Surrealismo e fantastico – The infinite madness of dreams: la mostra, inaugurata lo scorso 4 aprile, è visitabile fino al 31 agosto presso il Centro Culturale Bafile di Caorle, l’ammaliante cittadina della laguna veneta che offre scorci e panorami da non perdere e che ben si addice al tema dell’evento che ospita, promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Caorle e curato da Matteo Vanzan, storico dell’arte e direttore artistico di MV Arte, in collaborazione con il Museo MACA di Anagni (Frosinone) e con l’Archivio Antonio Del Donno.
Tra gli artisti in mostra: Max Ernst, Leonor Fini, Maurice Henry e Max Herold. Tra le opere anche quelle di Salvador Dalí esposte nella storica mostra Dalí tenutasi a Tokyo, Ginevra e New York tra il 1965 e il 1970.
Surrealismo e fantastico – The infinite madness of dreams: la mostra
Entrare nel sogno: la mostra si pone come un percorso in quel mondo altro in cui accettiamo tutte le immagini e le sensazioni, anche quelle fantasmagoriche, come reali. Così i quadri e le opere di artisti che hanno attraversato il ‘900 e non solo, toccando le differenti correnti a cui la psicoanalisi e la scoperta dell’inconscio hanno aperto la strada, si contrappongono nelle sale, e seguendo ognuna il proprio filo, il proprio sogno, e il proprio flusso di pensiero, permettono al visitatore di esplorare innumerevoli mondi.
Immagini infantili e rassicuranti convivono con quelle inquietanti e misteriose: tutto si contrappone, e richiede di trovare un senso, o forse no. Il sogno è quella realtà sommersa che talvolta l’arte cerca di ridestare, di riportare a galla e far emergere; è portatore di verità rivelatrici, talvolta di ciò che già sappiamo, ma che ancora non accettiamo. Il lavoro sull’inconscio, su ciò che c’è dentro è evidente nelle correnti letterarie e pittoriche novecentesche, che tutte ritroviamo nelle sale della mostra.
La prima sala della mostra
La prima sala è però dedicata alle parole e ai testi che hanno dato origine ai vari movimenti, quelle di André Breton e dei simbolisti, insieme con le opere dei futuristi.
Immagini appena accennate si contrappongono a disegni, tratti voraci e colori accesi; figure che si accavallano, forme che si allontanano dal reale per rincorrere ciò che è oltre la realtà, ciò che si nasconde: l’invisibile, il pensiero, insieme all’esigenza di mettere in discussione i valori del passato, quelli che hanno condotto il mondo alla guerra totale. Tecniche nuove e nuove sperimentazioni la fanno da padrone: elementi su elementi vengono ad accumularsi sul quadro, occupando lo spazio pittorico per rinnovarlo, per ridestarlo. Nei quadri esposti è evidente l’influenza vicendevole che hanno avuto le differenti correnti pittoriche, pur mantenendo caratteri propri e distintivi.
«In questa fase è l’artista stesso a decidere cosa è arte e cosa non lo è, a partire dal pensiero, prima ancora che dal gesto artistico, dal fare» afferma il curatore della mostra Matteo Vanzan.
WILFREDO LAM
Le Feu Vert
Collezione privata
RENATO DI BOSSO
In volo su Venezia, 1970 circa su bozzetto del 1940, olio su tavola, 83 x 105 cm
Collezione privata, Belfiore (Vr)
Il Futuro è oggi: la ricerca futurista sembra avere compimento invece nelle opere di Beatrice Sheridan, lavori site-specific, in cui l’autrice non interviene personalmente nella realizzazione, preferendo la spersonalizzazione del gesto artistico. Le sue figure umane con teste fumanti sono l’emblema dell’uomo e della donna d’oggi.
Non mancano le riconoscibilissime opere di Joan Miró, Man Ray, Max Ernst, Balla, Giorgio De Chirico: artisti che hanno indagato con la loro arte ormai inconfondibile l’altro mondo, quello mitico e lontano da ogni definizione razionale così come sono oggi le loro opere; il tentativo di una ricerca dell’origine e insieme di un’evasione dal reale. L’arte smette così di rappresentare ciò che è esteriore per diventare medium dell’interiore, e per fare ciò talvolta bisogna scavare e arrivare all’infanzia, al mondo primogenito, e insieme ai primordiali istinti.
Le straordinarie opere di Salvador Dalí e Giorgio De Chirico offrono un’ulteriore prospettiva di quella poliedrica corrente artistica che è stata il Surrealismo: la personale e riconoscibile opera di questi due artisti emerge nell’opposizione. Dalí mette in scena la paranoia, e insieme il contrasto tra immagini dissimili e mondi distanti. De Chirico ci mostra una realtà inafferrabile, il cui senso non è dato raggiungere.
GIORGIO DE CHIRICO
Le Termopili, 1970, interventi pittorici su base litografica, 100 x 70 cm
Collezione privata
A completare la mostra anche artisti contemporanei quali: Giacomo Barboni, Gianni Mantovani, Naby ed Elena Prosdocimo, che ben si allineano allo spirito eclettico e alla natura poliedrica e multiforme dei surrealisti.
Una passeggiata nel mondo altro dei sogni, del pensiero irrazionale, dell’irrealtà e infine del fantastico quella proposta dalla mostra Surrealismo e fantastico – The infinite madness of dreams, che assolutamente non dovreste perdere, per rinnegare gli automatismi della realtà e perdendosi in quel mondo altro la cui chiave d’accesso è concessa solo all’arte.
La mostra Surrealismo e fantastico – The infinite madness of dreams, che si concluderà domenica 31 agosto, sarà aperta al pubblico tutti i giorni con i seguenti orari: dal 5 al 30 aprile: 10.00 – 13:00 e 14:00 – 17:00, dal 1 al 31 maggio: 10:00 – 13:00 e 15:00 – 18:00, dal 1 giugno al 31 agosto: 10:00 – 13:00 e 19:00 – 22:00 con ultimo accesso 30 minuti prima dell’orario di chiusura.
Fonte immagine di copertina: ufficio stampa