C’è un posto in questo mondo, un piccolo posto, chiamato Santa Maria del Cedro; paragonato all’immensità dell’universo diventa così piccolo che quasi scompare, un puntino minuscolo sulla cartina geografica, un paesino della Calabria, tra Praia e Diamante.
Santa Maria del Cedro è un paesino molto semplice e lontano dagli status frenetici e mondani: ci sono pochissimi negozi, solo due o al massimo tre localini dove di sera si ascolta un po’ di musica, una piazza al centro molto grande dove ci sono poche giostre per far divertire i bambini.
Eppure io adoro Santa Maria del Cedro, adoro quel puntino a tal punto da sentirne la mancanza per un anno intero; adoro la sua tranquillità, il fiume gelido che taglia in due il paesino e finisce direttamente al mare, pieno di pietre, di piccoli pesci e di monetine che aumentano anno dopo anno e si depositano sul suo fondale a suggellare i desideri di chi, come me, a fine estate getta un soldo in quelle acque cristalline.
Adoro il mare di Santa Maria del Cedro, quel mare immenso ed infinito, lo adoro quando è così piatto da sembrare irreale, quando è talmente agitato da fare paura, quando sta semplicemente lì a guardarti, aspettando paziente che tu decida se tuffarti ancora o startene soltanto lì a fissarlo, proprio come lui fissa te. Adoro quel puntino perché dalla sua spiaggia si vede in lontananza l’isolotto di Cirella, in mezzo al mare, superbo e consapevole che da lì nessuno lo toglierà, placido nel suo mare, nella sua casa; e si vedono in alto i resti di Cirella vecchia distrutta da anni ma ancora lì immobile e autoritaria che guarda dall’alto.
Adoro il lido dove affittiamo l’ombrellone, di cui ci si lamenta ogni anno per la mancanza di organizzazione ma poi, puntualmente, ogni anno siamo tutti lì a bere caffè, a rinfrescarci con i gelati, ad ascoltare musica, a giocare a carte. Adoro le rondinelle piccole nate nei nidi che i genitori costruiscono agli angoli di tutte le case sul mar, che volano da un albero all’altro, da un tetto all’altro, libere, felici e inconsapevoli del mondo esterno.
Adoro Santa Maria del Cedro per le sue stelle, da nessuna parte brillano così tanto, quelle stesse stelle che la notte di San Lorenzo cadono perché centinaia di persone stanno per ore con gli occhi rivolti verso l’alto, senza distrarsi, pronte a cogliere quell’attimo fugace di luce e rimanere estasiati, così sorpresi da dimenticare, ogni volta, di esprimere un desiderio. Le stelle che brillano su quel puntino lo sanno di avere quell’effetto sulla gente ma cadono lo stesso perché in quella luce, in quel fenomeno astronomico, le persone ci vedono la magia. E adoro quella luna piena che si riflette sul mare, lasciando riflessi argentei e rendendo quelle acque profonde ancora più misteriose, orgogliosa di riuscire ad illuminare anche quel puntino. Adoro il sole quando tramonta: una sfera arancione che diventa sempre più piccola striando il mare di riflessi rossi, fino a scomparire lasciando il cielo rosato, ignaro dello spettacolo che ha creato.
Io lo adoro quel piccolo puntino nel mondo per la sabbia sotto i piedi, per il rumore del mare, per il cielo stellato, perché lì sbocciano gli amori, quelli veri che non vanno via… è per tutto questo che un pezzo del mio cuore resta sempre lì tutte le volte che vado via.