Da settimane si sente parlare molto di una possibile eruzione dei Campi Flegrei, il supervulcano noto per la sua vasta caldera costituita da numerosi coni vulcanici. Tra questi troviamo Monte Nuovo, il più giovane cono vulcanico nato in seguito ad un’eruzione esplosiva del 1538. Scopriamo insieme cosa è accaduto e quali segnali hanno preceduto questa eruzione.
Campi Flegrei: un vulcano attivo con una storia millenaria
Anche se non se ne parla molto, nella zona flegrea si sono verificate numerose eruzioni nel corso dei millenni. La prima risale a 39.000 anni fa e prende il nome di Ignimbrite Campana. La più recente, invece, è quella che ha dato vita al Monte Nuovo. Ma ciò che rende questa zona davvero unica è il bradisismo, quel fenomeno per cui il suolo si alza e si abbassa lentamente a causa del movimento della camera magmatica nascosta nel sottosuolo.
I segnali premonitori
I fenomeni che preannunciavano questa attività vulcanica imminente vennero registrati già un secolo prima nell’area flegrea. Nel 1470, si registrò una crisi sismica con scosse così forti da provocare danni abbastanza gravi. Col passare del tempo gli abitanti della zona notarono un sollevamento del suolo, che faceva emergere porzioni di terra che prima erano sott’acqua. Intorno al 1536 l’attività sismica si intensificò e le persone, che avevano ormai capito il pericolo della zona, andarono via. Inoltre, dal 19 settembre 1538 il suolo iniziò a tremare per giornate intere. Il giorno prima dell’eruzione accadde qualcosa di incredibile: il mare si ritirò. Questo perché il fondale marino subì un sollevamento dovuto alla forte attività sismica.
Il momento dell’eruzione
Dopo un fortissimo terremoto, alle 19:30 del 29 settembre 1538 ebbe inizio il processo eruttivo che durò una settimana. L’esplosione generò una colonna di cenere e lapilli che si depositò sui dintorni, mentre il materiale fuoriuscito si accumulava cosi rapidamente da formare il nuovo cono vulcanico: Monte Nuovo. Il villaggio di Tripergole, conosciuto per le sue terme romane, fu completamente sepolto. L’eruzione continuò in modo intermittente per diversi giorni e lentamente la sua intensità iniziò a diminuire. Tuttavia, questa apparente fine ingannò alcuni curiosi, i quali credettero di essere al sicuro. Ventiquattro persone furono vittime di un’improvvisa espulsione di materiale vulcanico.
Il nuovo paesaggio dopo l’eruzione dei Campi Flegrei
Dopo l’eruzione il paesaggio cambiò radicalmente. Il Monte Nuovo divenne una nuova caratteristica dell’area, modificando la morfologia della costa flegrea. L’attività vulcanica successiva nei Campi Flegrei si è manifestata principalmente attraverso il bradisismo ed eventi fumarolici, senza ulteriori eruzioni. Ma gli scienziati non escludono che l’area sia ancora geologicamente attiva.
Campi Flegrei: convivere con un vulcano attivo
L’eruzione dei Campi Flegrei del 1538 non deve spaventarci né tantomeno farci rilassare troppo. Attraverso la divulgazione scientifica degli esperti – e grazie al materiale tramandato dai testimoni – impariamo a convivere con una delle creazioni più interessanti e pericolose della Natura. Monitorare e comprendere questi fenomeni è fondamentale per garantire la sicurezza della comunità che vive in questa terra spettacolare.
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