Una delle città più antiche dei Caraibi, nonché capitale della Repubblica Dominicana, Santo Domingo è paradiso e povertà, bellezza e scoperta. Con le sue acque cristalline e spiagge bianche, incanta e rapisce anche i cuori più scettici e boriosi.
Santo Domingo è musica, canti, danza. È una donna un po’ bisbetica: un secondo è calda ed avvolgente, quello dopo bagnata di libido, un po’ più imbronciata e provocatoria, ma sempre e comunque caliente. Gli acquazzoni improvvisi la connotano rendendola unica e mai noiosa. E restare lì sotto la pioggia, tra mare e bagnasciuga, ristora la pelle dall’arsura ed esalta l’anima che si crogiola in tanta spettacolare e sorprendente bellezza.
Santo Domingo è tradizione, storia, arte e architettura. È scoperta di nuovi mondi, profumo di cibi esotici e gusti inediti, come il buonissimo cacao che, raggiungendo il palato, esalta d’estasi anche i meno golosi.
Ma conosciamola un po’ meglio in questo tour narrativo!
Isola di Saona
Tra le meraviglie naturali che Santo Domingo offre, risalta l’incantevole Isola di Saona, nota per la spettacolare bellezza scenografica delle spiagge orlate di palme, come Palmilla Beach, dove ci si può abbandonare a notevoli scatti fotografici, soprattutto con la palma più nota dell’isola, che, grazie alla particolare forma inclinata da appoggio, è resa ancor più unica. Le acque poco profonde dell’isola sono inoltre popolate da fantastiche stelle marine. Ed è proprio la straordinaria combinazione dei bassi fondali, su cui batte il sole, e la sabbia chiara per la formazione di corallo bianco a rendere le spiagge caraibiche così paradisiache ed incontaminate.
Saona è inoltre nota per le caratteristiche mangrovie. Site nel Canale delle mangrovie, tra Oceano Atlantico e Mar dei Caraibi, queste piante assorbono acqua salata ed espellono acqua dolce, importantissime e indispensabili per l’equilibrio dell’ecosistema.
Vicino Saona e Punta Cana sorge Mano Juan, un tranquillo villaggio di pescatori, caratterizzato da capanne colorate e da un’area protetta per le tartarughe, per la quale è stata fondata l’Associazione per la salvaguardia della schiusa delle uova di tartarughe, al fine di impedirne l’estinzione a causa del commercio nero di uova! In questo villaggio la luce elettrica giunge solo nel 2017, e come tutte le innovazioni, stravolge un po’ gli equilibri tradizionali della cultura locale.
Ma facciamo un salto in città…
Santo Domingo. Centro storico tra natura, architettura e povertà
Prima di addentrarci nel centro storico della capitale dominicana, facciamo un salto alle grotte Los Tres Ojos. La loro particolarità consiste essenzialmente nella loro formazione: si tratta del meraviglioso corallo bianco, vanto per Santo Domingo, a differenza delle consuete grotte in calcare, che più abitualmente conosciamo. Destinazione ideale per una breve fuga dalla città, grazie alla sua magica ambientazione, a cui fanno da sfondo le incantevoli lagune di acqua dolce blu iridiscente, che richiamano la forma ovale degli occhi, e da cui il nome del Parco e delle grotte. Servendosi poi di una piccola imbarcazione di legno – con la quale ci si sposta muovendosi lungo una corda che collega le rive – si giunge a scorgere un ulteriore scenario paradisiaco, come quelli presentati in Paradise e Laguna Blu. Qui gli scatti fotografici saranno davvero suggestivi.
Giungendo al centro, si passa per la zona benestante della capitale, sita proprio accanto a quella in cui la popolazione versa nella più umile povertà: La Romana, un quartiere che sfoggia le ville di artisti e personaggi di una certa fama, tra cui quelle di Julio Iglesias, Shakira e Vin Diesel.
In generale Santo Domingo si accosta un po’alla geografia economico-industriale di quella italiana, ma in forma più esasperata. Tendenzialmente le industrie e la zona “ricca” sono site al nord: fabbriche di sigari, cioccolato e tabacco rivalgono contro un sud stanco e povero, ma il più bello, calamita di fascino e turismo. Per quanto comunque la povertà possa incalzare, sulle tavole della popolazione dominicana non manca mai un buon piatto di Bandera, completo e a base di riso bianco, fagioli rossi, pollo e insalata.
Giungiamo così nel centro storico fortificato, la Zona Colonial, caratterizzato da strade acciottolate ed edifici colorati – che in alcune zone rimandano all’ambientazione cubana – e antichi, tra cui la Cattedrale di Nostra Signora dell’Incarnazione, la prima cattedrale americana costruita nel Nuovo Mondo. Passeggiando tra negozi e locali, ci si imbatte in una bottega artigiana in cui si producono eccellenti sigari, classici e con rosa di diversi gusti e fragranze.
Il tour della città raggiunge il massimo della particolarità presso le Favelas. Non è possibile percorrerle, o è quanto meno sconsigliato. Ma il percorso in funivia consentirà di toccare quasi con mano la realtà più drastica e indigente di Santo Domingo. Partendo proprio dal quartiere più povero e pericoloso, Gualey, sarà possibile sorvolare quelle Favelas, generalmente conosciute solo attraverso cinema e cultura. Il cuore si blocca per un istante. La gioia cede il posto alla tristezza. Lì il disagio, il marcio e le difficoltà si concentrano insieme in un’unica deprimente ambientazione, che non è quella di un set cinematografico ma realtà. La popolazione stenta ad andare avanti. Il degrado è totale, specie per i gruppi che vivono a ridosso del fiume. La situazione è raccapricciante, e restare impassibili di fronte a tanta difficoltà è impossibile! Le persone che nascono in questa zona difficilmente riusciranno a lasciarsela alle spalle. Nessuno offre lavoro a un uomo o a una donna provenienti da Gualey, perché associati al crimine e alla delinquenza. Persino le famiglie sono restie ad accogliere i propri cari, marchiati di colpe non commesse e abbandonati a un destino immutabile.
Santo Domingo è anche avventura. Imperdibile a tal proposito il Safari, un tour attraverso la dolcezza umana e alimentare: ci si fermerà presso i campi dove si coltiva la canna da zucchero, e sarà possibile sostare un po’in compagnia dei dolcissimi bambini dominicani, che con quegli enormi occhioni neri bucano il cuore a prima vista.
Sarà avventura pura l’esperienza accattivante presso il Río Chavón, un fiume situato ad est della Repubblica Dominicana. Qui sarà subito Le Pagine della nostra vita! Entusiasmante il lancio con liana nel fiume, che per pochi istanti ci catapulterà nei panni di Allie e Noah. E il cinema qui è di casa, con set cinematografici come quello di Rambo. Divertimento, euforia e adrenalina, incorniciati dalle calde e calienti note sudamericane, ed è subito danza, ed è subito allegria, buonumore, sorrisi, passione, sensualità e divertimento.
Dopo l’avventura, un po’ di storia e incanto paesaggistico: sarà possibile raggiungere Altos de Chavón, da cui ci si crogiolerà nella miglior vista sul fiume omonimo. Si tratta del borgo mediterraneo della Repubblica Dominicana, in quanto riproduce la toscana San Gimignano nei Caraibi. Una location pittoresca e romantica, una dimensione italiana in terra straniera, un pezzo d’Italia dove non si immaginerebbe mai di trovarlo. Costruito nel 1976 e progettato dall’architetto italiano Roberto Coppa, per onorare la memoria della moglie defunta innamorata del grazioso e medievale borgo toscano.
Prima di tornare e reimmergersi tra le bianche spiagge di Santo Domingo, sarà possibile gustare presso Altos de Chavón un gustoso gelato.
Santo Domingo è la vacanza che sorprende, quella in cui è impossibile annoiarsi. I luoghi da visitare son numerosi, e le esperienze da vivere entusiasmanti! Che si desideri relax, che si brami l’avventura, o ci si voglia tuffare tra profumi e sapori autentici e inediti, la capitale caraibica farà al caso vostro.
Un tripudio di colori e sensazioni accompagnerà questo viaggio caleidoscopico, all’insegna della tranquillità, del casino, della musica, della danza, della storia, dell’architettura, del mare, di quel mare che è suono per l’anima delicata ed inquieta. Quel mare dalle mille sfumature, che passano dal cobalto al turchese. E restare lì ad osservarlo, dondolandosi su un’altalena posta sul bagnasciuga, aggiungerà al cuore bellezza e sorpresa, e talvolta, immersi in quella celeste e purpurea quiete, sembrerà quasi di raggiungere una sorta di nirvana, di un tempo che cristallizza le lancette su “estasi in punto”.