: Wikimedia Commons

A proposito di Matteo Iovino

Vedi tutti gli articoli di Matteo Iovino

Commenta