Yggdrasil lo chiamano,
alto tronco lambito
d’acqua bianca di argilla.
Di là vengono le rugiade
che piovono nelle valli.
Sempre s’erge verde
su Urðarbrunnr»
(Edda poetica, raccolta di poemi norreni, Völuspá)
Yggdrasil, nella mitologia nordica, rappresenta la figura, carica di significati ancestrali, dell’Albero Cosmico, l’asse che collega e sostiene i nove mondi della cosmologia norrena.
Yggdrasil: significato, etimologia e rappresentazione
Comune a differenti culture, in quanto iconica rappresentazione dell’Universo e della Conoscenza, nella mitologia nordica Yggdrasil è indicato come un grande frassino, che si erge al centro dell’Universo, come testimonia anche il primo e più famoso poema dell’Edda poetica, Vǫluspá.
Yggdrasil, l’albero cosmico: un frassino, un tasso o una quercia?
Mentre la maggior parte delle fonti descrive Yggdrasil come un frassino, seguendo la versione di Rodolfo di Fulda, monaco benedettino del IX secolo, che lo definisce Irminsul, si tratterebbe, invece, di un tasso o una quercia. Questa incertezza riflette la complessità e la stratificazione delle credenze norrene.
L’etimologia di Yggdrasil: il “cavallo di Odino”
L’etimologia del nome Yggdrasil richiama una leggenda che vede protagonisti l’albero e il padre degli dèi norreni, Odino. Secondo la tradizione, il dio si appese per nove giorni e nove notti ad uno dei rami dell’albero cosmico, trafitto dalla sua stessa lancia, Gungnir, al fine di impossessarsi del significato e del potere delle rune, sacrificando, dunque, “sé stesso a sé stesso“. Da qui l’origine del nome che significa “cavallo di Yggr“, intendendo “cavallo” come metafora per forca/patibolo, mentre “Yggr” (il Terribile) come uno dei tanti nomi di Óðinn/Odino.
Yggdrasil è, dunque, l’asse del mondo che unisce cielo e terra, simbolo sempreverde dell’eterno fluire della vita. Possente metafora del bene e del male, dell’universo concepito come essere organico, rappresenta il cosmo e la sua origine, crescita e rigenerazione. Altro nome con cui è conosciuto Yggdrasil è Mímameiðr (“albero di Mími“) e forse si identifica con Léraðr, l’albero che sorge di fronte al Valhalla.
I nove mondi della cosmologia norrena
Immenso nella sua maestosità, Yggdrasil attraversa i nove mondi che costituiscono il cosmo nordico:
- Asgardh/Ásaheimr: dimora degli Asi, la principale famiglia di dèi.
- Vanaheim/Vanaheimr: dimora dei Vani, le divinità primigenie, legate alla fertilità.
- Álfheimr/Ljósálfar: il mondo degli Elfi chiari.
- Svartálfaheim/Dökkálfar: il mondo degli Elfi oscuri (e, secondo alcune fonti, dei nani).
- Midgard/Miðgarðr: la “Terra di Mezzo”, il regno dei mortali, collegato ad Asgardh tramite Bifrost, il ponte dell’arcobaleno.
- Jötunheim/Jǫtunheimr/Utgard: il mondo dei giganti (Jǫtunn).
- Muspellheim: il mondo del fuoco, dimora dei giganti del fuoco guidati da Surtr.
- Niflheim/Niflheimr: la regione delle nebbie perenni o del ghiaccio primordiale.
- Helheimr: il mondo dei morti, governato dalla dea Hel.
Le tre radici di Yggdrasil e le fonti della vita, della saggezza e dell’origine
Tre enormi radici sostengono Yggdrasil e lo collegano a tre fonti sacre:
- La prima radice si estende fino ad Asgardh, dove si trova la fonte di Urðr (o Urðarbrunnr), il “pozzo del destino”. Presso questa fonte si riuniscono gli Asi per i loro consigli quotidiani e vivono le tre Norne (Urðr, Verðandi e Skuld), divinità del destino simili alle Parche greche, che tessono le trame della vita di uomini e dèi. Sono loro a cospargere il tronco di Yggdrasil con acqua e argilla bianca per preservarlo dalla decomposizione.
- La seconda radice raggiunge Jötunheim, il mondo dei giganti, e si trova vicino alla fonte di Mímir, fonte di immensa saggezza e conoscenza cosmica. Il dio Mímir ne è il custode e beve da essa usando il corno Gjallarhorn. Odino stesso ottenne il permesso di bere da questa fonte, ma dovette sacrificare un occhio come pegno.
- La terza radice si protende verso Niflheim, il mondo primordiale del freddo e delle nebbie, e arriva al pozzo di Hvergelmir, la “caldaia ribollente”, sorgente di tutti i fiumi del mondo. Qui, il drago/serpente Níðhöggr rode incessantemente le radici di Yggdrasil, minacciandone la stabilità, insieme a innumerevoli altri serpenti.
Le ramificazioni sotterranee di Yggdrasil si dirigono verso tre direzioni simboliche: il pozzo della creazione, delle acque eterne e del male (Hvergelmir); la fonte dove perdurano sapienza e conoscenza (Mímir); e la sorgente presso cui si riuniscono gli dèi e dove risiedono le tre fanciulle del destino (Urðr).
Chi abita l’albero cosmico?
Oltre a sostenere i nove mondi, Yggdrasil offre asilo a vari esseri, che lo proteggono, ne traggono vita o che lo minacciano:
L’aquila, il falco e lo scoiattolo di Yggdrasil
Sulla cima di Yggdrasil siede la saggia aquila Hræsvelgr (“Divoratore di cadaveri”), depositaria di antichi segreti. Il suo battito d’ali genera i venti che soffiano nel mondo degli uomini. Tra i suoi occhi si trova il falco Veðrfǫlnir. Lo scoiattolo Ratatoskr corre su e giù per il tronco, portando messaggi e insulti tra l’aquila e il serpente Níðhöggr.
Il serpente Níðhöggr e la minaccia alle radici
Come detto, alla base di Yggdrasil, presso la fonte di Hvergelmir, si trova Níðhöggr, un enorme drago/serpente che rode incessantemente le radici dell’albero, simbolo delle forze distruttive del cosmo.
La capra Heiðrún, il cervo Eikþyrnir e gli altri animali di Yggdrasil
La capra Heiðrún bruca le foglie di Yggdrasil e dalle sue mammelle sgorga l’idromele che nutre gli Einherjar, i guerrieri caduti in battaglia e accolti nel Valhalla. Il cervo Eikþyrnir (“Quercia dalle corna spinose”) si nutre anch’esso dei rami di Yggdrasil e dalle sue corna sgorgano gocce d’acqua che alimentano la fonte di Hvergelmir. Altri quattro cervi (Dáinn, Dvalinn, Duneyrr e Duraþrór) corrono tra i rami dell’albero, nutrendosi delle sue gemme. Sui rami di Yggdrasil sosta Víðópnir, gallo dorato il cui canto annuncerà la fine del mondo.
Yggdrasil, il Ragnarok e il simbolismo dell’albero cosmico
Yggdrasil è destinato a tremare e a sussultare durante il Ragnarok, la battaglia finale tra le forze dell’ordine e del caos, ma, secondo alcune fonti, sopravvivrà alla distruzione, simboleggiando la continuità della vita e la rigenerazione del cosmo.
Tradizioni simili a quelle dell’albero cosmico rappresentato da Yggdrasil si possono individuare in alcuni rituali dello Sciamanesimo, per il quale l’albero è anche il tramite attraverso cui lo sciamano è in grado di uscire dal nostro mondo per salire o scendere attraverso i molteplici livelli dell’essere, e dello stesso Cristianesimo, nel caso dell’Albero Sefirotico.
Interessante è sottolineare come la divisione tra caos e cosmo, nella mitologia norrena, sia spesso interpretata come una contrapposizione tra Innangard, ciò che è ordinato, civile e rispettoso della legge, e Utangard, senza regole.
Midhgard, il regno dei mortali, e Asgardh, quello degli Asi, sono due mondi innangard, costretti a difendersi dagli attacchi di ciò che persuade a sfidare la legge. Inoltre, ad eccezione di Midhgard, tutti i mondi sono invisibili, anche se possono manifestarsi attraverso particolari aspetti del mondo visibile. Non sorprende quindi che a volte uomini e donne fossero affascinati dallo utangard e si avventurassero addirittura nelle terre selvagge: il processo di iniziazione delle tribù nordiche prevedeva, infatti, di dover trascorrere del tempo da soli nelle lande selvagge, rischiando la vita o affrontando situazioni pericolose per essere accettati nell’innangard.
Yggdrasil è tutt’ora un simbolo, mediante cui la sua forte connessione tra le dimensioni dell’esistenza che rappresenta può essere allegoricamente trasferita ad un’idea di armonia tra mente, corpo e spirito umani.
Yggdrasil si pone, in quest’ottica, come un esortazione: occorre avere basi solide, radicate, per poter crescere e raggiungere traguardi.
Foto in evidenza: https://it.wikipedia.org/wiki/Albero_del_mondo