La memoria: una delle capacità più preziose per gli esseri viventi. Essa permette di mantenere vivi nella nostra mente ricordi, informazioni, momenti ed eventi quotidiani. Il nostro cervello è una scheda SD dotata di grande memoria, capace di contenere attimi che spesso pensiamo di aver rimosso, ma in realtà ci sono, lì bloccati da qualche parte, in una delle tante caselle del nostro cervello che contengono informazioni. Poi di punto in bianco, un giorno annusiamo qualcosa: una vecchia maglietta, un piatto che non mangiamo da molto, un profumo che non indossiamo più e come per magia il ricordo riaffiora nella nostra mente, tornando più vivo che mai. Memoria olfattiva, è così che viene definito il processo che permette alla nostra mente di rispolverare ricordi lontani.
L’olfatto: un senso involontario
L’olfatto è definito un senso involontario, questo perché non ci offre la possibilità di reagire in maniera volontaria ai suoi stimoli: quando percepiamo un odore nauseabondo non possiamo controllare il fatto che quest’ultimo ci disturbi e la stessa cosa avviene quando avvertiamo un profumo piacevole. Non possiamo quindi decidere quali odori percepire e quali no, a meno che non vengano ostruite le narici. Proprio per questo, la memoria olfattiva riporta la mente a eventi già vissuti nel corso della nostra vita. Quando gli odori nell’aria penetrano all’interno delle narici, essi entrano in contatto con una serie di neuroni che riconoscono quella fragranza e la immagazzinano nella memoria olfattiva. A questo punto, ogni qual volta verrà percepita quella fragranza, il cervello collegherà ad essa, nel giro di pochi istanti, un evento. Quindi se l’olfatto non è un senso controllabile, non lo sono neanche i ricordi che si rivivono attraverso questo senso.
Annusare i ricordi
L’olfatto quindi, ci obbliga a riassaporare momenti che la nostra mente pensa di aver rimosso. Dal punto di vista della memoria, l’olfatto è senza ombra di dubbio il senso più sviluppato: a differenza della vista o dell’udito, la memoria olfattiva riesce a categorizzare meglio le informazioni e riportarle al cervello in tempi brevissimi. Eventi di questo tipo sono anche noti come effetti della Sindrome di Proust; il noto scrittore, infatti, nel suo capolavoro Alla ricerca del tempo perduto ci parla proprio di come il protagonista, dopo aver assaporato una madeleine, riviva i ricordi della sua infanzia. Proprio per questo, spesso i sensi vengono sfruttati appositamente per generare sensazioni, come nel caso del marketing sensoriale.
La memoria olfattiva per il marketing
Il marketing sensoriale è una nuova tecnica che cerca di attrarre più clienti grazie all’utilizzo dei sensi. In particolare, si ricerca l’associazione di più sensi possibili a un determinato marchio, in modo tale che esso diventi sempre più familiare per il cliente e si instauri un rapporto di fiducia. Ovviamente la memoria olfattiva ha un ruolo fondamentale in tutto ciò, sono diversi i metodi in cui il marketing sensoriale utilizza l’olfatto, ma il fine è lo stesso: richiamare il cliente a un’esperienza piacevole attraverso una fragranza.
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