Viverna, storie e leggende | Approfondimento
Quasi sicuramente guardando un’immagine rappresentante una viverna, la definiremmo, dopo un veloce primo sguardo, come un generico drago: le ali enormi, le fauci spalancate, il corpo serpentino e possente, la coda allungata e affilata … È facile insomma, confondere le due creature se non le si scruta con attenzione; le differenze però ci sono e rendono la viverna una creatura leggendaria altrettanto affascinante (ma che non sputa fuoco!).
Maliziosa e ostile, la viverna è un rettile alato che presenta due sole zampe, la coda è dotata all’estremità di un pungiglione: quest’ultimo è un’arma letale poiché dotata di veleno mortale. Le rappresentazioni di questa creatura variano e si possono trovare pungiglioni a forma di uncino o di freccia o addirittura a forma di pinna nel caso di viverne acquatiche.
Ricercando su Google immagini relative alla viverna, scoprirete figure mostruose e terrificanti, accurate e originalissime, frutto delle interpretazioni più svariate.
Difficile è invece trovare informazioni esaustive su questa creatura avvolta ancora nel mistero e nell’incertezza riguardo la sua storia e la sua genesi.
Viverna, storie e leggende
Il termine viverna deriva dalla parola francese wiver (da guivre “serpente” ), a sua volta ripresa dal latino viper, vipera: rimarca quindi la natura serpentina del drago (probabilmente anche in riferimento alla sua velenosità?)
Non possiamo con certezza sapere come e quando nasce la viverna, la sua genesi non è certa, ma è presente nella cultura del Nord Europa, così come nella mitologia africana. In ogni caso, questa creatura rappresenta pestilenza, ma anche guerra, vizio, invidia e disgrazia: durante il Medioevo veniva identificata con Lucifero.
Inoltre, in epoca medioevale, la viverna era utilizzata come stemma araldico: gli araldici sono quei simboli che rappresentavano una casata o una famiglia nobile e potente. In questo caso il valore simbolico della viverna era quello di potenza o, poiché rappresentata con le ali spalancate, di una nuova conquista. Nell’araldica, inevitabilmente, essa è molto simile a leoni o a orsi seppure in contrapposizione con essi per significato: orsi e leoni infatti rappresentavano poteri già affermati e solidi. Talvolta era possibile trovare la figura della viverna anche sugli scudi dei cavalieri come monito della forza distruttiva o del coraggio del cavaliere stesso.
Oggi, soprattutto attraverso il genere fantasy, possiamo imbatterci nella figura della viverna
La saga fantasy “La ragazza drago” della scrittrice Licia Troisi, rivendica bene la figura della viverna che invece raramente si trova nei bestiari o nei libri antichi. All’interno dei romanzi della saga, le viverne sono le antagoniste dei draghi: il loro capo è Nidhoggr, la Grande Viverna: feroce, avara, vendicativa e corrotta. Essa è dotata di poteri magici.
Nell’antichità le viverne erano collegate anche alla stregoneria: erano creature utili per gli incantesimi.
Lo stemma della città di Terni: drago o viverna?
«Thirus et Amnis Dederunt Signa Teramnis» ossia: «Il Tiro e il fiume diedero le insegne a Terni.»
La leggenda narra che nei pressi di una località umbra chiama “La chiusa” dimorasse una specie di viverna o serpente alato il quale, con il suo alito pestifero, era la causa della morte asfissiante del popolo.
Un tempo, infatti, i fiumi Nera e Velino, ostacolati durante il loro naturale corso da impedimenti, ristagnavano generando acquitrini e zone paludose come quelle della Chiusa. I terreni paludosi ternani permettevano lo spargimento di malattie come la malaria, che si diffondevano velocemente divenendo, specialmente a quel tempo, letali.
I ternani pensavano che fosse proprio il drago “Thyrus” o Tiro, col suo alito di morte, la “malattia” che doveva essere eliminata a tutti i costi. Si fece allora avanti un giovanotto promettente che, deciso a sfidare la bestia, le andò incontro con la sua armatura splendete e lucidissima. Le armi sembravano però non bastare: dopo ogni ferita inferta alla spaventosa creatura, il risultato era nullo. Furono i raggi solari che permisero di dare all’animale il colpo letale: essi si rifletterono nella lucida armatura abbagliando la viverna, trafitta immediatamente dalla lancia del giovane.
Fu così che i cittadini furono salvati dalla morte, e cioè è così che viene raccontata la bonifica di quelle terre paludose.
Oggi il drago “Thyrus” è “la chimera verde” : una piccola statua situata nel blasone di Terni. Così come in questa statua, anche sullo stemma della città, Tiro ha tutte le sembianze di una viverna.
Fonte Stemma di Terni: Wikipedia.
Fonte immagine “la chimera verde”: Wikipedia.