Droghe sintetiche: tipologie, effetti e differenze con le droghe naturali
Il panorama delle sostanze stupefacenti è vasto e in continua evoluzione. Tradizionalmente, si distingue tra prodotti di origine naturale, ricavati dalla lavorazione di piante come la peyote, la canapa o la cocaina, e prodotti di origine sintetica, realizzati interamente in laboratorio. Tra le droghe sintetiche più note troviamo anfetamine, meta-anfetamine ed ecstasy, ma il mercato illecito è costantemente invaso da nuove sostanze, spesso non ancora classificate e commercializzate senza alcun controllo. Queste sostanze possono anche essere utilizzate per “tagliare” altre droghe, abbassando drasticamente il costo finale per il consumatore. Quest’ultimo, però, si trova ad assumere cocktail di sostanze di cui ignora la composizione, con rischi per la salute che possono rivelarsi letali. La differenza sostanziale con le droghe naturali, infatti, è che le droghe sintetiche vengono create mescolando principi attivi di farmaci comuni, e quindi legali, con altre sostanze illegali, dando vita a composti chimici dagli effetti devastanti e spesso imprevedibili. L’avvento di queste nuove sostanze rappresenta una sfida per le autorità sanitarie e per le forze dell’ordine, che si trovano ad affrontare un fenomeno in continua mutazione e sempre più difficile da monitorare e contrastare. Le droghe sintetiche, inoltre, si distinguono da quelle naturali per la loro origine, composizione chimica, modalità di produzione e, spesso, per la maggiore pericolosità e imprevedibilità degli effetti.
Droghe naturali e droghe sintetiche: differenze sostanziali
Le droghe naturali derivano da piante o funghi che contengono sostanze psicoattive, utilizzate da secoli in diverse culture per scopi medicinali, rituali o ricreativi. La loro composizione è complessa e variabile, in quanto dipende da fattori ambientali, dal tipo di coltivazione e dal metodo di preparazione. Le droghe sintetiche, invece, sono create in laboratorio attraverso processi chimici, spesso partendo da sostanze lecite e facilmente reperibili. Questa differenza di origine si traduce in una maggiore difficoltà di controllo e regolamentazione delle droghe sintetiche, che possono essere prodotte ovunque, con costi contenuti e con una potenza spesso superiore a quella delle droghe naturali. Inoltre, la composizione delle droghe sintetiche può variare rapidamente, rendendo difficile per le autorità sanitarie identificarne gli effetti e i potenziali rischi per la salute. Mentre le droghe naturali sono state utilizzate per secoli all’interno di contesti culturali e rituali specifici, le droghe sintetiche sono spesso associate a un consumo ricreativo privo di regole e di consapevolezza, il che aumenta il rischio di abusi e di conseguenze negative. La mancanza di una tradizione d’uso e di una conoscenza approfondita degli effetti a lungo termine rende le droghe sintetiche particolarmente insidiose.
Droghe leggere e droghe pesanti: una distinzione superata tra le sintetiche
Nel mondo delle droghe sintetiche, così come per quelle naturali, si tendeva a distinguere tra droghe leggere, con un quantitativo di sostanza psicotropa minimo, e droghe pesanti, che invece causano gravi danni e dipendenza. Questa distinzione, tuttavia, è sempre più labile e controversa, soprattutto in riferimento alle nuove droghe sintetiche, i cui effetti a lungo termine sono spesso sconosciuti. Inoltre, a seconda degli effetti che esse hanno sul sistema nervoso, le droghe si possono distinguere in droghe deprimenti, quindi oppiacei e tranquillanti; stimolanti, come la cocaina, l’anfetamina e i suoi derivati, antidepressivi; allucinogene come la mescalina, la ketamina o semplicemente la canapa indiana. La distinzione tra droghe leggere e pesanti, in ogni caso, è sempre più messa in discussione dagli esperti, che sottolineano come qualsiasi sostanza psicoattiva possa avere effetti dannosi sulla salute fisica e mentale, soprattutto se assunta in giovane età o in combinazione con altre sostanze. La pericolosità di una droga, infatti, non dipende solo dalla sua classificazione come “leggera” o “pesante”, ma da una serie di fattori, tra cui la dose assunta, la frequenza d’uso, la modalità di assunzione, la presenza di altre sostanze e le caratteristiche individuali del consumatore.
Nuove droghe sintetiche: un mercato in continua espansione
Nel 2022 sono state immesse sul mercato circa 41 nuove droghe sintetiche, quindi 3 ogni mese, il che ha dato origine a 930 tipi di sostanze che si sono sviluppate negli ultimi anni. Trattandosi di nuove droghe, se ne sa molto poco a riguardo, anche perché è difficile individuare con esattezza i sintomi che ognuna di queste droghe provoca sui soggetti che ne fanno uso, tanto che non tutti i laboratori sono in grado di identificarli. Tra le nuove droghe sintetiche troviamo alcuni oppiacei sintetici, soprattutto derivati dal Fentanyl, ma anche nuove benzodiazepine, ovvero farmaci che a dosi normali vengono usati contro l’insonnia e l’ansia, ma sempre di più sciolti nei cocktail in discoteca come “droga dello stupro“. A queste si aggiungono nuovi cannabinoidi sintetici che producono un’azione sul cervello molto più forte di quella della normale cannabis, con effetti potenzialmente molto più pericolosi e imprevedibili. La rapidità con cui queste nuove sostanze vengono create e immesse sul mercato rende estremamente difficile il compito delle autorità, che faticano a identificarle, classificarle e regolamentarne la diffusione. Le nuove droghe sintetiche rappresentano, inoltre, una sfida anche per i medici e gli operatori sanitari, che si trovano a dover fronteggiare casi di intossicazione acuta da sostanze sconosciute, con sintomi spesso atipici e di difficile interpretazione. La facilità con cui è possibile reperire informazioni e acquistare queste sostanze online, poi, contribuisce ad alimentarne la diffusione, soprattutto tra i più giovani.
Droga zombi: la devastante combinazione di Fentanyl e Xilazina
Dalla miscela di due sostanze, il Fentanyl e la Xilazina, nasce una delle droghe sintetiche che negli Stati Uniti ha già provocato 100 mila morti. Il Fentanyl è un oppiaceo sintetico, 50-100 volte più potente della morfina, che viene utilizzato negli ospedali come antidolorifico istantaneo, mentre la Xilazina è un farmaco veterinario usato come sedativo per cavalli e bovini. Molte volte l’assunzione della Xilazina avviene inconsapevolmente, infatti gli spacciatori tagliano la droga con questa sostanza e il consumatore non sa che al posto di aver comprato della “semplice” eroina, sta consumando anche la Xilazina. Si tratta di sostanze pericolosissime che provocano principalmente due effetti disastrosi: il primo è quello della depressione respiratoria, che può portare a un’overdose fatale, mentre il secondo effetto è quello delle infezioni a causa dell’assunzione per endovena, che possono portare a necrosi dei tessuti e richiedere l’amputazione degli arti. La combinazione di Fentanyl e Xilazina, soprannominata “droga zombi” per gli effetti devastanti che ha sul corpo e sulla mente, rappresenta una delle emergenze sanitarie più gravi degli ultimi anni negli USA. La diffusione di questa droga, spesso venduta a basso costo e spacciata per altre sostanze, ha provocato un’ondata di morti per overdose senza precedenti, con conseguenze drammatiche per le comunità e per il sistema sanitario.
Cannabinoidi sintetici: la cannabis potenziata e i suoi rischi
Negli ultimi anni le organizzazioni criminali hanno aumentato il giro di affari non solo più con le droghe sintetiche, ma anche con la cannabis, triplicandone il principio attivo, il THC. Ci sono delle coltivazioni intensive della cannabis, le quali utilizzano delle luci e degli antiparassitari molto potenti ed un sistema di ventilazione particolare perché muovendo le foglie della pianta si possono produrre più sostanze. Esistono, inoltre, le piante geneticamente modificate e gli incroci, con varietà di cannabis selezionate appositamente per massimizzare il contenuto di THC. La cannabis che si trova in natura ha un principio attivo che va dal 2 al 4% mentre con le coltivazioni intensive e le modificazioni genetiche si arriva anche al 40%. Potremmo fare il paragone con l’alcol ed è «come passare da una birra a dei superalcolici» spiega Giovanni Serpelloni, medico specialista di neuroscienze. L’aumento della potenza della cannabis, unito alla diffusione dei cannabinoidi sintetici, pone nuovi interrogativi sui rischi per la salute associati al consumo di queste sostanze, soprattutto per i consumatori più giovani e per chi ne fa un uso frequente e prolungato. I cannabinoidi sintetici, in particolare, sono sostanze chimiche create in laboratorio per imitare gli effetti del THC, ma con una potenza e una tossicità spesso molto superiori.
Khat e Kaptagon: le droghe dei combattenti
Un’altra delle droghe sintetiche, nuovissima sul mercato, è il Kaptagon, conosciuta anche come “droga dei combattenti” o “droga dei kamikaze“. Si tratta di una droga prodotta in Siria, a base di anfetamina e altre sostanze stimolanti, e si ritiene che sia stata utilizzata dai terroristi nell’attacco al Bataclan nel 2015. «Le anfetamine come il Kaptagon mettono le persone in una condizione psicologica simile a quella dei pazienti maniacali con un forte senso di onnipotenza», afferma Fabrizio Schifano, professore di farmacologia clinica. Oltre al senso di onnipotenza e invincibilità, le anfetamine e simili lavorano rilasciando dopamina e noradrenalina, il che aumenta la vigilanza e la resistenza alla fatica. Si narra che i kamikaze giapponesi nella seconda guerra mondiale prendessero anfetamine, ma la sostanza è stata trovata nel sangue degli attentatori di Parigi nel 2015 ma anche negli attentatori della spiaggia in Tunisia del 2015. Inoltre i curdi avrebbero trovato grandi quantità di Kaptagon nelle postazioni dell’Isis. L’uso di queste sostanze da parte di gruppi terroristici e in contesti bellici desta particolare preoccupazione, in quanto esse possono aumentare l’aggressività e ridurre la percezione del dolore e della paura, favorendo comportamenti violenti ed estremi. Il Kaptagon, come altre droghe sintetiche, è una sostanza relativamente facile da produrre e da trasportare, il che la rende appetibile per le organizzazioni criminali e per i gruppi armati che ne fanno uso per finanziare le proprie attività e per incrementare la ferocia dei propri combattenti.
Conclusione: una sfida per la salute pubblica e la legalità
Il fenomeno delle droghe sintetiche rappresenta una sfida complessa per la salute pubblica e per le forze dell’ordine. La rapidità con cui queste sostanze vengono create, modificate e immesse sul mercato rende difficile il loro controllo e la loro regolamentazione. Inoltre, la diffusione di informazioni incomplete o fuorvianti sui loro effetti e sui loro rischi contribuisce ad alimentare il problema. È fondamentale, quindi, investire nella ricerca scientifica per comprendere meglio gli effetti di queste nuove sostanze e per sviluppare strategie di prevenzione e di intervento efficaci. La cooperazione internazionale tra le forze dell’ordine e le agenzie sanitarie è essenziale per contrastare il traffico illegale di droghe sintetiche e per limitarne la diffusione. Particolare attenzione dovrebbe essere rivolta alle fasce più giovani della popolazione, che sono spesso le più esposte al rischio di sperimentare nuove sostanze senza averne una reale consapevolezza dei pericoli. Infine, occorre promuovere una maggiore consapevolezza sui rischi associati al consumo di qualsiasi sostanza psicoattiva, sia essa di origine naturale o sintetica, e favorire un approccio basato sulla riduzione del danno, sull’informazione e sul sostegno alle persone che sviluppano una dipendenza.
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