Ci troviamo sul lungomare di Pozzuoli. È una bellissima giornata di sole e non possiamo non notare l’isola di Nisida nel bel mezzo del golfo. È un paesaggio sereno e suggestivo. Ma circa 4.000 anni fa quella zona è stata il teatro di un’eruzione freatomagmatica. Questo tipo di eruzione succede quando il magma, che sale da sotto terra, incontra l’acqua (che sia del mare o sotterranea). Il contatto provoca esplosioni fortissime e l’eruzione ha creato un cratere a forma di ferro di cavallo, che si vede ancora molto bene oggi e che distingue l’isola dal resto dei coni vulcanici dei Campi Flegrei.
Il nome dell’isola di Nisida
Il nome deriva probabilmente dal greco Nēsís, che significa isoletta. Questo termine riflette non solo la modesta estensione dell’isola, ma anche una certa familiarità con le sue origini nel mondo classico. La sua storia, infatti, è intrecciata con quella di figure celebri dell’antichità. Tra queste vi è Marco Giunio Bruto, uno degli uccisori di Giulio Cesare che possedeva una villa proprio sull’isola che utilizzava come rifugio. Alcune leggende la collegano addirittura a Ulisse a testimonianza del ruolo che Nisida ha avuto nell’immaginario culturale antico.
Nisida come esempio geologico dei Campi Flegrei
Dal punto di vista scientifico l’isola di Nisida è un perfetto esempio di maar, ovvero una formazione vulcanica che nasce da un’eruzione esplosiva lasciando una depressione. Le rocce vulcaniche presenti sull’isola sono le tracce che testimoniano la sua natura violenta. Questi materiali, inoltre, consentono di ricostruire la cronologia eruttiva del supervulcano Campi Flegrei. Nisida, quindi, non è solo un’isola suggestiva, ma anche una vera e propria testimonianza geologica.
La Nisida contemporanea: tra bellezza e funzione sociale
Oggi l’isola non è accessibile al pubblico poiché ospita un Istituto Penale Minorile. Questo elemento aggiunge un ulteriore livello di complessità al significato di Nisida. In un luogo nato da un’esplosione, dove un tempo si ritiravano filosofi e nobili, oggi si cerca di offrire una nuova opportunità a giovani detenuti. Questo legame tra paesaggio naturale e dimensione sociale rende l’isola ancora più simbolica: una terra di passaggi, trasformazioni e possibilità di rinascita.
L’isola di Nisida vista da lontano: un simbolo del Golfo di Napoli
Anche se non si può mettere piede, l’isola di Nisida continua a farsi osservare dalle colline di Posillipo fino al punto più alto del Monte Epomeo di Ischia. Il suo profilo inconfondibile rappresenta un monumento naturale della potenza della Terra. Un elemento del paesaggio che ricorda che la Natura può essere generativa e distruttiva allo stesso tempo. Qui, geologia e storia si intrecciano con forza, facendo di Nisida un racconto silenzioso che ancora oggi vive nello sguardo di chi la osserva.
Fonte Immagine: archivio personale