Lo sguardo di Walton Zed pulsa e trabocca di vita proprio come la sua arte, ad un tempo realistica e sognante. Lo incontriamo in un caldo pomeriggio, accolti e ben presto travolti dalla sua energia, addolcita da una speciale gentilezza che si dispiega tra le sue parole, come a completare il ritratto di un inconfondibile genio-al-lavoro.
Quando e come hai deciso che per Walton Zed l’arte sarebbe stata la via per esprimere il tuo mondo interiore?
Non ho avuto possibilità di scelta in quanto non mi è stato possibile decidere. Tutto mi è stato chiaro dalla tenera età di quattro anni, momento in cui ho cominciato la mia avventura artistica che dura ancora oggi. Sono figlio d’arte, i miei genitori hanno frequentato la pittura e la scultura e anche la musica.. E quindi, era quasi inevitabile. Il mio destino era già scritto, nel bene e nel male.
Chi sono i tuoi maestri e chi tra loro non appartiene al mondo della pittura e dell’arte figurativa in genere?
Primi tra tutti Caravaggio e Bacon, due pittori che hanno segnato le prime fasi del mio percorso, come il fumettista dannato Andrea Pazienza. Oltre la pittura, colui che ha influenzato il mio operato artistico ed appartiene al mondo del cinema, è Quentin Tarantino. Strano a dirsi ma, ha influenzato anche il mio modo di interagire con la luce e le inquadrature nei miei dipinti. Infine, ma non per importanza, Carmelo Bene: il fascino della sua follia è stato nutrimento per la mia parte “buia”.
Le tue opere sono intrise di profonda vitalità. Anche nei ritratti, genere statico per eccellenza, linee e colori sprigionano una forza travolgente: può dunque un volto riassumere la complessità di un’esistenza?
Ho sempre avuto l’esigenza di curare gli sguardi. I miei volti, i personaggi che dipingo – e ti parlo delle mie opere estremamente pittoriche, non di quelle per puro intrattenimento ,come può essere il ritratto di un personaggio famoso (ma anche in quel caso, direi) – deve guardarmi. L’esigenza che lo sguardo vada oltre il velo della tela e raggiunga lo spettatore è per me necessità emozionale oltre che strutturale. Gli occhi, specchio dell’anima, devono bucare la tela ed esprimere sensazioni profonde ed intense.
Realizzi spesso dipinti “scomodi”, dove i dettagli non temono l’occhio dell’osservatore più pudico: cosa significa scandalizzare? E soprattutto, è oggi ancora possibile riuscirvi?
Viviamo in un’epoca strana, triste e sintetica. Un’epoca in cui abbiamo perso la facoltà di usare i nostri 5 sensi, barattati in cambio di una tecnologia che non è sinonimo di progresso, ma è una “protesi”. Viviamo sommersi da protesi che limitano la nostra capacità di sfruttare i cinque sensi a pieno. Per questo gli animali sono superiori a noi. Noi abbiamo perso i nostri “superpoteri”. Ci siamo isolati, nonostante la sensazione sia veicolata e distorta, in realtà siamo soli. Ognuno connesso al proprio schermo, abbiamo perso il senso del contatto. Questo è il mio Messaggio. Qualche anno fa avevo la mia Pagina Ufficiale seguita da quasi 20.000 persone. In questa pagina io sfruttavo in linguaggio grafico provocatorio, contro i poteri forti, contro il sistema che ci vuole schiavi e tutti uguali. Risultato? Fui bannato. Ho dovuto creare la nuova Pagina cercando di calmare un po’ i bollenti spiriti per farla sopravvivere, in virtù del fatto che questa pagina è stata creata dal mio compianto socio e amico fraterno Daniele Troisi. In compenso sto creando il sito ufficiale dove pubblicherò tutta la mia Arte Bastarda senza censura… Quella censura che mi ha oscurato per anni. Oggi siamo abituati a fregarcene di tutto. Scandalizzare è una cosa difficile da fare in un mondo in cui il “politically correct” ti impedisce la libertà di parola e di pensiero.
Quando la passione diventa un lavoro, la coesistenza tra le due dimensioni diventa inevitabilmente problematica. Può Walton Zed sostenere la separazione tra la sua vita e la sua arte?
Io sono il mio lavoro e il mio lavoro coincide con la mia passione che coincide con tutta la mia vita. Si è difficile sostenere ciò, quando l’arte non è un semplice passatempo ma quando questa è sia fonte di guadagno che di salvezza del corpo e della mente. Si rischia di non distinguere più la realtà dalla finzione.
Il tuo genio visionario ed irrequieto ha attraversato mondi differenti: parlaci delle tue incursioni nel fumetto e nel cinema!
Ho sempre utilizzato la pittura come legante strutturale per fonderla col cinema e il green screen dove la componente attoriale viene fusa agli sfondi che creo dipingendo, o comunque utilizzando sempre, per scelta “l’artigianato” nella mia arte. Quando creo cartoni animati, questi sono sempre dipinti a mano. Se utilizzo la tecnica del green screen, lo faccio sempre utilizzando tecniche che includono un “hand made”. Per questo, come ti accennavo sopra, Caravaggio e Tarantino insieme fanno scintille nella mia testa…
Addentriamoci per un istante nella quotidianità della tua ispirazione: cosa accade durante il momento della creazione? Sei immerso nella tua solitudine, in silenzio, nella musica..?
Il momento della creazione è un momento di estrema solitudine, dove ho modo di entrare nel mio mondo letteralmente. Spesso accompagnato dalla musica o addirittura da un film che amo, che non guardo ma di cui percepisco la presenza, come principio di ipnosi. Una sorta di guida.
I tuoi social sono particolarmente seguiti ed apprezzati. Qual è il tuo rapporto con questi strumenti, ormai per molti irrinunciabili?
Ho un rapporto conflittuale. Di norma come ti ho detto, tendo a condannare questa tecnologia ma mi rendo conto che, usata correttamente è un modo, uno strumento per divulgare quello che faccio. Una matita può essere usata sia per trafiggerti un occhio, sia per disegnare una bellissima opera. Dipende dall’uso che ne se fa.
Audace o delicato, il tuo ritratto della donna esprime una sincera forma di ammirazione e di gratitudine. Chi sono le donne importanti della tua vita, e come la loro presenza impreziosisce l’arte di Walton Zed?
Ho dipinto tantissime donne nella mia carriera pittorica. Adoro dipingere soggetti femminili. Posso finalmente dire che c’è una donna speciale ora nella mia vita. La donna di cui sono profondamente innamorato… E devo dire che sta portando nuova linfa alla mia vita artistica.
Ogni intervista che si rispetti, caro Walton, si conclude tradizionalmente con la domanda sui progetti per il futuro. E nel tuo caso, è impossibile immaginarti esitare di fronte alla possibilità di una nuova avventura: quale sarà dunque la prossima?
Da settembre sarò docente all’ABAN, Accademia di Belle Arti di Nola, con i miei laboratori di Cartoni Animati, green screen e stop motion. Poi, come ti accennavo, è in arrivo il sito dove conterrò tutta la mia Arte senza censura. Inoltre in arrivo molte mostre d’arte e personali che mi vedranno ospite o protagonista. In cantiere nuovi cartoni animati e sarò presente in un importante rivista che parla di fumetti, insieme a disegnatori della Bonelli ed oltre.
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Foto: Ufficio Stampa