Quartieri di Los Angeles da visitare: i 3 consigliati

Quartieri di Los Angeles da visitare: i 3 consigliati

A partire dall’industria hollywoodiana, Los Angeles è indubbiamente una delle città che meglio rappresentano gli Stati Uniti nell’immaginario collettivo. In molti la visitano in auto, mezzo di trasporto che è un vero e proprio “prolungamento del corpo” per qualsiasi americano e che a L.A. regna sovrano più che nelle altre metropoli degli USA. Vediamo dunque tre quartieri di Los Angeles da non perdere per una visita più che degna di rispetto nella capitale mondiale del cinema e delle celebrità

3 quartieri di Los Angeles consigliati

1. Hollywood, “La Mecca del cinema”

Inutile dire che il primo da non perdere, tra i quartieri di Los Angeles, è Hollywood. Il suo nome significa letteralmente “bosco di agrifogli“, e fu concepito per essere un ranch, fino a quando, a partire dagli anni ’20, la sua storia non iniziò ad andare di pari passo con quella dell‘industria cinematografica. Hollywood si rivelò, infatti, una location molto versatile per girare le scene dei film, in virtù della sua vicinanza all’oceano, alle montagne e al deserto di Mojave, e non tardò a diventare il sogno di tutti coloro che ambivano a vedere i propri visi su una locandina di un cinema. Nonostante “La Mecca del cinema” sia andata incontro a un inevitabile declino, al termine della seconda guerra mondiale e in seguito a una legge antitrust che favorì il fallimento delle grandi imprese cinematografiche, l’impronta di Hollywood nella cultura pop rimane evidente, e ancora oggi l’anteprima della maggior parte dei film americani, oltre che la cerimonia degli Oscar nel Dolby Theatre, avvengono proprio lì. Da visitare sicuramente la celeberrima Walk of Fame, composta da due lunghi marciapiedi che riportano 2730 stelle in ottone con i nomi delle più grandi celebrità mai vissute, e lo storico TCL Chinese Theatre realizzato a somiglianza di una pagoda cinese. 

2. Downtown

Tra i quartieri di Los Angeles, la Downtown rappresenta il motore economico e il centro amministrativo: qui hanno sede il governo della municipalità e della contea di L.A., oltre che alcune delle più importanti multinazionali statunitensi, ed è un importante snodo del trasporto pubblico e della rete autostradale. In questi 15 km quadri attorniati da grattacieli, alcuni luoghi da non perdere sono indubbiamente:

– la Grand Avenue, circondata da musei di arte e architettura moderna e contemporanea;
– la Public Library, che vanta più di 6 milioni di volume e i cui interni sono ispirati alle decorazioni dell’antico Egitto;
– la zona di Bunker Hill, dove è sito il grattacielo OUE Skyspace che offre una vista panoramica della città.

3. Beverly Hills e Rodeo Drive

In realtà, al contrario di quanto molti credono, Beverly Hills non rientra esattamente tra i quartieri di Los Angeles: si tratta piuttosto di una municipalità a sé, una vera e propria enclave inclusa all’interno  della città di L.A. Pur essendo difficile da raggiungere con i mezzi pubblici, vale la pena farci un salto per passeggiare tra le botteghe di lusso e le case in stile californiano di Rodeo Drive: se si ha un po’ di fortuna, inoltre, non scappa la possibilità di imbattersi in qualche celebrità, essendo Beverly Hills dimora di moltissimi attori di certa fama e rilevanza, oltre che una delle zone più ricche e di maggior benessere degli Stati Uniti. 

Questo articolo si è limitato a indicare i quartieri di Los Angeles più attraenti per i turisti, ma in realtà è doveroso specificare che, tra le metropoli statunitensi, è forse quella che nasconde le maggiori contraddizioni: basta poco per passare dagli imponenti grattacieli della Downtown ai tendoni dei senzatetto a Skid Row. Una visita a Los Angeles non si può dire esaustiva senza la consapevolezza di trovarsi in uno Stato che, pur essendo tra i più ricchi al mondo e pur vantando il primo posto per prodotto interno lordo, non dispone di un welfare state adeguato a colmare le tremende disuguglianze che ogni giorno, sempre di più, esacerbano il divario tra ricchi e poveri

Fonte immagine: Wikimedia Commons (Alex Leckszas)

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