Animali in via di estinzione, quali sono?
Provando ad immaginare come potrebbe essere il mondo fra dieci anni, un pensiero particolare va a tutti quegli animali in via di estinzione, che è nostro dovere tutelare. Il benessere di ogni specie, infatti, deriva dall‘equilibrio del Pianeta nella sua totalità. Ogni anno l’IUCN (International Union for Conservation of Nature) stila una “lista rossa” di animali in via di estinzione, denunciando che ad oggi è minacciato il 23% dei mammiferi ed il 12% degli uccelli in natura. La perdita di biodiversità è una delle conseguenze dell’antropizzazione e del consumo del suolo per l’agricoltura intensiva. Ma secondo gli esperti i pericoli arrivano anche da fenomeni meno riecheggianti, come l’introduzione di specie invasive, la diffusione di malattie e, naturalmente, il bracconaggio.
Dall’analisi sulle specie animali in via di estinzione che nel 2022 prese in considerazione un vasto campione di popolazioni di oltre 5.000 specie, si evidenzia un calo medio del 69% dell’abbondanza delle popolazioni di vertebrati (mammiferi, uccelli, anfibi, rettili e pesci), in meno di una generazione umana. Lo sviluppo ed il consumo di risorse sono accelerati come non mai, e le iniziative non bastano a bilanciarne gli effetti negativi sui territori. Troppe specie animali finiscono nella fascia di quelle in via di estinzione.
I peggiori risultati si riscontrano in America Latina e nella zona dei Caraibi, con un calo medio del 94% delle popolazioni dal 1970: un dato semplicemente inquietante. In Africa, la riduzione nello stesso periodo è stata del 66%, in Asia del 55%. In Nord America ci si è fermati al 20%, mentre in Europa e Asia Centrale al 18%. Fra i gruppi di animali analizzati sono le specie d’acqua dolce a mostrare il calo più marcato, con un declino medio dell’83%. Secondo gli studiosi, ad oggi, una percentuale compresa fra l’1 e il 2,5% delle specie di uccelli, mammiferi, anfibi, rettili e pesci si è già estinto.
Per ovviare al problema sono state adottate spesso strategie pericolose, come quella di introdurre specie “aliene” (non autoctone) in tutto il mondo, col risultato di sconvolgere un perfetto ecosistema.
La perdita di alcune specie non va valutata solo in termini biologici, ma anche economici e culturali: la tartaruga marina, il gorilla e la tigre veicolano un importante valore ecologico e simbolico. Molte specie, poi, sono fondamentali per il sostentamento dei vari popoli.
L’obiettivo a lungo termine si propone di stimolare le istituzioni e i singoli enti locali ad avere cura del proprio territorio e del proprio patrimonio animale e vegetale, preservando gli habitat e le vite di milioni di animali.
La tartaruga liuto, ad esempio, è diminuita drasticamente da 150.000 a 20.000 esemplari, poiché confonde la plastica che galleggia nell’oceano col cibo.
Il 50% delle specie di squalo presenti nel Mediterraneo è a rischio estinzione a causa della frode alimentare.
Il panda gigante, uno degli animali più amati da bambini e adulti, è ancora un animale in via di estinzione, pur avendo ufficializzato il suo passaggio in categoria vulnerabile nel settembre del 2016.
A causa del suo valore economico, il tonno rosso è vittima della pesca illegale soprattutto nelle sue zone di riproduzione ed in tutto il Mediterraneo.
Ecco di seguito la lista delle 8 principali specie animali in via di estinzione
1. Panda rosso
Questo mammifero è un carnivoro poco più grande di un gatto domestico, col corpo che ricorda quello di un’orso ed una pelliccia color ruggine. La metà della popolazione di questa specie abita nell’Himalaya orientale, fra i 2200 e i 4800 metri di altitudine, mentre il resto della popolazione si concentra nell’area compresa fra le colline del Nepal occidentale e la Cina. Predilige le aree montuose con foreste sia conifere sia caducifoglie e sottoboschi ricchi di bambù. Si pensa che il nome “panda” derivi dalla parola nepalese ponya, che significa proprio “bambù”. Secondo il WWF ne restano solo diecimila esemplari.
2. Tigre asiatica
Il numero delle tigri libere in natura è in aumento in ben 5 paesi: Russia, Nepal, India, Cina e Buthan, dove oggi le tigri sono 131, ben 28 in più di quelle stimate nel 2015. Nonostante i diversi successi raggiunti negli ultimi anni per salvare questo felino, si contano solo ancora fra 3.726 e 5.578 tigri in natura. In Malesia ne restano solo 150 ed in rapido declino rispetto alle 500 stimate nel 2010. La perdita di habitat, la diminuzione delle prede ed il bracconaggio per il commercio illegale delle loro pellicce e dei loro artigli minacciano il futuro della specie. Inoltre la tigre, come tutti i grandi carnivori, entra spesso in conflitto con le comunità locali predando gli animali domestici, e così gli allevatori finiscono purtroppo per farsi giustizia da sé.
3. Orso polare
Tra gli animali in via di estinzione c’è il più grande carnivoro di terraferma esistente sul nostro pianeta; una specie iconica, ma comunque soggetta ad un calo molto vistoso, tanto da essere la prima specie di vertebrati degli Stati Uniti in via di estinzione. Si stimano fra i ventiduemila ed i trentamila esemplari nel circolo polare artico. In alcune zone gli orsi sono diminuiti di un terzo per lo scioglimento della banchisa che riduce le possibilità di cacciare. Carnivoro al 100%, questo orso mangia per lo più foche, anche se si notano sempre più spesso esemplari deperiti e sottoalimentati. La sopravvivenza dei cuccioli oggi è minore rispetto a qualche anno fa, e la carenza di cibo fa sì che gli orsi si avvicinino ai villaggi umani creando tensioni che rischiano di sfociare in uccisioni illegali.
4. Rinoceronte nero
Fra le 2 specie di rinoceronti africani, quello bianco e quello nero, il secondo è il più piccolo per dimensioni, e vive in Africa centro-orientale. L’origine del suo nome lo sottolinea, infatti gli inglesi confusero la parola wide cioè “largo” con la parola white cioè “bianco”. Fra il 1960 ed il 1995 la popolazione si è ridotta del 98%, fino a raggiungere i 2.500 esemplari. Ma gli sforzi per la conservazione sono stati efficaci: in vent’anni la popolazione è più che raddoppiata, fino a raggiungere le 6.000 unità. Resta comunque a rischio critico, secondo il WWF. I crimini contro la fauna selvatica, come il bracconaggio dei rinoceronti per il mercato internazionale illegale dei loro corni, continuano ad affliggere la specie ed a minacciarne la ripresa.
5. Orango-tango
Noto per il suo caratteristico manto rossastro, l’orango è fra i generi di primati più vulnerabili secondo il WWF, che lo definisce come specie animale a rischio critico di estinzione. Creatura estremamente intelligente, condivide con l’uomo il 96,4% dei geni. La maggior parte della popolazione si concentra nel sud-est asiatico, fra le isole del Borneo e di Sumatra. Solo un secolo fa la popolazione stimata era di oltre 230 mila esemplari; oggi ne restano circa 110 mila. In natura ha una vita media fra i 35 e i 40 anni, mentre in cattività può raggiungere anche i 60 anni. L’orango di Tapanuli, con non più di 800 individui esistenti, è la specie più a rischio di estinzione fra tutte le grandi scimmie.
6. Una specie poco conosciuta, il leopardo delle nevi
Questo felino vive in Asia centrale ad altezze himalayane, fra le regioni montuose di 12 paesi: Afghanistan, Bhutan, Cina, India, Kazakistan, Repubblica del Kirghizistan, Mongolia, Nepal, Pakistan, Russia, Tagikistan e Uzbekistan. Il suo habitat copre un’area di quasi 780.000 miglia quadrate, il 60% delle quali si trova in Cina. Tuttavia, oltre il 70% dell’habitat del leopardo delle nevi, scrive il WWF, rimane ancora inesplorato perché difficilmente accessibile all’uomo. Sono due i fattori di rischio per questa specie estremamente vulnerabile. Il primo è, ancora una volta, il bracconaggio, mentre il secondo è il riscaldamento globale, che comporta grandi modifiche del suo habitat. Oggi in Asia ne restano solo circa 7.000 esemplari.
7. Una specie endemica del Mar Mediterraneo, la tartaruga marina
È in grado di coprire distanze anche di migliaia di chilometri per raggiungere i siti di riproduzione e tornare nel luogo dove è nata per deporre le uova. Proteggere le tartarughe marine è uno degli obiettivi che mobilita ogni anno centinaia di volontari in tutta la nostra penisola, e che il WWF porta avanti da oltre vent’anni attraverso attività di ricerca, monitoraggio, tutela dei nidi, lotta all’inquinamento da plastica, recupero e riabilitazione. Una tartaruga su tre fra quelle che finiscono nei centri di recupero dell’organizzazione ha ingerito plastica. Le tartarughe marine restano vittime anche di catture accidentali durante le attività di pesca, il che le rende un animale a rischio estinzione.
8. Elefante
In Africa ne vivono 2 specie, entrambe in via di estinzione, l’elefante di savana e quello di foresta, mentre il cugino asiatico vive nell’Asia meridionale e nel sud-est asiatico. Tutte e 3 sono a rischio di estinzione a causa soprattutto della perdita o frammentazione dei loro habitat dovute all’espansione umana, oltre che al bracconaggio legato al commercio illegale dell’avorio delle loro zanne. Una quarta specie di elefante, l’elefante nordafricano, si è estinta in tempi recenti (I o II secolo); a questa specie alcuni dicono appartenessero gli elefanti da guerra di Annibale, anche se i più propendono per una loro provenienza asiatica. Una quinta specie estinta, l’elefante pigmeo, di cui si è ipotizzata l’esistenza sulla base di ritrovamenti di ossa nel bacino del Congo, è controversa: secondo alcuni paleontologi potrebbe infatti trattarsi di elefanti africani delle foreste le cui dimensioni ridotte sarebbero da attribuirsi a condizioni ambientali.
Picaro – Zambrano
Foto per l’articolo sugli Animali in via di estinzione di Diana Silaraja: https://www.pexels.com/it-it/foto/foto-di-panda-e-cub-giocando-1661535/