Yukio Mishima: l’intensa narrativa dell’autore giapponese

Yukio Mishima: l’intensa narrativa dell'autore giapponese

Uno tra i pochi autori giapponesi a riscuotere in breve tempo molto successo anche al di fuori della propria nazione è Yukio Mishima.
Ma per cosa viene ricordato?

Dalle ampie capacità, Yukio Mishima spaziava egregiamente tra diverse professioni quali scrittore, drammaturgo, saggista, poeta, attore, regista e anche artista marziale.
La sua persona nella letteratura giapponese è nota per un tragico gesto molto famoso in Giappone, ovvero il seppuku, il suicidio rituale, un atto ispirato all’antica tradizione samurai in cui si mostrava la propria protesta per un’ingiustizia subita.

Come è arrivato a questo gesto estremo? Qual è la storia della vita di Yukio Mishima?

Nato nel gennaio 1925 a Tōkyō, il suo vero nome è Kimitake Hiraoka.
Accudito dall’affetto morboso della nonna, diverrà il perno della sua infanzia, a lei si deve l’avvicinamento di Kimitake alla cultura del teatro Nō e Kabuki, oltre che alla letteratura classica. Intrapresi gli studi nel 1931, si distingue dal resto dei compagni per la scrittura di poesie, tra cui alcune pubblicate anche sulla rivista della scuola.
Si avvicina alla scuola romantica giapponese e scrive la sua prima produzione in prosa, La foresta in fiore.
Durante la pubblicazione del suo primo racconto, sceglie lo pseudonimo Yukio Mishima.  
Consegue la laurea in giurisprudenza, vincendo anche un importante concorso per un posto come funzionario dello stato al Ministero delle Finanze; qui inizia la sua vita da scrittore. Di giorno un normale funzionario e di notte, togliendo ore preziose al sonno, si dedica alla scrittura.
Deciderà in seguito di abbandonare la monotona vita di funzionario per seguire solo la sua passione.

Tra i tratti salienti della sua storia è impossibile non nominare la pubblicazione del romanzo Confessioni di una maschera, in cui espone, in modo auto-biografico, il progresso della sua omosessualità.
Nonostante questa dichiarazione, sceglie di prendere moglie nel 1958, da cui avrà due figli.

Appassionato e sfegatato nazionalista, Yukio Mishima ha unito il suo ideale di patriota tradizionale alla sua ossessione della morte:
«Coloro che sono nati con il lieto auspicio degli dèi; Hanno il dovere di morire in bellezza; Senza disperdere i doni ricevuti.» 
Scrisse nel suo libro, La decomposizione dell’angelo.

In questa citazione, ripresa dall’ultimo libro della quadrilogia Il mare della Fertilità, Yukio Mishima lascia trasparire come la morte sia un argomento di profonda importanza per lui.
Non a caso, questo romanzo venne completato nel giorno in cui scelse di morire, con un pubblico seppuku.
Il 25 novembre 1970, dal balcone dell’ufficio di un generale dell’esercito, proclama il suo ultimo discorso atto a dimostrare il suo profondo rammarico per la costituzione del 1947 e del trattato di San Francisco, in cui Yukio Mishima condanna al Giappone la sottomissione ad una pressante occidentalizzazione che allontana la sua nazione dal vero spirito del Giappone tradizionale.
Dopo avere pronunciato tre volte Tenno-heika Banzai! (lunga vita all’imperatore), al termine del discorso, si trafigge con una lama il ventre, portando a compimento il suicidio rituale.

Le opere

Da una vita tanto intensa, le sue opere non possono essere da meno.
Tra la vasta produzione di Yukio Mishima è doveroso menzionare Il padiglione d’oro, da molti valutato come il suo capolavoro.
Scritto nel 1956, in quest’opera traspare la volontà dell’autore di sottoscrivere la propria filosofia, ogni evento narrato diviene un significato simbolico.
La trama prende spunto da un evento realmente accaduto: l’incendio del padiglione del Kinkakuji, tra i più importanti santuari di Kyoto.
Il protagonista è un monaco balbuziente e deforme, che farà di questo tempio la sua ossessione, fino alla tragica distruzione.

Altra opera importante di Yukio Mishima, è la quadrilogia intitolata Il mare della Fertilità.
Tutti e quattro i libri vedono l’evoluzione del personaggio principale, Shigekuni Honda, che da un’adolescenza priva di sentimento, rincorre l’idea della reincarnazione dell’amato giovane amico, suo opposto, Kiyoaki Matsugae, simbolo del Giappone antico ormai perduto.

Fonte immagine: Wikipedia Japan

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A proposito di Turco Rosa

Studentessa di lingue e culture comparate presso l'Orientale di Napoli, con una grande passione verso la lingua e la cultura giapponese. Maratoneta di serie tv e film di ogni genere, amante dell'arte cinematografica in ogni sua parte. Con esperienza quinquennale nell'ambito della vendita e assistenza telefonica. Il suo sogno nel cassetto è di diventare un traduttrice e giornalista letteraria.

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